LA LOBBY DELL'INTOLLERANZA

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    vividarte

    Group
    Administrator
    Posts
    334
    Location
    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

    Status
    Offline
    Un mini saggio di orientamento liberale che denuncia interessi e meccanismi di cui la stampa non parla mai e su cui scrive una marea di falsità

    page_1_thumb_large
    fonte: Issuu
    (uno dei prodotti giornalistici oggetto di questo scritto)


    ISTIGAZIONE

    Mi chiamo Massimo Franceschini, ho cinquantatré anni ed ho scritto un saggio sulla spiritualità, l’amore e i diritti umani.
    Sono attualmente impegnato nella scrittura di altri due libri.
    Dal 1983 sono un fedele della Chiesa di Scientology.

    L’esperienza religiosa, alcuni fatti osservati nella mia attività e il laicismo falsamente progressista di alcuni settori della cultura mi spingono a queste riflessioni.
    Mi riferisco essenzialmente, alla percezione e alla concezione che abbiamo in occidente della questione religiosa e di Scientology in particolare.

    La ristrettezza tutta occidentale della definizione di religione, può causare problemi di libertà e violazione dei diritti umani.
    L’antireligiosità di alcuni movimenti e settori della cultura mi preoccupano, per non parlare delle “inesattezze” e superficialità di alcuni giornalisti. Andiamo con ordine.

    Molti potenziali lettori cercano di capire se il libro da me scritto sia un testo religioso, mostrando chiaramente di non gradire questa eventualità.
    L’assicurazione di aver scelto un approccio spirituale non strettamente teologico o dogmatico, è generalmente gradita.
    Forse hanno messo in discussione i dogmi del passato, anche se mantengono un certo interesse per qualche tipo di trascendenza.
    Per contro, chi è già indirizzato in un percorso di natura spirituale ben definito e dogmatico, mostra prevalentemente un disinteresse per altri tipi di input.

    Altra cosa è vedere l’ennesimo libro, articolo o servizio illiberale, esempi di antireligiosità mai sopite, mascherate da “servizi alla società” contro le “sette”, guarda caso non quelle “sataniche”.
    Nei media capita raramente di trovare articoli o servizi scevri da pregiudizi su questi argomenti.
    Quando riportano di qualche “inchiesta” sulla mia Chiesa (un fenomeno che fortunatamente sta scomparendo), raramente si fa notare la sostanziale inesistenza dei presupposti stessi, come molte sentenze hanno già stabilito in tutto il mondo.
    Raramente osservano che il fenomeno è da interpretare come semplice intolleranza religiosa.

    Con queste pagine vorrei, nel mio piccolo, contribuire a valutare meglio le questioni ora esposte, fornendo il punto di vista di un semplice fedele, per nulla pentito della scelta fatta tanto tempo fa.

    L’esigenza nasce dopo aver constatato lo scarso “ecumenismo spirituale” della nostra cultura e, checché se ne dica, dalla profonda intolleranza e ingiustizia delle tesi contenute nelle pubblicazioni suddette.
    Parlo proprio di tesi, perché non stiamo parlando di “inchieste scomode”, magari rischiose, fatte da giornalisti che non guardano in faccia a nessuno, costi quel che costi.
    Onestamente, l’impressione è che gli autori raccolgano informazioni in modo tale da presentare e giustificare un’idea ben precisa, senza neanche adombrare la più piccola possibilità di errore.

    Siamo di fronte al vizio endemico che affligge gran parte del giornalismo moderno: tenere agganciato il lettore con lo shock.
    Tutti i giorni possiamo vedere come la violenza efferata o qualsiasi cosa provochi sgomento scali immediatamente la hit parade, spesso sottolineata con gli aspetti più truci o lacrimevoli.
    Il fatto che spesso non valutiamo è che i turbamenti non fanno ragionare e la violenza genera altra violenza; una cosa è informare, altra la morbosità di alcune interviste a caldo, per non parlare degli approfondimenti studiati a tavolino, pensati per far entrare lo spettatore proprio dentro il crimine.
    Il grave incidente stradale può trasformarsi così in paura di guidare, l’omicidio efferato in timore del prossimo, il reato dello straniero sbattuto in faccia a grandi titoli può fomentare intolleranza, solo per fare tre esempi.
    Quindi: informazione sì, morbosità no!
    Torniamo all’argomento principale.

    Il tipo di pubblicazioni e articoli cui accennavo, normalmente descrivono la nuova Chiesa e le associazioni no profit legate ad essa come un ricettacolo di ambiguità e malaffare, luoghi dove si consumano reati non perseguibili solo per mancanza di adeguate disposizioni di legge.
    Le tesi in oggetto sono generalmente di una certezza ferrea, dalla prima all’ultima riga: le “sette” sarebbero un malvagio e penoso fenomeno da debellare al più presto, con tutti i mezzi possibili.
    Gli autori aggiungono solitamente che la loro non è una caccia alle streghe, ma l’impianto accusatorio che non lascia spazio ad altre conclusioni o incertezze di alcun tipo, contraddice l’affermazione.
    Chi frequenta queste comunità è dipinto debole, problematico, instabile, credulone, invasato, sprovveduto, incapace di intendere e volere, temporaneamente non in grado di discernere a causa di situazioni contingenti la sua vita privata, illuso, poco razionale o interessato ai presunti benefici derivanti dall’associazione.
    Per colpire ancora più forte e aumentare l’effetto allarmistico, i giornalisti prendono spesso di mira personaggi famosi, politici e stimati professionisti che finiscono nella “rete” delle “sette”.
    Questo dovrebbe dimostrare la pericolosità del fenomeno, che evidentemente non riguarda solo ignoranti ed emarginati.
    Si parla con i “fuoriusciti” e ci si stupisce candidamente di come persone “normali” possano essere caduti temporaneamente nell’inganno.
    Per dimostrare il livello di infiltrazione delle “sette” nella società, uno di questi libri pubblica un elenco di persone più o meno famose, imprenditori e funzionari, che in qualche modo sarebbero venuti a contatto con queste associazioni.
    Anche qui si avverte che l’intento non sarebbe diffamatorio…
    L’idea generale è che, salvo la malafede, chi vi partecipa subisce in qualche modo un tipo di influenza più o meno strisciante, quando non violenta: in sostanza si partecipa perché plagiati, chi più chi meno. Ecco la parolina magica che sta loro tanto a cuore: PLAGIO.

