GIUSTIZIA E DIRITTI UMANI

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    vividarte

    Group
    Administrator
    Posts
    334
    Location
    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

    Status
    Offline
    Ipotesi per una civiltà del diritto

    41yqcRdwBzL

    nel mio libro linee guida opportune


    Il settore della legge e della giustizia è, per quanto concerne la convivenza civile, uno dei più delicati.

    Oltre ad avere il compito di infondere nel cittadino la sicurezza di vivere in uno Stato di Diritto – in cui possa sentirsi protetto dalla criminalità ed in cui la sua personalità, il suo ingegno e le sue abilità possano svilupparsi senza timore di essere espresse, impedite o derubate – è delicato perché un’azione ingiusta o vessatoria da parte della “legge” crea nel cittadino un senso di distacco e ribellione, oltre a favorire risposte “motivate” scorrette da parte dei cittadini meno responsabili, fino ad arrivare a comportamenti più propriamente criminali.

    Lo Stato moderno commette l’errore “filosofico” di voler “incoraggiare” moralità e legalità non favorendo principalmente cultura, Diritti Umani e un ambiente sano, prospero e pacifico, ma legiferando enormemente e puntando prevalentemente sulla giustizia.

    Facendo ciò sbaglia completamente in quanto “giustizia” è l’azione con cui si separa il reo dalla società per impedirgli di danneggiarla ancora e, nelle società avanzate, con cui si afferma – oltre alla necessità di non vessare il reo – di far sì che abbia una chance di riscatto personale e sociale.

    Ciò non è messo in pratica a dovere, la giustizia normalmente amministrata con la detenzione crea più criminalità e degrado, per non parlare dei numerosi suicidi, della circolazione di droga e dell’uso generalizzato di psicofarmaci che contribuiscono a peggiorare la situazione, creando inoltre pazienti a vita che una volta usciti costituiranno un ulteriore peso/pericolo per la comunità.

    Lo scopo della giustizia nelle società evolute dovrebbe tendere a separare il reo dalla società, per inserirlo in un percorso non violento in cui la sua dignità sia protetta e in cui, soprattutto, gli sia data l’opportunità di ripristinare la sua integrità ed autostima per ottenere un vero reinserimento una volta scontata la pena.

    Con i suoi atti il criminale danneggia la società nel suo insieme, non solo l’oggetto del reato, quindi gli dovrebbe essere richiesto di “scontare” la pena anche risarcendo con il suo lavoro o in altri modi la comunità che ha danneggiato.

    Va anche evitata seriamente la possibilità che il criminale ormai sotto custodia possa continuare ad influire sui soggetti o sull'ambiente in cui commetteva crimini – almeno per la durata potenziale della sua "influenza" – certo senza ledere il suo diritto a tenere contatti con i suoi cari che dovranno però avvenire sotto stretto controllo.

    Tutti gli esperimenti, ormai centinaia in tutto il mondo, che si avvalgono di percorsi in cui il carcerato è messo in condizione di riscattarsi moralmente e responsabilmente attraverso percorsi di studio, lavoro e miglioramento personale, dimostrano la loro efficacia rispetto alla sola detenzione, con un ritorno al crimine molto vicino allo zero.

    I carcerati che hanno compiuto questi percorsi (così come i tossicomani delle migliori comunità di recupero), sono inoltre i più bravi, efficaci e dediti ad aiutare a loro volta altri carcerati e tossicodipendenti.

    Ciò non è fatto oggetto di informazione e generalmente non previsto nei programmi politici perché, evidentemente, troppi sono i soggetti che speculano e trovano linfa vitale dall'avere un ambiente pericoloso, drogato e caotico.

    L’argomento giustizia è uno di quelli cari ai politici più populisti, ed a quei media interessati a spargere caos descrivendo e fomentando un ambiente più caotico e ingiusto di quel che effettivamente è.

    I Diritti Umani non sono materia di insegnamento nelle scuole, o non lo sono con l’importanza e la profondità che dovrebbero avere.

    I diritti del cittadino sono impediti e messi in pericolo sostanzialmente in cinque modi:

    a. legislazione mastodontica (sembra che in Italia abbiamo intorno alle 300 mila tra leggi, regolamenti ed articoli che si "comportano" come leggi), con l’aggravante di molte norme contorte e piene di “sorprese”.

    b. difesa d’ufficio inefficiente a tal punto che i meno abbienti non sono in grado di avere una difesa adeguata, e che scoraggia anche la maggior parte dei cittadini a far valere le sue ragioni in tribunale data l’elevata lungaggine, cavillosità e costo del sistema, favorendo chi può permettersi studi legali importanti;

    c. irrazionalità di alcuni regolamenti processuali, abbinata ad inefficienze varie dovute a scarsa responsabilità dei magistrati, pur sempre dipendenti pubblici, ed alla cronica insufficienza di finanziamenti.

    d. sistema penale che viola i diritti umani e che crea maggior crimine; andrà rivista inoltre la carcerazione preventiva – se usata per estorcere confessioni – ma anche la prescrizione, ora troppo breve ed a vantaggio dei soggetti più facoltosi;

    e. comportamenti delle forze di polizia vessatori e inefficienti.
    Lo Stato di Diritto moderno dovrebbe aver eliminato la barbarie del farsi giustizia da sé, riconducendo ogni diatriba ed azione legale nelle aule processuali.
    Il comportamento delle forze dell’ordine è spesso repressivo, ben oltre la necessità di individuare e bloccare il reo o un sospetto.
    Il sistema carcerario – obsoleto, fatiscente e disumano – fa il resto e la persona non ne esce certamente migliore, troppo spesso non ne esce viva.
    Il sistema legale tende a proteggere eccessivamente gli esponenti delle forze dell’ordine, della magistratura e dell’amministrazione pubblica che commettono reati nell’esercizio delle loro funzioni.

    Linee guida per una sana ed efficace amministrazione della giustizia ispirate ai diritti umani, atte a favorire una nuova credibilità dello Stato di Diritto (da armonizzare con la Costituzione vigente).

    1. Occorre immettere nei programmi scolastici della suola dell’obbligo lo studio dei Diritti Umani e delle Carte dei diritti “particolari” che ne sono derivate.

    2. Occorre istituire un comitato tecnico indipendente in grado di impostare un percorso di delegiferazione, per snellire il corpus e la quantità delle leggi.

    3. Le procedure processuali devono trovare una razionalizzazione e velocizzazione.

    4. Tutto il sistema giustizia andrà finanziato in modo adeguato e contemporaneamente si dovrà disporre una supervisione del comportamento e della produttività di tutti gli impiegati, magistrati compresi.

    5. Occorre migliorare il servizio dei difensori d’ufficio per garantire una difesa adeguata a chi non può permettersi un avvocato.

    6. Occorre rivedere tutto il sistema carcerario e implementare un sistema di pene alternative, avvalendosi dell’esperienza delle migliori organizzazioni di volontariato che hanno un know how nell’amministrazione di sani ed efficienti percorsi di recupero, non riscontrabile in strutture e programmi di natura psichiatrica e detentiva.

    7. Le pene per i reati commessi da soggetti appartenenti alle forze dell’ordine, dell’amministrazione, della magistratura e della politica, dovrebbero comportare serie aggravanti.


    29 febbraio 2016


    Edited by massimofranceschini - 10/11/2018, 15:43
     
    .
0 replies since 29/2/2016, 12:40   304 views
  Share  
.