PER UN NUOVO “CENTRO” SOVRANISTA

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    vividarte

    Group
    Administrator
    Posts
    334
    Location
    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

    Status
    Offline
    Smentiamo la narrazione dei media mainstream

    4polo_banner

    Articolo pubblicato anche sulla pagina Facebook del 4 Polo


    Chi mi legge sa che raramente perdo l’occasione di prendermela anche con i media: li considero enormemente responsabili per l’attuale condizione politico-sociale che, ricordo, essere caratterizzata dall’inarrestata de-sovranizzazione dello Stato di diritto in favore di logge ed organismi sovranazionali, da una enorme crisi democratica e da un progressivo impoverimento e perdita di diritti sociali da parte di fette sempre più larghe di popolazione.

    I media mainstream non amano questi temi, preferiscono appiattirsi su delle analisi in cui la globalizzazione, e tutti i fenomeni che ne conseguono, sono visti alla stessa stregua di “fenomeni naturali” su cui le società civili e le istituzioni, per non parlare dell’individuo, possono ben poco.

    Quando tutto ciò viene traslato sull’analisi politica, la loro “cecità” li costringe ad una elencazione di complessi ragionamenti sulle mosse dei partiti e dei loro esponenti, che però non tengono conto del quadro generale in cui operano tali soggetti e degli interessi che veramente curano.

    L’analisi dei tatticismi della politica è assai parziale, proprio perché nasconde la vera fisionomia del “campo di gioco” in cui opera la politica, molto cambiata in questi ultimi anni.

    Così, il racconto della politica sembra fatto in modo da distogliere l’attenzione dalle vere questioni: solo “radio cronaca” di una “partita” che però non è veramente giocata sul campo raccontato.

    Delle regole infrante del gioco democratico mai si parla, ci si tuffa nel gorgo vorticoso degli eventi senza una luce di etica professionale veramente critica: il ruolo di vigile guardiano della democrazia e della vita civile che la stampa avrebbe dovuto indossare è ormai un vuoto slogan per qualche film sui bei tempi andati, in cui la libera stampa poteva veramente far paura.

    Non fa eccezione l’editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera del 14 marzo, intitolato “IL CENTRO POLITICO SVUOTATO”.

    L’editorialista si cimenta in un’analisi di errori fatti dal duo Renzi-Berlusconi, “ … per capire perché il “centro” del sistema politico (quello da cui dipende, ad ogni latitudine, la stabilità di una democrazia) si sia improvvisamente svuotato”.

    La sua analisi, coerente con lo spirito conservatore del giornale, è improntata solamente ad analizzare le “mosse” che avrebbero portato alla sconfitta del centro, senza però una sola parola riguardo ai reali problemi dei cittadini che hanno abbandonato il centro stesso.

    Ed ecco allora l’autore affermare che il principale errore di Renzi fu la rottura del patto del Nazareno: “Gettando Berlusconi fra le braccia dei suoi nemici Renzi creò le condizioni per la sconfitta del “sì” nel referendum costituzionale dello scorso anno. Quella sconfitta è la principale causa della débacle elettorale toccata in sorte al Partito Democratico un anno dopo. L’errore di Renzi ebbe l’effetto di spingere anche Berlusconi sulla strada sbagliata, sulla strada che conduce alla sconfitta.

    L’autore continua accusando Berlusconi di non essersi chiesto del “ … come fosse possibile che dopo avere denunciato per anni gli eccessivi lacci e lacciuoli costituzionali che, a sentir lui, gli avevano impedito di realizzare i propri programmi elettorali, si trovasse a difendere i peggiori fra quei lacci e lacciuoli… ”.

    Il Panebianco si schiera evidentemente con i partiti che portano avanti gli interessi delle forze che stavano dietro la riforma, lobby finanziarie e varie commissioni sovranazionali, cosa confermata anche da questo passaggio pro sistema elettorale maggioritario: “I sistemi maggioritari tendono a premiare i partiti centristi e a punire le estreme. Berlusconi non capì che un sistema prevalentemente proporzionale avrebbe ridimensionato la sua forza. Come è accaduto anche all’altro partito centrista, quello di Renzi.

    Evidentemente al Panebianco non interessano le vere cause della crisi socio-politico-economica, non interessa il malcontento della gente: visto il fallimento dell’ennesimo tentativo peggiorativo della Costituzione, tentato dal sistema oligarchico politico-finanziario, sembra solo teso a difendere lo status quo dagli estremismi senza raccontarci le vere cause del, pur riconosciuto, “ … malessere proprio di tante democrazie occidentali che spinge oggi molti elettori a premiare movimenti di pura protesta, movimenti antisistema.

    Su una cosa il Panebianco ha certamente ragione: è infatti nel “centropolitico che le democrazie trovano, o dovrebbero trovare, energie positive e stabilità.

    Un “centro” che è potenzialmente maggioranza, spesso “conservazione”, in senso negativo, ma non solo: il centro è, o dovrebbe essere, l’area politica in cui si raccolgono e sintetizzano, in modo “ecumenico”, le istanze provenienti dalla società civile e dalle varie branche della cultura.

    Un centro capace di ritrovare nello Stato di diritto il collante ideale e creativo della comunità: uno “Stato di Diritto e del Cittadino”, rinnovato e trasparente, che sia capace di garantire la dignità di ognuno, sempre e comunque, una libertà che non collida con quelle altrui, ed una responsabilità individuale e collettiva per il bene comune.

    Data la suddetta de-sovranizzazione dello Stato di diritto, occorre quindi contribuire a far sì che un nuovo “centro” consapevole riesca a ri-sovranizzare lo Stato e la sua comunità, per scongiurare il baratro su cui stiamo velocemente collassando: la definitiva affermazione di regimi tecnocratico-finanziari di povertà ed asfissiante controllo per i più.

    Regimi ed organismi sovra nazionali lobbistici a cui dobbiamo togliere le leve della finanza e del denaro creato dal nulla e sganciato dal lavoro.

    A cui dobbiamo togliere il controllo di una “tecnica” che sta per sopraffare ogni ambito umanistico, personale e sociale.

    Una vera politica “sovranista” non appartiene alla destra più o meno democratico-populista, come affermano i media.

    Non appartiene ad una sinistra “liberal” che spinge ogni diritto possibile/immaginabile, in modo da “forzare” quei valori universalmente riconosciuti dalla Costituzione e dai diritti umani a cui la stessa si ispira, che chiedono “solo” di essere finalmente ed onestamente attuati senza forzature ideologico-tecniciste.

    La vera politica sovranista deve essere nell’orgogliosa rinascita di un “centro” post-ideologico aperto a tutte le anime e sensibilità della cultura e della società civile.

    Se non saremo in grado di innervare il centro politico-culturale della nostra comunità di quei valori che stanno alla base dello Stato di diritto, dei diritti umani e della convivenza civile, non riusciremo a contrastare il regime tecnocratico di controllo, sempre più globale, permesso da una tecnica liberata da ogni etica.

    Se non ci riusciremo sarà inutile parlare, anche se ci sarà permesso.




    14 marzo 2018

    Edited by massimofranceschini - 6/1/2020, 20:17
     
    .
0 replies since 14/3/2018, 20:02   122 views
  Share  
.