    Lo scopo di queste pubblicazioni è, in ultima analisi, ripristinare il reato di plagio o favorire qualche nuova legge più presentabile, lamentando una presunta lacuna normativa.

    Non ho mai pensato di essere un “credulone”, mi ritengo razionale, per quanto possibile ho sempre cercato di informarmi e ponderare pro e contro. Sono un liberale (termine purtroppo abusato nell’Italia di questi ultimi anni), nel mio percorso in Scientology non ho mai subito violenze né tentativi di minare le mie certezze. Nessuno ha cercato di farmi abbandonare qualsiasi religione (Scientology è aperta a tutte le fedi) o spinto a violare la legge, anzi: il livello etico auspicato dalla Chiesa è altissimo.
    Contrariamente agli intolleranti, penso che una cultura impegnata a ostacolare percorsi alternativi di fede e conoscenza subirebbe un rapido e oscuro declino.

    Ricordiamo gli insegnamenti della storia: se non vogliamo riconsegnare il mondo al populismo (oggi purtroppo di nuovo in ascesa), diamoci da fare e iniziamo a ragionare!

    PLAGIO

    Riguardo all’argomento occorre subito spiegare che i termini della questione sono ovviamente sfumati e controversi, difficilmente circoscrivibili dalla legge.
    Per fare un po’ di chiarezza proverò a tracciare uno spartiacque.

    L’accezione del termine plagio che ci interessa ora, descrive l’azione di qualcuno tendente a mettere un’altra persona in stato di soggezione o sudditanza, con lo scopo di condizionarne il pensiero, le aspirazioni, la libertà di giudizio e le scelte.
    Per fare questo chi plagia sfrutta la debolezza dell’altro e una sua presunta o apparente “superiorità” di qualche tipo, nei confronti del plagiato.
    Come potete ben vedere, in questa descrizione potrebbero rientrare vari tipi di influenze portate all’estremo, che una persona riceve nell’arco della vita. I genitori certo ci influenzano fortemente, come gli amici più “svegli”.
    A volte conosciamo “leader naturali” cui vogliamo somigliare, che magari eccellono in settori della vita in cui noi siamo o ci crediamo penosamente in difficoltà. Anche la pubblicità ossessiva ci influenza “delicatamente” ma inesorabilmente, la scuola, il catechismo, i leader politici e chi più ne ha più ne metta.

    Dov’è il confine?
    In quale momento la comunicazione, la reiterazione, il convincimento, l’ammirazione o la devozione si trasformano in spersonalizzazione? Dove inizia il reato?
    Converrete con me che la questione è delicata.
    I tribunali spesso mettono in mano la cosa agli psichiatri, aumentando la confusione: allo psichiatra dell’accusa si contrappone quello della difesa, altrettanto “esperto” e argomentato.

    Ebbene uno spartiacque c’è, a volte i tribunali lo riconoscono, i media quasi mai: a loro interessa creare il caso, il caos e lo shock.
    Premetto subito che i termini della discussione riguardano individui maggiorenni, il minorenne è molto ben tutelato, almeno nei paesi più civili.

    Il vero plagio è una spersonalizzazione dell’individuo, condizionato fino al punto di cambiare notevolmente, subisce il cosiddetto “lavaggio del cervello”.
    Va detto chiaramente che questa condizione si può ottenere usando vari “ingredienti”, contro una persona cui sia già stata tolta la libertà di movimento.
    Questi ingredienti sono: violenza, tortura, privazioni di cibo, acqua, sonno, somministrazione di droghe e psicofarmaci, ipnosi e via dicendo.
    Varie combinazioni di questi fattori imposti per un tempo adeguato, possono trasformare completamente una persona, come la storia ha già dimostrato: gli psichiatri dei campi di concentramento e rieducazione sono esperti in queste tecniche al servizio di qualsiasi regime, indipendentemente dal colore politico. Uno dei termini tecnici che descrivono la cosa è “deprogrammazione”.

    In assenza delle condizioni descritte il plagio non esiste, se una persona “normale” non è violentata, drogata, punita, detenuta e ipnotizzata, è sempre in grado di intendere e volere, può fare della sua vita ciò che vuole.
    I reati sopra descritti hanno già un’ampia risposta dalla legge ordinaria, chiedere il ripristino del reato di plagio è perciò un malcelato e intollerante tentativo di reprimere le confessioni minoritarie, chiamate spregiativamente “sette”.

