UN PROGRAMMA POLITICO SOVRANISTA ED UMANISTA

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    La strada per coinvolgere il maggior numero di persone e soggetti

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    il mio libro, un programma politico ispirato ai diritti umani


    La fase sociale, culturale e politica attuale si caratterizza principalmente per due gravi macro pericoli.

    Il primo pericolo è dato dall’uso massiccio della tecnologia in ogni ambito umano.
    Controllata da lobby sovranazionali in mano a poche famiglie e “logge” che ne determinano anche gli usi e le direttrici della ricerca, la tecnologia sta rischiando di:

    A. distruggere la vita sul nostro pianeta (armi nucleari);


    B
    . modificare a fini di controllo ogni ambito umano:

    i. intimo personale (a. psicofarmaci ; b. esperimenti genetici e sulla vita non esclusivamente incentrati su una “sana” medicina che rispetti l’identità e l’integrità psico-biologica dell’essere umano);

    ii. intimo ricreativo/virtuale (implementazione sempre maggiore di tecnologia atta a traslare nel mondo virtuale una quantità sempre maggiore di attività, dati e tempo libero);

    iii. sociale/culturale/ambientale (
    a
    . controllo dei media e della cultura da parte di pochi gruppi elitari;
    b
    . controllo dell’istruzione verso un freddo tecnicismo anti filosofico-spirituale, che taglia di fatto gran parte della cultura dell’uomo;
    c
    . controllo dell’emissione del denaro;
    d
    . distruzione e controllo a fini di dominio e commerciali di ambiente e risorse;
    e
    . implementazione di automatismi tecnologici, cibernetici e di intelligenza artificiale in un numero sempre maggiore di ambiti, che sostituiranno di fatto il controllo e la volontà umana per un numero sempre maggiore di attività ed ambiti).

    La causa del primo pericolo credo sia da individuare, storicamente, nell’avvento dell’era moderna “positivista” e “materialista” che, grazie ad alcune contraddizioni della cultura precedente, ha affermato una cultura “opposta”, altrettanto contraddittoria negli esiti, che sta progressivamente ponendo le basi del REGIME TECNOCRATICO DI CONTROLLO prossimo venturo.

    Come la storia insegna tale regime si instaurerà, con tutta probabilità, dopo una guerra o degli eventi devastanti atti a giustificarne l’avvento.

    Il secondo pericolo è in parte conseguenza del primo e si può sostanzialmente descrivere come una fondamentale delegittimazione dei migliori ideali universali: i 30 Diritti Umani.

    La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è sostanzialmente non attuata, anche se sottoscritta dalla maggioranza degli stati che si sono automaticamente impegnati a difenderla ed ottemperarla, anche tramite le loro costituzioni.

    Con la giustificazione di dover evitare gli orrori delle due Guerre Mondiali la politica mainstream, guidata da occulti interessi privati transnazionali, ha reso possibili le perdite di sovranità nazionali tipiche della nostra era in favore di organismi internazionali di varia natura, ma sostanzialmente privati, non rispondenti a mandati elettorali.

    L’uso di alcuni Diritti Umani per giustificare azioni che con essi non hanno niente a che vedere, ha inoltre creato un cinismo generalizzato verso la politica e la possibilità di una convivenza civile pacifica e cooperativa.

    Questo cinismo è immediatamente visibile e percepibile ogni volta che si interpellano persone sui problemi principali che i media mettono in primo piano o leggendo i commenti dei più, anche nei gruppi o pagine web che dovrebbero essere più consapevoli ed informati.

    Anche i gruppi cosiddetti “sovranisti” non sono esenti da queste problematiche, albergando ancora al loro interno varie matrici ideologiche “novecentesche”, o pulsioni populistico-giustizialiste-autoritarie-estremistiche, di fatto distruttive e controproducenti per qualsiasi sforzo di creare un nuovo soggetto politico che abbia una chance di smarcarsi dalla politica mainstream e guadagnare visibilità.

    La formazione di una vera e consapevole alternativa al “sistema lobbistico” necessita quindi della consapevolezza di dover creare un soggetto politico post ideologico ispirato ai valori dei 30 Diritti Umani, finalmente da attuare veramente nel loro complesso.

    La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo si rivela, a ben vedere, il documento adatto a rappresentare il minimo comun denominatore per la protezione dell’individuo e delle sue attività, della famiglia e di tutte le manifestazioni della socialità, del lavoro e della cultura.
    Tale protezione potrà favorire la realizzazione di una moderna socialità cooperativa in cui le differenze di pensiero, di status sociale e di “appartenenza” siano rispettate e possano rendersi “comunicanti” fra loro, senza la “necessità” di doversi “demolire” a vicenda.

