IL MALE, QUESTO SCONOSCIUTO?

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    Una riflessione per ridimensionare lo sconforto

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    il mio libro, un programma politico ispirato ai diritti umani


    I recenti omicidi “gratuiti” che riempiono le fameliche colonne di cronaca sembrano, come al solito, trovare “impreparati” alcuni commentatori, quasi che il mondo della cultura non sappia/possa più capire la natura di certe azioni, o tenda a dimenticarne facilmente la possibilità.

    A leggere alcune firme, come ad esempio il Blondet (www.maurizioblondet.it/hanno-scelto...nosi-censurata/), ci troveremmo di fronte ad una sostanziale “novità”: la scelta del “male”.

    Eppure non abbiamo qualcosa di veramente nuovo, omicidi “inutili” sono sempre avvenuti, per non parlare di massacri più grandi giustificati in vari modi, di guerre e politiche disumane che causano milioni di morti e indigenti, oltre all'insicurezza generalizzata nelle persone che pure il Blondet menziona.

    La quotidianità della cronaca esige però agganciare il lettore allo sgomento, quindi, cosa c’è di meglio che evocare il MALE?

    Ecco allora che non bastano più le vecchie categorie, certamente non quelle psichiatriche, denunciate anche dal Blondet in questo modo:
    “…lo psichiatra ovviamene annaspa. Sa benissimo che la sua pretesa scienza non ha le categorie per definire questo, non è una patologia che di trova nel Manuale Diagnostico-Statistico.”

    Sono completamente d’accordo su ciò, le categorie para-scientifiche del Manuale Diagnostico della psichiatria non servono altro che a formare una macchina da soldi per l’industria farmaceutica, che con la scienza medica ha ben poco a che vedere.

    Non bastano neanche le solite considerazioni sociologiche sulla “banalità del male” di vecchia memoria, o l'ennesima attribuzione di responsabilità all'agiatezza da cui alcuni soggetti responsabili di atti efferati provengono.

    Il Blondet era partito benissimo dicendo:
    Alcuni lettori insistono perché dica la mia sui due trucidi assassini del loro coetaneo, attratto con la promessa di un rapporto sessuale ben pagato, 100 euro.
    Scusate, vorrei esimermi; già torme di mosconi e tafani, attratte dallo sterco e dalle carogne, a sciame vi hanno raccontato tutto; son contento di non essere più nel mestiere attivo di questo giornalismo
    .”

    Come non condividere, la pruriginosa cronaca nera è fatta da squallidi personaggi e rituali, appostamenti, macabre ricostruzioni plastiche, condita con quanto di peggio in termini di ipocrisia, per “dimostrarci” quanto il mondo sia pericoloso e come ogni nostro “vicino” possa essere un potenziale “pericolo”.

    Il Blondet era partito benissimo, peccato poi non si trattenga dal descrivere con minuzia l’orrore dei fatti e dei gesti; evidentemente non resiste alla sua “deformazione” professionale, forse perché ormai lanciato a “dimostrare” la sua tesi:
    Quei due non sono malati, sono giovanotti trucidi e sanissimi.
    Solo, hanno aderito al Male.
    Con scelta volontaria, in piena lucidità
    volevano provare l’effetto che fa uccidere uno, uno qualunque.
    La loro scelta deliberata per Satana è visibilissima nelle loro foto, nei loro orribili “profili Facebook”, specchio del narcisismo più velenoso: trucidi belloni, si atteggiano a modelli
    ”.

    E continua con altri esempi di squallide vicende recenti ammonendo:
    Stanno diventando sempre più numerosi, questi piccoli Nietszche delle periferie e della modernità.
    Sono il tipico prodotto di una società che ha cancellato nelle coscienze, e anzitutto in sé stessa, la distinzione fondamentale: che l’uomo sceglie fra Bene e Male, e la scelta del Male è peccato e colpa, e porta rovina
    .”

    E poi continua su questo tenore, non trovando di meglio che “delegare” a Satana la responsabilità di guerre, stragi, orrori dovuti alla globalizzazione, insomma tutto il male del mondo, anche citando un altro giornalista lontano da sensibilità di ordine religioso/spirituale come Giulietto Chiesa che afferma:
    "stiamo entrando ad alta velocità in zone sconosciute della psiche umana.”

    Chi mi legge sa che non sono insensibile alla spiritualità, tutt'altro; non mi professo cattolico, ma faccio parte di quelli che tendono alla “gnosi” e penso che ogni verità ultima si possa ri-scoprire, ri-trovando la consapevolezza della nostra religiosità di esseri spirituali immortali.

    La dimenticanza di ciò ha provocato l'avvento di tutte le perdite di valori moderne, cui giustamente molti riconducono i devastanti problemi che sfociano anche negli efferati atti individuali: materialismo, psichiatria (non dimentichiamo che la casistica delle stragi commesse da persone “normali” è ricondotta da sempre più parti all'uso degli psicofarmaci), psicologia, sociologia e tutte le teorie che negano la nostra natura spirituale, ben supportate da quel moderno veicolo di cultura e controllo che sono i media generalisti.

    E aggiungo ovviamente tutte le lobby che, oltre quella mediatica, campano tenendo il mondo sotto una cappa di paura e insicurezza: la lobby della finanza, militare, energetica, della droga e farmaceutica.

    Occorre che gli attori della cultura, media in primis, riconoscano ciò e ritrovino quel senso di integrità, dignità, grandezza, creatività e chiarezza di prospettive che hanno scritto le migliori pagine della storia e del patrimonio umano.

    Dobbiamo riconoscere che dare risalto al "male" - mentre in realtà la società umana sopravvive per la volontà creativa e positiva della maggior parte di noi - è spacciare paura e distrazione da ingiustizie "globali" meno eclatanti ma molto più devastanti in termini numerici.

    Ne va della nostra lucidità e convivenza civile.


    12 marzo 2016


    Edited by massimofranceschini - 20/11/2018, 17:05
     
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  2. Cristina1
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    "...Volontà creativa e positiva. ....".È proprio questo il nocciolo della questione. Perchè incoraggiare creatività e lucidità in un popolo che potrebbe con le proprie forze sollevarsi dalla crisi magari trovando soluzioni più semplici, meno complicate dallle leggi del mercato e dalla globalizzazione ,che di certo non ci vogliono lucidi e creativi.......
    .eh sì perché a un uomo lucido e creativo come gli racconti che ha bisogno di soldi e di beni di consumo per essere felice ?
    Cristina
     
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    Proprio così...
     
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