    ALLA RICERCA

    Quando incontrai Scientology era il 1983, avevo ventiquattro anni ed ero alla ricerca di qualcosa che rispondesse alle mille domande che mi frullavano in testa; leggevo continuamente e non stavo cercando esattamente nel campo spirituale; per la verità ero reduce da anni di impegno nel movimento libertario e tutto pensavo meno che interessarmi alla religione.
    Non ero esattamente ateo, anche se nella mia mente avevo già liquidato l’idea del Dio benevolo e onnipotente creatore del tutto, con i suoi misteri di fede. Dopo anni, anche grazie allo studio di Scientology, ho capito l’eccessiva semplificazione dei miei ragionamenti adolescenziali.

    Quando iniziai a leggere “Dianetics” (il libro fondamentale sulla mente scritto dal Fondatore di Scientology L. Ron Hubbard nel 1950), non avrei mai immaginato di essermi imbarcato in quella che considero ancora oggi una bellissima avventura; ricordo con piacere la gioia provata, quando mi resi conto che Scientology aveva i mezzi per dare la possibilità, anche ad una persona mediamente istruita come me, di accedere a livelli di comprensione della realtà e dello spirito assolutamente straordinari.

    Non ritengo qui opportuno spiegare i fondamenti di Scientology (chi è interessato può consultare il sito: www.scientology.it/), ciò che voglio far capire è la mia voglia di sapere e la sorpresa di trovare davanti ai miei occhi un enorme corpus di conoscenza sulla conoscenza stessa, sulla mente, lo spirito, la società, la vita e molto altro ancora.
    Questi dati erano presentati in maniera tale da essere valutati razionalmente, Hubbard raccomandava sempre di raggiungere una realtà personale sulla cosa, dopo averla studiata onestamente e messa in pratica.
    Oltre a ciò, gli obiettivi e l’etica di Scientology sono fondamentalmente condivisibili dalla maggior parte delle persone, chiese, governi e pensatori liberali.

    Nel suo lavoro trovai un grado di razionalità e coerenza inaspettato, la profondità delle sue osservazioni era incredibile.
    Sono convinto che Hubbard sia veramente riuscito a realizzare il suo scopo: portare le conoscenze umanistiche allo stesso grado di precisione delle scienze fisiche.
    Per fare ciò ha seguito un approccio “olistico”, più antico e tradizionale rispetto ai compartimenti stagni di un certo tipo di cultura.
    Faceva notare il paradosso che alcuni dati della fisica nucleare (da lui studiata per un po’), oltre a permettere la distruzione totale sviluppassero una sinergia incredibile con altri tipi di conoscenze.
    Da qui la scoperta di nuovi fenomeni che riguardavano la mente e lo spirito.
    Hubbard ha messo a punto delle metodologie per la mente, lo spirito, la vita e codificato assiomi e logiche profondamente innovativi; facendo tesoro della filosofia orientale, greca, europea e della scienza occidentale, Hubbard ha sviluppato una filosofia religiosa pratica totalmente nuova.

    Scientology è applicabile a tutte le attività umane, sia nel microcosmo individuale che nel macrocosmo planetario.
    L’essere spirituale può riacquistare consapevolezza della sua natura trascendente, con un marcato miglioramento nella condizione di essere e sapere. Oltre a ciò abbiamo la spinta all’avvento di una nuova era per i diritti umani, assolutamente necessaria nel mondo turbolento di oggi.

    La prima prova circa la funzionalità di queste scoperte, si palesò durante il corso sulla “tecnologia di studio”. Il metodo messo a punto da Hubbard è applicabile a qualsiasi materia, ad ogni livello culturale; mi ritrovai capace di studiare per ore con profitto, senza stancarmi, con piena soddisfazione. Tutte le cose che ho studiato in seguito, hanno sempre avuto lo stesso standard di comprensione e applicabilità. Scoprii con somma soddisfazione che funzionavano, senza doverci credere a priori!
    Ciò che è vero per te è vero” diceva Hubbard, l’unico dogma di Scientology.

    A questo punto, direte voi, se Scientology è così fantastica e funzionale perché a volte è combattuta?
    Perché è al centro di così tante polemiche?
    Ancora, gli atei che fine fanno nel disegno di Scientology?
    Avevamo proprio bisogno di una nuova religione?
    Ma non è una setta?
    Le religioni non hanno fatto altro che danni all’umanità!

    Proverò a rispondere nel modo più obiettivo possibile a queste domande, con la consapevolezza che nella società moderna, purtroppo, la religione è spesso non compresa, trovando ancora molti nemici.

    MATERIALISMO

    Per quasi trenta anni ho lavorato nel campo della ristorazione, stando in mezzo alla gente ho sempre avuto il polso della situazione: devo ammettere che, riguardo agli ideali più nobili, disillusione e cinismo sono sempre più diffusi, inoltre la cultura materialista ostacola le più alte aspirazioni dell’uomo e il suo innato senso religioso.

    Si diffonde sempre più il concetto “scientista” che la religione trovi la giusta interpretazione nell’ignoranza dell’uomo antico, che non possedeva le “risposte” della scienza.
    Questo nonostante i più antichi scritti dell’uomo risalenti a migliaia di anni fa, i sacri Inni Vedici, ci parlino già di un pensiero raffinatissimo, in cui si possono rintracciare le basi di tutta la cultura umana.
    Oggi però, l’astrofisico più autorevole annuncia l’imminente pubblicazione di una ”spiegazione del tutto” dal punto di vista scientifico, lasciando intendere la non necessità della trascendenza nell’origine della realtà.
    Nei talk-show e sulla stampa è ormai di moda interpellare scienziati, medici, fisici, neurologi, psichiatri e matematici, sui più classici argomenti filosofici e religiosi, quasi fossero i più legittimati a parlare di questi temi.
    La nostra più famosa astrofisica è spesso incitata a parlare di queste cose e sembra abbia sentenziato che “la materia esiste da sempre”.
    Il dato sarebbe anche corretto se si considerasse la nascita del tempo contestuale alla materia; purtroppo ciò che si vuol far credere è l’idea che prima dell’universo fisico non poteva esistere alcun Ente Immateriale.