    Il vero crimine in ambito sociale e politico è, di fatto, qualsiasi intolleranza che non riconosca la dignità di ogni essere umano in quanto tale.
    Dignità che deve essere preservata anche nel caso si renda necessario limitare la libertà di chi violi tale patto sociale.

    Solo una consapevolezza positiva di tal genere avrà una possibilità, comunque difficilissima data la pervasività del sistema lobbistico vigente, di dare un’opportunità ad una politica “ecumenica” e creativa, atta a dare una speranza ai più, ormai non attivi socialmente e politicamente, ed a quelli attivi non facenti parte del sistema politico-burocratico.

    Le considerazioni sin qui espresse, l’esperienza della politica e l’urgenza data dai due pericoli descritti, ci dovrebbero far capire la necessità immediata della creazione di un soggetto politico-culturale che possa dare una nuova speranza alla civiltà del diritto oggi in grave crisi, illuminata dai 30 Diritti Universali.
    La teorizzazione e la creazione di un nuovo Stato Libero del Diritto e del Cittadino è ormai improrogabile, pena l’accelerarsi della diminuzione dei diritti e delle libertà già in atto.

    Tale urgenza è abbinata alla consapevolezza della vastità di tematiche e delle ramificazioni di pensiero e di intervento rese necessarie dai due pericoli sopra esposti e dalla necessità di attuare i 30 Diritti Umani in tutti gli ambiti della vita sociale.

    La consapevolezza della vastità di problemi ed aree su cui sarebbe giusto dire qualcosa ed intervenire, non dovrebbe però farci dimenticare l’urgenza: la necessità di creare una vasta aggregazione politico-culturale che parta dalla definizione iniziale di poche ma chiare macro aree di intervento, atte a determinare immediati cambiamenti nello status quo e ridare speranza alla politica per una civiltà migliore.

    Tali cambiamenti saranno per forza di cose progressivi e andranno di pari passo con la crescente consapevolezza della società civile che si riuscirà a coinvolgere.

    Le macro aree di intervento su cui chiedere aiuto e consenso e su cui si svilupperà lo sforzo creativo e propositivo del nuovo soggetto politico potrebbero essere così descritte:

    1. Immediata attuazione e/o rivitalizzazione dei principi costituzionali, dei meccanismi della politica, dei luoghi e dei modi di rappresentanza, dei regolamenti e degli iter legislativi già esistenti ed in linea con i 30 Diritti Umani, affinché sia impedito alla politica ed alla legge di perseguire interessi privati od anti-costituzionali più o meno occulti, nazionali o sovra-nazionali.
    Si impone anche uno studio di come la Costituzione Italiana ed i luoghi della politica, ove necessario, possano maggiormente aderire ai Diritti Umani e vincolare i poteri “legislativo”, “esecutivo” e “giudiziario” al loro rispetto.

    2. Progressivo recupero delle sovranità nazionali perdute, schiacciate, regalate od esposte agli attacchi di organismi sovra-nazionali di varia natura.
    Queste le sovranità in questione: politica, legislativa, economica, monetaria, finanziaria, sanitaria, energetica e militare.
    Per attuare i Diritti dell’Uomo occorre far sì che lo Stato riprenda, anche se in maniera assolutamente trasparente, il controllo parziale dell’economia ora in mano alla finanza ed alle multinazionali, dell’intero settore di servizi al Paese, degli asset strategici, delle infrastrutture, della finanza e della moneta.

    3. Informare correttamente sul fatto che la creazione del denaro e del debito sono le armi moderne con cui si combatte la guerra che la finanza sta vincendo sull’economia produttiva.
    Informare correttamente sulla possibilità che il denaro sia emesso dallo Stato senza debito e nel pieno controllo di qualsiasi ripercussione interna ed esterna.
    Occorre far capire che la moneta, ormai sottratta dalla necessità di un corrispondente aurifero e creata “dal nulla”, deve essere considerata una mera infrastruttura commerciale atta a favorire gli scambi fra i cittadini, le imprese e l’amministrazione, emessa da una Banca D’Italia ri-nazionalizzata.
    In attesa che il necessario dibattito sull’Europa di oggi e sull’Euro dia i suoi frutti, si disporrà comunque una necessaria proposta di sovranità monetaria parziale, coesistente con l’Euro, non in conflitto con i trattati europei inopinatamente firmati senza l’adeguato coinvolgimento della società civile.

