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vividarte
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- Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità
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Liberiamo il nostro “stato”, politico ed intellettuale 
Questo il mio libro, un programma politico ispirato ai Diritti Umani, questo il programma politico del 4Polo a cui ho dato il mio contributo ideale
Il tema immigrazione/caos è assai caldo e si riaccende periodicamente, grazie alla politica che lo usa per scopi elettorali e di “controllo”, ed ai media che ne fanno “buon” uso per scopi di distrazione.
Uno stato che non è in grado di governare il caos all’interno del suo territorio non mi rappresenta.
Uno stato che fa di tutto per creare il caos o che non fa niente per fermare le forze ed i meccanismi che lo generano, non mi rappresenta.
Uno stato che usa la polizia per “portare ordine” nel caos che lo stato stesso ha generato od avallato, non mi rappresenta.
Vediamo di ragionare al di fuori dei furori ideologici e delle bestialità inumane che si leggono sui social.
Lo Stato di diritto è un’entità politica ed amministrativa formata da una “società civile” che si riunisce storicamente, culturalmente e idealmente.
Gli ideali più evoluti dello Stato di diritto, accettati e sottoscritti a livello internazionale, sono quelli dei 30 articoli della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 1948.
Uno Stato di diritto è in grado di rappresentare e proteggere gli ideali della società civile che lo compone, i superiori ideali universali e la società civile stessa.
L’obiettivo dello Stato di diritto è inoltre quello di far sì che la sua comunità possa raggiungere la necessaria ed auspicata fratellanza con le altre comunità umane, ed operare in essa per rafforzare la fratellanza stessa e conseguire la pace universale.
L’amministrazione di uno Stato di diritto è dedita a rappresentare e proteggere gli ideali civili e universali in modo trasparente e coerente nei modi, ha i mezzi per fare ciò.
È del tutto evidente che tutto ciò non accade, o accade sporadicamente, o parzialmente od in maniera del tutto insufficiente.
È del tutto evidente che lo Stato di diritto non ha più i mezzi per essere ciò che deve essere: di fatto non ha più le sue “sovranità”, politica e monetaria in primis.
La storia dimostra che lo Stato di diritto perde progressivamente le sue sovranità e finisce facilmente in mano ad una “burocrazia oligarchica” di qualche “colore”, o di nessun colore, al servizio di una ristretta lobby privata formata in ultima analisi da poche famiglie.
Queste “entità” riescono a controllare finanza, banche, tecnologia e tutte le lobby più importanti.
La burocrazia e la politica dello Stato di diritto si mettono così, di fatto, contro la società civile di cui dovrebbero al contrario essere emanazione ed emblema.
Occorre allora che la società civile ed il mondo intellettuale ancora libero facciano un sforzo per “riappropriarsi” dello Stato di diritto.
Per fare ciò occorre che si riesca a vedere la realtà per come è, le forze che la determinano, gli interessi e le prassi con cui queste forze governano nell’ombra e condizionano l’informazione, la cultura, la politica ed il sentire comune.
Occorre capire che gli avamposti di questo meccanismo di controllo sono gli ambiti dell’istruzione ed i principali media, perfetta arma di consenso e distrazione.
Uno “stato non più di diritto” che viola i diritti umani non mi rappresenta, indipendentemente dalle giustificazioni che si voglion dare alle violazioni.
Adoperiamoci per ricostruire la nostra dignità di cittadini e ridare finalmente al nostro Paese uno Stato di diritto degno di tale nome e degli ideali su cui poggia.
28 agosto 2017
Edited by massimofranceschini - 10/1/2020, 18:26.