    Sarebbe così la materia ad aver originato il pensiero, non viceversa.
    Fortunatamente esistono ancora scienziati non così dogmatici, l’equazione scienza uguale materialismo non è scontata!
    L’associazione fra i due termini porta discredito alla scienza e arricchisce in maniera impropria il materialismo, che vuole egemonizzare e piegare ai suoi scopi un magnifico metodo di conoscenza.
    Il materialismo cerca di dimostrare che tutto è materia e l’inesistenza o la non rilevanza del trascendente.
    Dio e lo spirito non sono dimostrabili, questo è l’assunto del materialista e tanto gli basta.
    In effetti ha completamente ragione, se ci riferiamo a dimostrazioni materiali, quantitative.
    Dio e l’anima non sono misurabili in quanto non hanno materia, energia, spazio e tempo: rientrano nella sfera di competenza filosofica, logica e religiosa, checché ne dicano le “neuroscienze”.

    Conosco persone arrabbiate con i preti e la Chiesa, altri non credono in un futuro dopo questa vita e forse non hanno avuto un buon rapporto con la religione.
    Negli ultimi anni si è sviluppato un movimento indiscriminatamente antireligioso, ultimo frutto della cultura materialista che tende ad appiattirci su falsi valori.
    Il senso religioso della nostra essenza immateriale e il sentimento di fratellanza universale possono essere così completamente ignorati, quando non combattuti.
    Certamente le guerre scatenate nel nome della religione, sommate ad altre contraddizioni storiche, hanno contribuito a indebolire l’importanza della spiritualità nella società.

    Chi ci guadagna da questa situazione?

    Chi sta fomentando l’odio antireligioso?

    Prima di affrontare questo argomento e focalizzare l’attenzione sui “nemici della religione”, credo sia utile sottolineare alcuni punti riguardo la religiosità, spesso non considerati dai media.

    RELIGIONE E SOCIETA'
    CONVERSIONE E INDIVIDUO


    Per analizzare appieno tutte le implicazioni nelle tematiche in questione, occorre riflettere sui seguenti fattori.

    I. Storicamente sappiamo che ogni pensiero dell’uomo può essere distorto e usato in maniera impropria.
    A volte le religioni sono state usate per dominare o combattere altre religioni, stessa cosa per le filosofie, le dottrine politiche e le ricerche scientifiche.
    Il problema è quindi l’uso che si fa di ogni conoscenza e cultura.

    II. Qualsiasi associazione, ente, società o Chiesa sono soggetti alla legge, eventuali reati commessi da singoli non dovrebbero comportare la persecuzione del gruppo di cui fa parte.

    III. Il pensiero religioso è, per sua natura, caratterizzato da una concezione globale della realtà e della vita.
    In esso troviamo, insieme alla filosofia (la religione è in effetti una filosofia), i più alti livelli di riflessione, la contemplazione e l’auspicio per nuovi stati di esistenza.
    Nella religione abbiamo una visione globale della realtà trascendentale e materiale, che è sovente accompagnata da un alto senso di responsabilità verso il bene comune. Il fedele sente di doversi impegnare attivamente (dando l’esempio e aiutando il prossimo), nel promuovere e costruire la pace e l’armonia universale.

    IV. Uno dei concetti che distinguono la religione da altri sistemi di pensiero, è la “salvezza”.
    Questa può essere intesa in vari modi ma è, generalmente, la comprensione o una nuova consapevolezza della propria natura spirituale, il ricongiungimento verso una dimensione “divina”.
    Ognuno di noi è in qualche modo parte di un disegno più grande, in ognuno di noi c’è del “Divino”.

    V. I concetti appena espressi spiegano perché le chiese tendono a fare proseliti: la salvezza, la realizzazione dell’armonia universale, il ricongiungimento con il Divino, il superamento di questa realtà materiale e la rivelazione della nostra vera natura, non possono essere soltanto un fatto individuale, per forza di cose.
    Le attività benefiche delle Chiese e delle associazioni laiche collegate, aiutano il prossimo in difficoltà e favoriscono la creazione di una società più giusta, a misura d’uomo e più serena.
    Il realizzarsi di una società pacifica, tollerante e rispettosa dei diritti umani, favorirebbe il cammino spirituale di chi fosse interessato ma gioverebbe anche alla società intera, atei e agnostici inclusi.
    La puntualizzazione qua espressa, serve a far comprendere anche un altro aspetto della questione: spesso negli articoli e pubblicazioni suddette, appare il concetto che le “sette” sarebbero più tollerabili se non facessero proselitismo.
    Come abbiamo appena visto ciò è impossibile, data la natura e le aspirazioni dei movimenti religiosi.
    Questa richiesta cela spesso una falsa tolleranza, un sentimento antireligioso e illiberale che se la prende soprattutto con le confessioni minoritarie; sono convinto che se prendesse piede nella società e nella politica, alla lunga ostacolerebbe tutte le religioni.
    Ho letto anche critiche alle attività difensive legali della Chiesa, come se non ne avesse diritto.
    Complimenti, una bella visione di democrazia, molto liberale!

