LA LA LAND: BUONI PROPOSITI, REALIZZAZIONE INSUFFICIENTE

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    Un'occasione sprecata per "rinnovare" il musical

    danza_lalaland
    fonte immagine: Adnkronos


    La visione di “La La Land” mi ha lasciato alquanto perplesso.
    Ritengo ci siano molti motivi per parlare di insufficienza piena.

    Il regista Chazelle mi era piaciuto con il bel “Whiplash”, su cui avevo scritto per fare però considerazioni per lo più musicali.

    Non mi interessa certo contare o dar peso ai premi già presi dal film o dal record di candidature agli Oscar.

    Sappiamo benissimo quanto gli americani possano perdere obiettività ogni volta in cui si mostri un contenuto “auto celebrativo”, proprio come fa quest’opera; i premi presi anche in Europa ci confermano come spesso applaudiamo in maniera indifferenziata tutto quanto provenga dagli USA.

    Nel film si celebra il musical e lo spirito visionario/sognatore caro al sentire americano, in effetti uno degli aspetti più rilevanti e positivi della cultura d’oltre oceano.

    Evidentemente tanto basta alle giurie.

    Oltre all’interpretazione di Emma Stone, alla sequenza iniziale e all’unico momento di vera “passione” in cui Ryan Gosling spiega cos’è per lui il Jazz (anche se il Jazz è molto di più), personalmente stendo un velo pietoso.

    Si poteva scavare profondamente e in maniera più originale nelle due fondamentali “tensioni” della storia: il “contrasto” fra gli obiettivi dei due protagonisti che ne inficiano l’amore e quello fra i generi musicali di origine americana.

    Evidentemente coniugare “impegno” ed intrattenimento era chiedere troppo all’autore e probabilmente alla produzione.

    Date queste premesse, le insufficienze più evidenti sono quindi la mancanza di originalità del soggetto, la non sufficienza di Gosling sia nel canto sia nella danza e la paradossale assenza di ritmo, la pecca più grande.

    Riguardo alle insufficienze di Gosling non ne farei una “colpa” grave, se non fossero presenti le altre lacune!

    Molti grandi attori ci hanno comunque abituato ad una grande tradizione di poliedricità, espressa anche in opere recenti come “Moulin Rouge” e “Chicago”.

    Anche attenendoci all’impostazione data dall’autore la pecca più grande è, secondo me, quella del ritmo, più precisamente della “tessitura fine” del film, cioè in quella particolare abilità tecnico-espressiva con cui il regista tiene incollato lo spettatore allo schermo lavorando su modi e tempi delle immagini.

    Abilità quanto più necessaria per un prodotto senza originalità nel soggetto e nello svolgersi della narrazione.

    Il film è un prevedibile succedersi di “quadri” già visti, appena “aggiornati” ai tempi, non assistito da un montaggio all’altezza.

    Spesso è proprio il montaggio l’arma ultima con cui confezionare un film di successo, indipendentemente dal soggetto o da altre considerazioni.

    Credo che scelte diverse nelle inquadrature, nei tempi e nelle durate delle sequenze ci avrebbero regalato un film diverso, che almeno ci avrebbe tenuto sulla poltrona.

    Spero che Chazelle non si faccia ulteriormente inebriare da fama e successo, d’altronde non sarebbe la prima volta che un giovane artista perde forza all’apparire di soldi e celebrità.


    14 febbraio 2016

    Per chi interessato alle considerazioni musicali espresse per “Whiplash", valide anche per l’opera in questione, questo è il link:

    https://www.massimofranceschiniblog.it/2015/01/22/la-creativita-in-musica-e-impedita-anche-dal-sistema-americanoide-sforna-virtuosi/


    Edited by massimofranceschini - 11/1/2024, 16:41
     
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