DIRITTI UMANI: 10 PUNTI PER UNA NUOVA POLITICA SENZA COMPROMESSI

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    Portiamo razionalità e speranza in politica

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    il mio libro, un programma politico ispirato ai Diritti Umani dove sviluppo le questioni qui brevemente espresse


    L’era che stiamo vivendo ha, fra le altre, due importanti connotazioni:

    TECNOLOGIA e PAURA.

    Uscita dal sapere dell’uomo la TECNOLOGIA sta purtroppo sovrastando tutti gli altri saperi e culture, con due suoi nefasti “prodotti”.

    Il primo è un “tecnicismo amorale” che pretende poter fare tutto ciò che sembra tecnicamente fattibile, in ogni campo e senza remora alcuna.

    Il secondo è, ovviamente, il “consumismo”: la predominante attenzione all’ultimo manufatto, reale o virtuale che sia.
    Il consumismo è “intrattenimento”, passatempo “perfetto”, anelito di un’umanità votata all’apatia, miraggio per chi non può.

    Il ristretto sistema lobbistico privato che controlla tecnologia, ricerca e, tramite i media la comunicazione, sta favorendo un consumismo ed un tecnicismo inconsapevoli, senza remore, cultura e valori.

    Data la distruzione dei sistemi scolastici e della CULTURA i “valori” di massa residui sono parole d’ordine di cui molti non vedono o comprendono veramente gli esiti reali: “liberalismo”, “assenza di frontiere”, “libera circolazione”, “liberalizzazione”, “privatizzazione”, “competitività”, “efficienza”, “flessibilità”, “sicurezza”, “condivisione”, “integrazione” ed altri.
    Vanno a formare quel magma melenso che i lacchè delle lobby, equamente suddivisi nella politica e nel mondo scientifico-intellettuale mainstream, ci propinano ogni giorno nei talk.
    Un magma di ipocrisia per libertà appannaggio di pochi, responsabilità celate e dignità calpestate.

    Veniamo alla PAURA.

    Per chi ancora riesce a lavorare o produrre qualcosa la paura è spesso mascherata da incertezza, preoccupazione o prudente “conservatorismo”.
    La dilagante precarizzazione di quanto si era costruito o conquistato di onesto, giusto, umano e sociale, un percorso certamente imperfetto e non concluso, instilla giorno dopo giorno una continuo senso di angoscia, a cui si aggiunge una sorta di “timore reverenziale” per tutto ciò che non riusciamo a capire, a controllare.
    Da qui la sfiducia per il futuro, il cinismo strisciante per lo stato delle relazioni umane, la frustrazione per l’apparente impossibilità di poter realizzare in terra i migliori ideali ed il “rifugio” nell’ambito privato di vari e fugaci intrattenimenti edonistici.
    Un’umanità siffatta è quindi schiava, delle “sue” idee sulla realtà, che appare irriformabile e senza via d’uscita.

    La politica abbandona così gli ideali ed anche l’elettorato più fedele al mainstream destra/sinistra sa, in fondo, che non verrà nulla di veramente buono dal votare come “deve”.
    La maggior parte della politica di “opposizione” non pensa veramente di poter governare, si limita a berciare le sue “ragioni” mentre attende l’elargizione di uno spicchio di “paradiso istituzionale”.
    La politica antagonistica è troppo impegnata a distruggere.

    La politica ha però, o dovrebbe avere, la funzione e la responsabilità di concretare i migliori ideali non per farne specchietto per allodole inebetite, ma per costruire una “policy operativa” degna di essere attuata.

    La POLITICA è il ponte fra l’ideale e la sua attuazione.
    Occorre quindi una politica nuova, un nuovo inizio.

    Propongo di ripartire proprio dai valori più universali, di fatto più traditi, incompresi e malamente “plagiati”: i 30 DIRITTI UMANI.

    Traditi dagli stati nazionali che li hanno sottoscritti ma mai completamente attuati.
    Incompresi nel loro equilibrio post-ideologico ed anti classista.
    “Plagiati” da interpretazioni “di parte” per convenienze di potere e commerciali sostanzialmente private, anche se apparentemente supportate da eserciti nazionali e coalizioni varie.

    La NUOVA POLITICA DEI DIRITTI UMANI deve quindi mostrare la strada che uno Stato Sovrano dovrebbe intraprendere, per ridare dignità alla sua amministrazione, alla società civile, al cittadino.
    Queste le DIECI direttrici più importanti:

    I. “ripulire” i meccanismi della politica stessa ed i luoghi di rappresentanza da qualsiasi ombra ed interesse privato, occulto, nazionale o sovra-nazionale;

    II. modificare i regolamenti e gli iter legislativi affinché sia impedito alla politica ed alla legge di perseguire interessi privati od anti-costituzionali;