    VI. Ora veniamo alla dimensione individuale: l’individuo che compie una conversione religiosa, che ha una “illuminazione” o qualsiasi altro nome gli si voglia dare, non fa altro che scoprire o riscoprire verità “superiori” (perché trascendenti); la nuova ottica porterà cambiamenti nel suo modo di essere e di vivere.
    La natura così fondamentale di queste idee può spiegare lo stato d’animo più tranquillo e positivo, una rinnovata energia verso la vita, diversi comportamenti, persino un diverso aspetto esteriore.
    La religione “cambia”, per forza di cose e questo fatto è spesso usato dai detrattori: descrivono la persona come non più “normale”, possono definirlo “pazzo” o “invasato”, dicono che gli è stato fatto il lavaggio del cervello.
    Nella maggior parte dei casi, sono gli antireligiosi (o quelli che intendono l’appartenenza a una fede un fatto dogmatico e immutabile), ad avere un problema: non tollerano che il loro coniuge, parente o amico perda tempo con certe cose.
    Chi inizia a interessarsi alla religione si sente una persona nuova, più consapevole e libera, spesso chi si sente “danneggiato” è proprio il detrattore: magari traeva un vantaggio di qualche tipo dalla “normalità” precedente.
    I detrattori, gli antireligiosi o chi avversa le altre religioni, impazziscono addirittura quando vedono che il fedele dona tempo e denaro (a volte molto), per la nuova causa.
    Certe persone considerano “scandaloso” che si facciano donazioni alla chiesa, ma non tengono conto di una cosa: da sempre le chiese si sostengono e possono compiere la loro opera con il contributo volontario (tempo, denaro e altro), da parte dei fedeli ed è giusto così.
    Criticare le chiese per i soldi ricevuti in donazione e i beni posseduti potrebbe forse avere un senso, qualora tali ricchezze non fossero devolute esclusivamente alle attività umanitarie, pastorali, di sopravvivenza o fossero estorte con la forza.
    Solo per fare un esempio, l’annosa diatriba fra Scientology e il fisco americano si risolse automaticamente quando la Chiesa (senza che fosse tenuta a farlo), decise di attuare un’operazione di trasparenza mai vista prima: dimostrò esattamente come impiegava le donazioni dei fedeli e la totale assenza di attività o investimenti commerciali.
    Nei paesi più liberali le donazioni si detraggono dalla denuncia dei redditi, in quanto lo Stato riconosce alla Chiesa un ruolo estremamente positivo per la società.
    Per quanto riguarda Scientology, uno degli esempi più eclatanti di ciò è il corpo dei Ministri Volontari, forse il più grande gruppo di soccorso al mondo.
    Nelle aree colpite da sciagure naturali e di altro tipo ma anche nella vita di tutti i giorni, il Ministro Volontario ha la missione di aiutare e soccorrere il prossimo; nel caso di sciagure assiste e fornisce supporto e coordinamento organizzativo, anche a tutte le persone impegnate nei soccorsi.
    Valga per tutti l’esempio di dedizione ed efficienza nell’occasione dell’attacco alle Torri Gemelle, riconosciuto e premiato dalle istituzioni coinvolte nei soccorsi.
    Il Ministro Volontario aiuta gli altri usando alcuni dati basilari di Scientology incredibilmente efficaci: aiuta i colpiti dalla sciagura e coordina la fase organizzativa dei soccorsi, inoltre fornisce un aiuto individuale a riprendersi velocemente dallo stress o dalla stanchezza per le ore di soccorso prestato.
    Solo uno stolto laicismo falsamente progressista, può mettere in dubbio il diritto delle chiese a sopravvivere e dire la loro su vari temi sociali ed etici. Certamente la politica deve essere autonoma, laica e prestare attenzione a tutte le componenti sociali: quando non ascolta anche il mondo della spiritualità ma solo la demagogia antireligiosa, è certamente miope e poco lungimirante.

    VII. Molti dimenticano (o non sanno), che il sentimento di condivisione e di appartenenza ad un culto, è storicamente il primo e più importante fattore aggregante nella società.
    Gli esseri si uniscono e cementano la loro nazione con la comunione degli ideali più elevati e fondamentali, che sono per forza di cose trascendenti, religiosi.
    Come la storia ha dimostrato, i regimi politici che non hanno valori spirituali e considerano l’uomo un robot o soltanto una macchina biologica, non durano a lungo.

    Credo che la considerazione di questi punti possa già dare un quadro più onesto ed equilibrato del problema, anche se credo sia utile approfondire altre questioni.

    I FUORIUSCITI

    Uno degli aspetti più tristi del giornalismo non obiettivo, è l’uso dei “fuoriusciti” a sostegno della tesi di partenza.
    Questo metodo è spacciato come “giornalismo verità” ma guarda caso, non è mai bilanciato con l’ascolto di chi invece la pensa diversamente.
    I commenti positivi di coloro che appoggiano con convinzione le associazioni e la Chiesa, soprattutto se “autorevoli”, confonderebbero il lettore che potrebbe porsi qualche domanda di troppo.