    4. Delineare i benefici di una politica volta all’attuazione dei Diritti Umani ed al recupero delle sovranità, in particolare di quella monetaria, che renderanno possibile raggiungere i seguenti obiettivi:

    i. servizi basilari, infrastrutture, istruzione, sanità e previdenza gratuiti;

    ii. piena occupazione e determinazione di uno stipendio minimo garantito e indicizzato, tale da soddisfare i bisogni e le necessità dell’individuo e del nucleo familiare, a cui il settore privato dovrà e potrà attenersi;

    iii. una bassa fiscalità soggetta alle limitazioni date dalla reale capacità contributiva, restante il soddisfacimento dei diritti fondamentali del singolo, della famiglia e dell’impresa; la fiscalità rimarrebbe come opportuna “leva” con cui l’amministrazione dello Stato terrà sotto controllo l’inflazione ed altri parametri economico-monetari, e con cui potrà incentivare/disincentivare comportamenti sociali virtuosi/distruttivi; tassare fortemente e disincentivare la speculazione finanziaria, riformare/regolamentare la borsa per impedire che possa essere il luogo in cui muore l’economia produttiva in favore della finanza;

    iv. diminuzione del debito pubblico e determinazione di quale sua parte possa essere eventualmente considerata illegittima, nell’ottica della Costituzione e dei Diritti Umani;

    v. salvaguardia e potenziamento nella loro capacità di produrre ricchezza e benessere sociale di territorio e patrimonio artistico;

    vi. volgere al benessere sociale e nazionale e sganciare da interessi privati ricerca scientifica, farmaceutica ed energetica;

    vii. avere un’industria militare operante per il solo fabbisogno della difesa nazionale a cui sia vietato vendere armi all’estero;

    viii. rivedere nell’ottica dei Diritti Umani e della pace internazionale tutta la politica estera e le alleanze, la difesa, l’appartenenza alla NATO e la partecipazione ad azioni militari internazionali;

    ix. impegnarsi a livello internazionale senza compromessi per il disarmo nucleare e per la liberazione del territorio nazionale dalle armi nucleari presenti;

    x. controllare e fermare i flussi migratori senza violare i Diritti Umani ed internazionali; sfruttare l’immigrazione residua come opportunità creativa per chi si aiuta e per il nostro Stato; occorre garantire sicurezza e dignità agli immigrati disposti ad essere inseriti in un percorso civile di crescita e produttivo di scambio alla comunità che li ospita; occorre creare progetti di ritorno ai Paesi d’origine implementati dai Ministeri degli Esteri, Economici, dell’Istruzione, della Difesa e di altri eventualmente necessari, dotati di nuove capacità progettuali ed operative atte a cambiare in meglio le sorti dei Paesi di provenienza e lo scambio economico e culturale fra i loro paesi liberati ed il nostro.

    xi. riformare e finanziare il settore della “giustizia” per eliminarne i problemi di efficienza e di enorme difficoltà di approccio da parte del cittadino; garantire una seria e competente difesa d’ufficio; eliminare le violazioni dei diritti umani nel regime detentivo; implementare ogni soluzione si sia dimostrata utile al ripristino della dignità dei detenuti, che devono poter tornare con il loro percorso di crescita, lavoro e servizio, per quanto possibile, in buoni rapporti con la società che hanno danneggiato con i loro reati; rivedere il “peso” e l’opportunità delle consulenze “psichiatriche” in ambito processuale, sempre più criticate per la loro a-scientificità;

    xii. eliminare tutte le violazioni dei Diritti Umani nel campo della “salute mentale” e dei trattamenti sanitari obbligatori ed eliminare le “complicità giuridiche” con tali violazioni; rimettere l’ambito in mano alla medicina tradizionale ed “alternativa” non violenta; implementare un “approccio umanistico” per un settore ora in mano ad una psichiatria e ad un’industria farmaceutica ormai molto discusse e sulle quali esiste ampia documentazione di violazioni dei Diritti Umani e di perseguimento di interessi commerciali.

    I quattro punti appena descritti dovrebbero essere il cardine aggregante e vincolante di partenza, che ogni soggetto partecipante potrà sottolineare a seconda delle sue inclinazioni e cultura ma che, in ogni caso, dovrà consapevolmente e responsabilmente perseguire, su cui si impegnerà e su cui chiederà impegno ad un numero potenzialmente ed esponenzialmente sempre maggiore di persone e soggetti.

    L’urgenza di una novità politica richiede consapevolezza, impegno ed una definitiva comprensione dei problemi attuali e della necessità di aggregare il maggior numero possibile di persone su quei valori universali senza i quali saremo condannati ad un futuro già vissuto, con l’aggravante del dominio tecnologico sempre più incontrollato e stringente.

    Ne va della libertà di tutti.



    31 luglio 2017


    Edited by massimofranceschini - 11/1/2020, 15:15
     
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