    III. ridare sovranità all’individuo per tutti quegli ambiti in cui i suoi diritti, la sua sicurezza e la sua dignità sono ora calpestati; garantire sicurezza e dignità agli immigrati disposti ad essere inseriti in un percorso civile di crescita e produttivo di scambio al Paese; occorre inserirli in progetti di ritorno ai Paesi d’origine implementati dai Ministeri degli Esteri, Economici, dell’Istruzione, della Difesa e di altri eventualmente necessari, dotati di nuove capacità progettuali ed operative atte a cambiare in meglio le sorti dei Paesi di provenienza e lo scambio economico e culturale fra i loro paesi liberati ed il nostro;

    IV. recuperare le seguenti sovranità nazionali perdute, schiacciate o regalate ad organismi sovra-nazionali, privati e non eletti: politica, legislativa, economica, finanziaria, militare;

    V. riprendere il controllo parziale dell’economia, delle aziende di servizio al Paese, delle infrastrutture, della finanza e della moneta, per creare uno stato in cui:

    A: i servizi basilari, le infrastrutture, l’istruzione, la sanità e la previdenza siano gratuiti;

    B: il lavoro sia incentivato, sicuro e ben corrisposto;

    C: l’impresa commerciale sia correttamente stimolata, ma senza poter creare trust o monopoli tali da uccidere la concorrenza e senza la possibilità di diminuire i diritti, la sicurezza e la retribuzione del lavoro dipendente come da punto (B); per i trust multinazionali presenti si preveda un regime di tassazione adeguato e l’obbligo di sottostare alle stesse leggi sul lavoro e sulla concorrenza;

    D: la moneta, ormai sottratta dall’aver valore in base al corrispondente aurifero, sia considerata una mera infrastruttura commerciale atta a favorire gli scambi fra i cittadini, le imprese e l’amministrazione, emessa dalla Banca D’Italia ri-nazionalizzata e perciò non generante debito (si dispone di un ventaglio di proposte che vanno da una “Nuova Lira” a dei “Certificati di Credito Fiscali”, entrambi ed eventualmente coesistenti con l’Euro);

    E: la bassa fiscalità residua sia in ogni caso soggetta alle limitazioni date dalla reale capacità contributiva restante il soddisfacimento dei diritti fondamentali del singolo, della famiglia e dell’impresa; la fiscalità deve rimanere soltanto una delle leve con cui l’amministrazione dello Stato tiene sotto controllo alcuni parametri economico-monetari ed incentiva/disincentiva comportamenti sociali virtuosi/distruttivi, non com’è ora: sostituto della sovranità monetaria e quindi atto con cui l’amministrazione dello Stato “rapina” la società civile e produttiva;

    F: la speculazione finanziaria sia fortemente tassata e disincentivata, la borsa sia fortemente riformata/regolamentata;

    VI. salvaguardare e potenziare nella loro capacità di produrre ricchezza e benessere sociale il territorio ed il patrimonio artistico;

    VII. volgere al benessere sociale e nazionale e sganciare da interessi privati ricerca scientifica, farmaceutica ed energetica;

    VIII. ripulire il settore della “giustizia” dai suoi enormi problemi di efficienza e dalle difficoltà di approccio da parte del cittadino; garantire una seria e competente difesa d’ufficio, eliminare le violazioni dei diritti umani nel regime detentivo, implementare ogni soluzione si sia dimostrata utile al ripristino della dignità dei detenuti, che devono poter tornare con il loro percorso di crescita, lavoro e servizio, per quanto possibile, in buoni rapporti con la società che hanno danneggiato con i loro reati; rivedere il “peso” e l’opportunità delle consulenze “psichiatriche” in ambito processuale, assai criticate per la loro a-scientificità;

    IX. eliminare tutte le violazioni dei Diritti Umani nel campo della “salute mentale” e dei trattamenti sanitari obbligatori e rivedere le “complicità giuridiche” con tali violazioni; rimettere l’ambito in mano alla medicina tradizionale ed “alternativa”; implementare un “approccio umanistico” per un settore ora in mano ad una psichiatria e ad un’industria farmaceutica ormai molto discusse e sulle quali esiste ampia documentazione di violazioni dei Diritti Umani;

    X. rivedere nell’ottica dei Diritti Umani e della pace internazionale tutta la politica e le alleanze internazionali, la difesa, la produzione e la vendita di armi, la partecipazione ad azioni militari internazionali; impegnarsi senza compromessi per il disarmo nucleare mondiale e per la liberazione del territorio nazionale dalle stesse.

    Occorre argomentare e dimostrare che i 10 punti sono vitali e fattibili, se crediamo che tutto non sia già scritto, che il dominio della tecnologia e della paura possa finire e che l’uomo sia migliore di quanto possa “sociologicamente” sembrare, proprio come afferma la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO.

    Se la politica non assume queste priorità ma ricerca obiettivi di minor portata omette di svolgere il suo vitale ruolo creativo, diventando di fatto un “esercizio di stile”, nel migliore dei casi, in cui ci si confronta/scontra senza modificare di un millimetro lo status quo, spesso per servire interessi personali e “di parte”.

    Questo il programma politico esteso.


    7 luglio 2017


    Edited by massimofranceschini - 5/11/2018, 12:59
     
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