    Da quando frequento Scientology ho conosciuto varie persone che hanno abbandonato o rallentato il percorso, con varie modalità e per motivi diversi.
    Si va dalla perdita di interesse a impedimenti di vario tipo per un impegno assiduo, fino a liberarsi da responsabilità assunte per tornare a consuetudini precedenti, sicuramente più remunerative o “comode”, forse meno appaganti.
    Ad ogni modo non ho mai sentito critiche feroci, né rinnegare il percorso fatto e il contributo donato.

    La cose cambiano quando il fuoriuscito inizia ad accusare.
    Ne ho conosciuto uno che poi ho visto in televisione a parlar male della Chiesa ma, guarda caso, questa persona ha sempre tenuto un comportamento “sopra le righe”, tendeva spesso a violare le regole dell’associazione, con un approccio molto “personale” alla cosa.
    Un giornalista deve ovviamente avere tutti i diritti ad ascoltare chi vuole, ma dovrebbe sentire anche fra la stragrande maggioranza dei fedeli, contenti di frequentare la Chiesa.

    L’altro aspetto della questione mai preso in considerazione, è la particolare situazione in cui viene a trovarsi chi intraprende un cammino religioso. Abbiamo già detto che la religione o un “rinnovamento spirituale” cambiano le persone.
    Il fedele, il convertito e tutti quelli che sentono una spinta verso il trascendente, si considerano “persone nuove”, spesso più felici e con uno spiccato senso di responsabilità per il bene della collettività.
    Seguono un’etica personale e universale che può portare a nuovi e diversi comportamenti, con vari gradi di rottura verso passate abitudini ora ritenute sbagliate.
    A volte questo sentire cozza con le richieste delle persone vicine che cercano di ostacolarlo o che semplicemente non tengono conto della nuova situazione.
    Possiamo avere ricatti morali, opere di convincimento stressanti, fino ad arrivare nei casi estremi al rapimento fisico.
    I giudici si sono occupati spesso di sequestri organizzati da parenti prossimi, che ingaggiano psichiatri deprogrammatori: veri e propri criminali che usano detenzione, privazioni, droghe e violenze come modus operandi per il lavaggio del cervello e ricondurre il fedele nell’alveo della “normalità”.
    Numerose sentenze (che i media ovviamente trascurano), testimoniano queste nefandezze.
    Anche se questi sono casi estremi, la vita di un fedele può diventare quasi un inferno a causa delle sue scelte.
    Può essere combattuto fra l’amore per le persone care diventate ostili e la responsabilità interiore per le scelte fatte e gli impegni assunti.
    La Chiesa cerca di aiutarlo ricordandogli le sue vere motivazioni, lo spinge a non abbandonare il cammino, a rinnovare il senso di responsabilità che la consapevolezza religiosa comporta.
    Se le cose non degenerano, se non si interrompe la comunicazione, parenti e amici spesso comprendono, se non condividono, i nuovi orizzonti spirituali e culturali; purtroppo in alcuni casi per il fedele non è facile gestire questa situazione e qualcuno (una esigua minoranza), “risolve” la cosa abbandonando l’associazione e criticando.
    Ciò è anche fisiologico in tutti i rapporti umani e sociali perciò, se si vuole veramente conoscere qualcosa o qualcuno e farsene un’idea propria, non è buona cosa ascoltare soltanto chi la critica.
    Non è un metodo di conoscenza “onesto” ma guarda caso, è usato dai media quando hanno interesse a parlar male o creare shock dove spesso non c’è niente.
    A sostegno di ciò che sto dicendo abbiamo il parere pressoché uniforme degli studiosi dei movimenti religiosi.
    Nelle loro ricerche hanno osservato che le dichiarazioni e motivazioni addotte da fuoriusciti e apostati sono spesso “viziate” e inaffidabili: l’esigenza di sentirsi ancora nel giusto dopo aver abbandonato un percorso così importante può prevalere su ogni altra considerazione e spingerli a comportamenti scomposti, a dichiarazioni incoerenti e irrazionali.

    I NEMICI DELLA RELIGIONE E LE CAMPAGNE DI SCIENTOLOGY

    Tutte le religioni nel loro stadio nascente, volendo o no sono andate a cozzare contro schemi, consuetudini e interessi particolari, l’“innesto” ha spesso scatenato polemiche da parte dei settori più conservativi della società.
    Che io sappia, Scientology non è mai stata avversata dalle altre confessioni, almeno ufficialmente; normalmente è la gogna mediatica (strumento della moderna persecuzione), a definirla una “setta”.

    Quando i giornalisti si occupano della Chiesa, non nominano mai una pubblicazione importantissima che risolverebbe molti dubbi.
    Il libro cui mi riferisco si intitola: “Scientology, Teologia e pratica di una religione contemporanea”, ed è stato distribuito gratuitamente dalla Chiesa a moltissime personalità, enti, associazioni, parlamenti, ministeri e giornalisti.
    In esso troviamo studi e relazioni sulla religione di Scientology, fatti dai più autorevoli studiosi mondiali di religioni.
    Anche se hanno approcci e background differenti il loro parere è, invariabilmente, che Scientology ha pieno diritto ad essere considerata una religione, rispettandone appieno tutti i requisiti.

