LIBERIAMO L’ITALIA: I MIEI AUSPICI PER L’INIZIO DI UN PERCORSO

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    Articolo pubblicato anche su ATTIVISMO.INFO

    Dopo la bella partecipazione alla manifestazione di Roma del 12 ottobre che dava corso a questo appello nazionale, il comitato promotore di “Liberiamo l’Italia” ufficializzava l’inizio del processo costituente convocando un’assemblea per questo 7 dicembre con lo scopo di consolidare l’omonimo movimento politico democratico con questa bozza di manifesto politico, a cui oggi fa seguire questa bozza di statuto. Entrambi i documenti saranno quindi sottoposti al vaglio del processo costituente e dei Comitati Popolari territoriali che si stanno formando in tutto il Paese.

    Il fermento è così grande che già domani si andrà a manifestare sotto il Parlamento in difesa dell’uso del contante e contro il MES.

    Personalmente ho salutato con entusiasmo le iniziative, in quanto indette con l’intento di coinvolgere e riunire la società civile al di fuori delle divisioni partitico-ideologiche, riunendo lo spirito patriottico e sovrano intorno alla Costituzione ed alla bandiera nazionale.

    Come affermavo in questo appello a sostegno della manifestazione occorre ricordare che siamo un Paese occupato: un Paese in cui vige un regime di finta democrazia, in cui elezioni gestite dai media principali portano in Parlamento soggetti troppo condizionati da ambiti e sfere di influenza esterne alla società che li esprime e li vota.

    I processi decisionali della nostra morente democrazia sono inquinati e determinati da centri di potere privati, finanziari e di altro tipo, che cavalcano la globalizzazione e la “tecnica”, che dispongono dei media e dei maggiori centri culturali per confezionare un “pensiero unico” di matrice apparentemente “progressista” al fine di controllare il pensiero stesso e spostare continuamente le sovranità del Paese al di fuori dello Stato.

    Il risultato di questo quadro è presto detto: lo Stato di diritto in cui ogni cittadino dovrebbe riconoscersi, in cui dovrebbe trovare sostegno ai suoi diritti e possibilità di espletare i suoi doveri per il bene collettivo è ormai una scatola vuota; il diritto stesso non offre più certezze, se non a chi in grado di abusarne per fini privati che niente hanno a che fare con il bene della persona e collettivo.

    I centri di potere privato che hanno costruito e che gestisco la UE decidono la nostra vita e le sorti del nostro Paese: una situazione di occupazione vera e propria da parte di una tecnocrazia finanziaria e bancaria le cui determinazioni non sono meno devastanti delle bombe di altre guerre.

    Questa è la situazione con cui ogni movimento politico si deve confrontare, il rischio di non influire sul potere così pervasivo che occupa le nostre menti e le nostre vite è grande: il “sistema” ha armi che solo pochi sono stati in grado di prevedere nei decenni passati, a livello politico, sociologico e letterario, strumenti che ora sono nelle nostre mani ma che controlliamo solo in apparenza mentre si fanno rete invisibile che traccia le nostre esistenze.

    Il mio auspicio per questo movimento è il seguente: che riesca a sviluppare le abilità necessarie a coinvolgere il maggior numero di cittadini possibile, al fine di creare una forza di “pressione” verso una coscienza collettiva consapevole dei cambiamenti necessari alla politica ed alla vita individuale e collettiva.

    I principi sono tracciati dalla Costituzione del 48 ma la strada si è persa, sta a noi ritrovarla.



    5 dicembre 2019
     
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