LO STATO NON ESISTE PIÙ E LA SOCIETÀ CIVILE?

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    Urge una nuova consapevolezza da parte di tutti

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    nel mio libro linee guida auspicabili


    Leggo sul Corriere della Sera di oggi un interessante articolo del sociologo Giuseppe De Rita sulla crisi della pubblica amministrazione intitolato: "I rischi del decisionismo senza corpi intermedi".

    L'analisi è corretta ma molto insufficiente, tace infatti sulle cause del vero problema che sta alla base di tutto e che fa dire ad alcuni commentatori (Ainis e Cassese) come ammette lo stesso De Rita, che LO STATO NON C'È PIÙ.

    Se lo Stato non c'è più, dico io, CHI COMANDA?

    Andiamo con ordine.
    Prima di parlare della crisi dei corpi intermedi De Rita inizia osservando la moderna verticalizzazione del potere (uno sforzo di ristabilire il primato della politica), un problema che nasconderebbe quello della catena di comando oggetto dell'articolo.

    Dopo aver annotato che la verticalizzazione ha contribuito a "declassare il concetto della mediazione e la prassi della concertazione" De Rita osserva giustamente: "Il decisionismo politico porta certamente al primato del comando; ma questo rimane nullo senza una catena di comando che trasmetta alle strutture amministrative e alle periferie del sistema le opzioni di vertice… Ad un progressivo accentramento delle funzioni di governo in alcune sedi di vertice (forse in una sola) si accompagna infatti una altrettanto progressiva povertà dei meccanismi attuativi in cui incanalare la politica. Alcuni apparati ministeriali in pratica esistono ormai solo di nome, vuote macchine senza identità...intere macchine burocratiche sono presidiate da personale contabilizzato 'a giornata' da alcune grandi società di consulenza e quindi senza alcuna possibilità di professionalizzazione e di carriera...mentre tutti ce la prendiamo con la mancanza di legalità negli apparati pubblici, la crisi vera sta nel fatto che quegli apparati non funzionano, quasi non esistono più".

    Come dicevo analisi corretta ma insufficiente, non basta certo come fa l'autore guardare al mondo delle imprese "dove l'attenzione è spasmodica verso quei dirigenti e quadri chiamati a trasmettere gli impulsi e i comandi dall'alto, ma anche a creare quel tessuto di relazioni di reciprocità senza il quale nessuna organizzazione può vivere".

    Tutto ciò ora non è possibile per i problemi ben descritti in precedenza ma, soprattutto, per ben altre cause.
    La drammatica realtà del governo, dello Stato e dell’amministrazione è certo causata dall'azione “autistica” delle alte sfere di comando provenienti da partiti "personalistici" e "oligarchici", ma ciò non basta per capire completamente.

    Cosa o chi sta causando ciò?

    Se non capiamo perché i partiti, i sindacati ed i vertici delle amministrazioni sono irraggiungibili e "disconnessi" dalla catena di comando, per non parlare della società civile, non avremo il quadro completo, ce la prenderemo indiscriminatamente con chi "sta in alto" e continueremo a votare il "meno peggio" o chi "ci conviene".

    Se non capiamo che esiste una "cupola" di lobby e organismi internazionali extraparlamentari che di fatto sono i veri referenti di quei politici e amministratori che sembra più facile incolpare, non avremo capito un bel niente e continueremo a leggere giornali pieni di analisi superficiali e "politicamente corrette".

    Le lobby che ci governano affermano da anni (le librerie sono piene di inchieste in tal senso) che la democrazia è superata e inefficiente per governare, e stanno spingendo per modifiche alle costituzioni nazionali allo scopo di favorire organismi internazionali per lasciare mano libera alle multinazionali, già di fatto più forti degli Stati Nazionali.

    È assolutamente ora che la società civile e intellettuale esprima una forte spinta al cambiamento e formi nuovi movimenti politici ispirati ai Diritti Umani ed alle Costituzioni, che abbiano inoltre prassi e procedure di verificabile trasparenza.

    Solo così riavremo un'amministrazione efficiente e motivata a tutti i livelli.

    Solo così riavremo uno Stato degno dei suoi cittadini.

    Solo così sapremo "chi comanda" veramente.


    22 marzo 2016


    Edited by massimofranceschini - 10/11/2018, 15:25
     
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  2. Cristina1
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    Già. ...chi ci salverà dallo strapotere del nuovo capitalismo? In molti stanno perdendo la speranza e ci si sente impotenti e in realtà lo siamo finché qualcuno non abbia il coraggio di far rispettare i diritti umani in ogni ambito. È importante conoscerli prima di tutto e probabilmente pochi di noi li conoscono veramente . ..eppure sarebbero gli unici garanti di una vita sociale a "misura d'uomo"!Cristina
     
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    :) :) :) :) :)
     
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  4. Enrico1
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    Mi permetto di aggiungere che un piano di rifondazione costituzionale della PA debba riprendere "i concorsi" e proibire qualsiasi ingresso che non sia attraverso la concosualità, in quanto l'impreparazione e l'ignoranza diffusasi nella PA attraverso altri sistemi (ad esempio calamità naturali o legge degli anni '90 sulla Dirigenza) è la vera e "radicata cancrena" di tutta la PA che ha portato all'allargata sudditanza della PA alla politica di turno.
     
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    Vero, concordo.
     
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