    Inoltre, ogni qualvolta i tribunali hanno dovuto approfondire la questione per cercare di capire di cosa si stesse parlando, non hanno potuto fare a meno di sentenziare la natura religiosa di Scientology, in ogni parte del mondo.
    Molti organismi giuridici evidenziano che non esiste e non dovrebbe mai esistere un’autorità che dia “patenti religiose”: entrano in gioco principi di libertà e diritti umani.
    I fedeli riconoscono l’attività pastorale e umanitaria della chiesa, che la distingue da altri tipi di associazioni.
    Scientology è alla luce del sole per chi voglia informarsi onestamente, considerarla una “setta” è sintomo di una fondamentale antireligiosità, che se la prende con le confessioni minoritarie.
    Forse perché in esse possiamo ancora trovare lo spirito propulsivo delle origini che gli antireligiosi e i materialisti ben conoscono e temono?

    Quando personalità attente ai diritti umani hanno difeso Scientology dagli attacchi in Germania (poi azzerati dai tribunali), non hanno impropriamente evocato paragoni con l’Ocausto ebraico, il più grande crimine contro l’umanità: hanno solo fatto notare che le “parole d’ordine” contro Scientology erano, guarda caso, sovrapponibili a quelle che precedettero la persecuzione degli ebrei.
    Era solo per ricordare come certe aberrazioni siano dure a scomparire, anzi, i nuovi populismi le stanno rilanciando!
    Nella società esistono forze e interessi particolari che, se non contrastati consapevolmente, potrebbero portarci verso un nuovo conflitto globale.

    Inoltre, se guardiamo attentamente possiamo intuire il pericolo dell’avvento di un “grande fratello mondiale”: sarebbe sostenuto dai grandi media, altamente invasivo della sfera privata tramite la tecnologia informatica e sponsor del controllo farmacologico sull’umore, con la scusa della “salute mentale”.
    Il pretesto della “sicurezza” ci darà società sempre più controllate, ingessate e povere culturalmente, materialmente e spiritualmente.
    La Chiesa di Scientology promuove da sempre varie attività umanitarie (anche laiche ed aperte a tutti), che vanno ad ostacolare interessi forti e particolari.
    Di cosa sto parlando?

    Hubbard, la Chiesa e associazioni laiche sensibili ai diritti umani, hanno da sempre avversato chi mette in pericolo le libertà civili e religiose, la dignità e integrità dell’individuo.
    Il primo bersaglio è stato ed è il sistema psichiatrico mondiale.
    Le inchieste del Comitato dei Cittadini per i Diritti dell’Uomo (una onlus laica aperta a tutti creata dalla Chiesa e da uno psichiatra noto a livello mondiale per le sue battaglie a favore di una riforma della psichiatria), hanno rivelato precise responsabilità, ammesse poi dagli stessi psichiatri, nell’ideazione dell’Olocausto; successivamente si è fatto luce sui veri obiettivi del movimento per la salute mentale negli U.S.A., rivelando un disegno di legge atto a consegnare la sorte di individui e governi nelle mani della psichiatria.
    Inoltre sono stati smascherati gli psichiatri che stavano dietro l’Apartheid in Sud Africa e, invariabilmente, in tutte le persecuzioni etniche, fino ai giorni nostri.

    Altra grande battaglia si sta combattendo contro gli psicofarmaci (niente altro che una camicia di forza chimica), figli di questa era materialista e meccanicista.
    Parliamo di un business di trecento miliardi di dollari l’anno, che è arrivato a toccare anche i bambini, con diagnosi a dir poco “fantasiose” e prive dei normali riscontri scientifici.
    I neuro scienziati studiano il cervello sempre più a fondo e preparano farmaci per eliminare i ricordi “traumatici”, nell’intento di azzerare qualsiasi psicoterapia, come se l’uomo fosse fatto solo di chimica.
    La concezione moderna che l’essere umano sia soltanto una macchina biologica distrugge la religione e la filosofia: vuol dire che non possiamo elevarci intellettualmente e spiritualmente verso stati di essere superiori o affrontare i problemi e le sfide della vita con il nostro pensiero.
    Per questo si combattono droghe e psicofarmaci, moderni sostituti dell’intelletto, della creatività e dell’arte.

    Hubbard ha scoperto gli esatti meccanismi mentali e spirituali innescati da droghe, tossine e radiazioni, che possono impedire una completa rinascita spirituale.
    Da questa conoscenza ha messo a punto un programma di disintossicazione senza l’uso di farmaci (NARCONON per i tossico-dipendenti), statisticamente e di gran lunga più efficace di tutti.
    Altri interessi messi in pericolo per i mercanti di droghe mondiali e per chi specula sulla “cura” alle tossico-dipendenze.

    Sempre Hubbard ]ha elaborato la tecnologia di studio più efficace al mondo, a cui accennavo in precedenza.
    Non sto parlando di scuole con strane regole dettate da psicologi, metodi di lettura o memorizzazioni.
    Abbiamo qui la precisa individuazione delle vere barriere allo studio e dei metodi per affrontarle.
    Questa tecnologia sostiene l’impegno della Chiesa per l’alfabetizzazione mondiale.
    Paradossalmente il mondo moderno non è riuscito a debellare l’analfabetismo e molti giovani diplomati inorridiscono al solo pensiero di continuare a studiare.
    Scientology insegna, anche tramite un’associazione laica di volontariato (ABLE International), la “Tecnologia di studio” a studenti e insegnanti che poi la trasmettono nelle scuole.
    Ripeto che parliamo di un metodo di studio, non della dottrina di Scientology.

