RIANIMIAMO LA DEMOCRAZIA: UNA PROPOSTA DI RIFORMA

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    Una nuova politica per una riforma alternativa

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    Il primo articolo in cui avanzo delle proposte per una riforma del sistema politico che saranno approfondite qui:



    Come promesso nel precedente articolo (#entry22329661), proverò a definire meglio una proposta alternativa al bicameralismo perfetto, diversa dal progetto di riforma Renzi.

    Il mantra dei “riformatori” verte sulla cosiddetta ingovernabilità, un'ipocrita lamentela che nasconde ben altro.

    Personaggi della risma dei Rockefeller e loro amici, impegnati ad instaurare quello che loro stessi chiamano “Nuovo Ordine Mondiale”, hanno più volte dichiarato di voler superare barriere e sovranità nazionali delle “inefficienti” democrazie.

    Di fatto, chi è arrivato in un modo o in un altro a governare l’Italia negli ultimi decenni, si è impegnato a favorire il disegno di questa lobby nel restringere gli spazi democratici oppure non ha fatto niente per fermarlo.

    Ora si vuol modificare profondamente la natura e i meccanismi di una delle due camere.

    Abbinando una “opportuna” legge elettorale come l’italicum, uno dei tanti cocktail del menù “maggioritario”, rischiamo di passare direttamente ad una Repubblica autoritaria.
    Ricordo che "maggioritario", concetto ormai digerito, purtroppo, dopo estenuante propaganda, è cosa ben diversa da “maggioranza democratica”.

    La verità è che la maggior parte dei partiti presenti in Parlamento sono maestri nel perdere governo e democrazia negli infiniti giochi delle camere, un magma complicato anche da raccontare.
    L'attuale bicameralismo si presta facilmente al "non governo", le leggi si perdono, si annacquano, si stravolgono, precedute sempre da cose "più urgenti" a favorire fatalmente qualche lobby o qualche “superiore” esigenza di “sicurezza”.
    Il rimpallo fra le camere perde così la funzione democratica di sintesi, per diventare il perfetto e inestricabile caos che fa tanto odiare la politica e la democrazia.

    Alla luce di questi fatti, i veri problemi delle democrazie “reali” sono quindi due: il primo riguarda la selezione dei politici, degli amministratori pubblici e dei componenti gli organismi di controllo, il secondo riguarda il funzionamento delle assemblee parlamentari.

    Una vera e auspicabile riforma potrebbe risolvere entrambi i problemi, e dovrebbe essere uno dei punti caratterizzanti la proposta politica di un nuovo movimento post ideologico, ispirato dai Diritti Umani e dai valori costituzionali che li incarnano.
    Vediamo come.

    Iniziamo dal problema “selezione”, tenendo bene a mente che ogni cittadino ha diritto, finché non lo perde per condotta criminale, di concorrere a cariche pubbliche.

    E’ certo che il criterio principe dovrebbe essere il merito, seguito da una vera assenza di conflitti di interessi e dal divieto di doppi o multipli incarichi.

    Troppi politici e amministratori non hanno competenze di merito, per non parlare dei conflitti di interesse.

    Se accettiamo questo principio a salvaguardia delle istituzioni e della democrazia, limitiamo da una parte l'eccessiva libertà di poter "essere ovunque" e tessere una tela di influenze che esulano dalla funzione, e impediamo il formarsi di blocchi di interessi privati, contrari al naturale svolgimento della libera vita democratica e produttiva.

    Per fare ciò credo si debba istituire un'apposita "anagrafe dei ruoli e degli incarichi", onde certificare la possibilità di potersi candidare a qualsiasi funzione politico-amministrativa pubblica.

    Consapevole della complessità della questione e della necessità di approfondimento tecnico-giuridico, mi limito ad esporne le ragioni.

    Finché non avremo politici, amministratori e membri degli organismi di controllo competenti, indipendenti, trasparenti, senza incarichi multipli e con un mandato non troppo lungo o non legato ad un dimostrabile merito, non saremo padroni della nostra democrazia.

    Le libertà liberali continueranno ad essere la chimera che solo pochi possono permettersi, a scapito però delle libertà altrui.

    Veniamo alla questione bicameralismo.

    Sarei favorevole all'unica Camera solo se proporzionale e abbastanza rappresentativa delle forze politiche e della società civile, e se chi la forma dovesse sottoporre il suo operato legislativo ad un organismo di controllo formato da persone competenti, senza conflitti d'interesse e altri incarichi, consapevoli del dettato costituzionale e perciò interessate a ripristinare le sovranità politico-economico-monetarie perdute.

    Se esistesse tale organismo la Camera legislativa avrebbe dei paletti invalicabili fra cui operare e non potrebbe più permettersi di perdere tempo e soldi pubblici per favorire altri interessi da quelli della Nazione.

    In questo modo potrebbe facilmente trovare le maggioranze necessarie per governare e legiferare, senza crearle in maniera artificiosa con leggi elettorali poco democratiche.

    Questo organismo potrebbe essere quel Senato che ora si vuol depotenziare.

    Potrebbe essere formato da esponenti degli organismi di controllo, a partire dalla Corte Costituzionale in giù fino ad arrivare alle categorie, e da esponenti delle migliori Onlus che danno continuamente prova di volontà, competenze e know-how nei vari ambiti sociali.
    Sono anche queste un fiore all'occhiello, una componente di quel Made in Italy di cui facciamo vanto.

    La "supervisione" sulle leggi proposte sarebbe competente e puntuale, e scremerebbe il corpus legislativo da "sorprese" nascoste, cavilli di interessi particolari e misure incostituzionali.

    Con un meccanismo di segnalazione tipo l’odierno 5 per mille gli elettori potrebbero segnalare quali Onlus meritino di concorrere al controllo del Governo del Paese.
    Gli enti che ne usciranno con un numero adeguato di “nomine” esprimeranno più candidati che andranno al vaglio elettorale.
    L’elezione li impegnerà, finché in carica, a questo esclusivo compito.

    Un Senato siffatto potrebbe anche sviluppare proposte di legge a maggioranza assoluta o qualificata, da sottoporre all'altro ramo per l'approvazione a maggioranza assoluta.

    Sono certo consapevole che questa proposta andrebbe elaborata e sottoposta al vaglio di competenti costituzionalisti e della società civile, per farne un disegno vivo, possibile e fecondo di democrazia e partecipazione.

    Senza il doveroso e responsabile contributo della società civile la democrazia si è trasformata in oligarchia di una casta dai vari colori ma di un’unica appartenenza: quella relativa ai propri interessi ed a quelli delle lobby che ora realmente ci governano.

    Occorre far evaporare il disgusto che oggi suscita la politica, per rinnovare la nostra democrazia soggetta a varie involuzioni autoritarie.

    Ne va del nostro libero futuro.


    21 aprile 2016


    Edited by massimofranceschini - 9/11/2018, 14:02
     
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