    Ora guardiamo un’altra grande battaglia che vede impegnato il CRIMINON (un’altra associazione laica), che scaturisce dalla comprensione circa la natura fondamentalmente onesta dell’essere umano.
    Da questi dati Hubbard elaborò tutta una serie di studi, esercizi e azioni, in grado di ripristinare l’integrità e il rispetto di sé da parte del criminale.
    Sempre più direttori di carceri, giudici, funzionari di polizia di tutto il mondo restano sbalorditi, quando osservano i risultati di questi metodi: carceri pacificate e ritorno al crimine pressoché annullato.

    Parliamo ora dell’impegno mondiale di Scientology per la fratellanza universale e il ripristino dei concetti di onore e dignità, oggi fuori moda in questo mondo egoista, materialista e turbolento.
    Questa è la Fondazione della “Via della felicità”, dall’omonimo codice morale laico sviluppato da Hubbard.
    Questo trova un generale accordo fra le più disparate popolazioni, religioni, chiese, credenti e non credenti.
    La distribuzione di centinaia di migliaia di opuscoli nelle aree calde del pianeta (ad esempio Israele e Palestina), è la testimonianza di questo impegno.

    Veniamo ora all’impresa produttiva e commerciale, una delle attività umane in cui la riuscita o il fallimento dipendono sia dall’etica e abilità del manager, come da una conduzione accorta e lungimirante.
    La “Tecnologia amministrativa” sviluppata da Hubbard (consegnata laicamente da WISE International), è una diretta estensione delle scoperte sul funzionamento dello spirito e della vita stessa.
    Questi dati sono applicabili sia dal singolo, che nel suo microcosmo scopre di avere le stesse funzioni di un’organizzazione, che da qualsiasi azienda o ente, grande quanto il mondo intero.

    L’ultima e forse più importante campagna è quella per l’affermazione dei diritti umani, che sono il vero punto di svolta per la convivenza libera e pacifica su questo pianeta.
    L’etica della “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo” è, a ben vedere, l’unica soluzione per far convivere tutti i popoli e le etnie in pace, ma anche chi crede con chi non crede o crede ad altro.
    Nei diritti enunciati troviamo il più alto rispetto per l’individuo, le sue aspirazioni, organizzazioni, la sua religiosità o non religiosità.
    Solo la piena applicazione della Carta garantirà la pace, la giustizia e l’equilibrio, in questo mondo che appare sempre più confuso, in preda a vecchi e nuovi populismi, a dinamiche globali armate di tecnologie sempre più invadenti e devastanti.
    Portare la conoscenza dei trenta diritti umani a persone, enti e associazioni, spronare le istituzioni ad applicarli e farli conoscere nelle scuole è un imperativo, per tutti quelli che hanno a cuore le sorti del pianeta e della civiltà.
    Guardate i bellissimi video prodotti da “Gioventù per i Diritti Umani” e capirete l’importanza del messaggio.

    In concomitanza a queste campagne, la Chiesa è impegnata in una monumentale opera di traduzione e pubblicazione dell’enorme mole di materiale lasciata da Hubbard, con due obiettivi principali.
    Il primo è rendere disponibile l’opera nella sua completezza teorica e pratica, come richiesto da Hubbard stesso: voleva rendere possibile studiare e sperimentare tutto il suo percorso in ordine cronologico.
    Il secondo obiettivo è fornire alcuni di questi materiali di interesse e uso generale, in una forma immediatamente comprensibile e applicabile nella vita anche ai non fedeli, atei compresi.
    Non c’è un motivo per negare alla società le conoscenze positive di Scientology, non connesse direttamente con la sua dottrina o con il percorso spirituale.

    Al fine di scindere nettamente i due campi, come abbiamo visto la Chiesa favorisce la nascita delle associazioni laiche di volontariato aperte a tutti e qui menzionate; a questi soggetti può fornire un sostegno tecnico e una supervisione amministrativa del tutto legittima, visto che usano alcuni dati di Scientology di cui la Chiesa detiene i diritti d’autore, donati da Hubbard stesso.
    Il management della Chiesa è impegnato a mantenerli puri, senza deviazioni o alterazioni.

    Gli antireligiosi e la lobby dell’intolleranza, non vogliono o non possono vedere l’aiuto che le associazioni danno alla società, preferiscono spacciarle come espedienti della Chiesa per ottenere visibilità.
    Ciò che in effetti rivelano è malafede e una visione distorta, illiberale e antireligiosa.
    Spero che questa breve panoramica sulle attività della Chiesa e delle associazioni laiche, aiuti a comprendere i termini della questione e i veri interessi in gioco.

    CONCLUSIONE

    Attaccare queste associazioni e opere, non fa altro che favorire gli illiberali e tutti quelli che si avvantaggiano dalla negazione dei diritti umani, chi guadagna miliardi con droghe e psicofarmaci, chi sfrutta l’analfabetismo, la mancanza di etica, onore, amore e rispetto verso il prossimo.

    Questi sono i veri nemici della libertà e dell’umanità.

    Negare alla Chiesa di Scientology, a qualsiasi Chiesa o associazione umanitaria il diritto a dare un contributo vitale e positivo alla società, sarebbe l’ultima pazzia di qualche regime votato al fallimento, l’ultimo passo verso un mondo senza ideali e onore.

    La prossima volta che incontrerete un articolo allarmistico, cercate di indovinare le vere “sette” all’opera.

    Ogni volta che vi sbatteranno in faccia le meravigliose scoperte delle “neuroscienze”, provate a immaginare il mondo prossimo venturo e datevi da fare!


    22 dicembre 2013

    Edited by massimofranceschini - 18/2/2020, 00:11
     
    .
0 replies since 9/2/2016, 12:55   152 views
  Share  
.