PROTESTA INCIVILE PROTESTA INUTILE

per non morire sotto le bombe della retorica

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    Per non morire sotto le bombe della retorica

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    fonte immagine: Vimeo

    Le drammatiche e controproducenti proteste ad un articolo del professor Panebianco sul Corriere della Sera di qualche giorno fa, gli hanno ripetutamente impedito di svolgere alcune lezioni riproponendo così l’ennesimo schema in cui il vincitore è, come al solito, il sistema.

    Parlo di sistema perché il professore è anche editorialista di uno di quei giornali che, di fatto, rappresentano e difendono “democraticamente” lo status quo consolidato delle varie lobby che ci governano veramente, di cui la lobby mediatica è strenua garante.

    Nel pezzo di Panebianco che riguardava la situazione libica non troviamo certo niente di nuovo, è l’esortazione ad una maggior sensibilità per la difesa del territorio dal pericolo islamico proveniente dalla Libia, che la politica sembra colpevolmente non avere.

    L’autore si preoccupa dell'ISIS, del venir meno dell’influenza geopolitica americana, ed esorta la classe politica a guardare in faccia la realtà di un pericolo imminente a cui non si dovrebbe rispondere tardivamente e senza preparare l’opinione pubblica.

    Niente di nuovo sotto il sole quindi, il tono e gli argomenti sembrano razionali, anche espressi pacatamente.

    Non vi è alcun accenno di analisi storica sulle gravi responsabilità dell’Occidente che invece un suo illustre collega, Sergio Romano, parlando di terrorismo e immigrazione evidenziava poco tempo fa nelle stesse colonne in questo modo: “le guerre dell’Occidente hanno considerevolmente peggiorato la situazione”.

    Insomma, siamo alle solite: la maggior parte delle penne autorevoli dei media giocano facile con gli allarmi, però a giochi ormai fatti, quando ipotizzare politiche alternative sembra tardivo, inconsistente, quasi “osceno”.

    Il gioco del sistema è quello di creare nascostamente un problema, deprecarne la natura e invocarne una soluzione armata nel momento in cui questa appare inevitabile.

    E giù con la retorica contro i “pacifisti”, come se la Costituzione non esistesse, e dagli ad apostrofare come complottisti e vittimisti chi osa chiedere conto dei traffici e delle responsabilità di un Occidente che tradisce democrazia e Diritti Umani, che però invoca quando “deve” fare guerre.

    Ecco allora che il professore risponde oggi con un pezzo in cui si dice scosso ma non intimidito, e sembra avere buon gioco a smontare “democraticamente” i modi della protesta in questo modo: “...un’aggressività che si pretende guidata da motivi politici rende possibile l’illusione che si tratti di un comportamento ‘nobile’, guidato da alti ideali morali.
    La politica è, da sempre, il ricettacolo e la calamità di frustrazioni personali che vi cercano una qualche forma di legittimità la quale, a sua volta, serva a giustificare odio e aggressività
    .”

    Capito il giochetto?

    Come se la politica non sia anche il ricettacolo di ambizioni di potere, di retorica moraleggiante mentre si tradiscono gli ideali più nobili giocando con la vita, la dignità e la sopravvivenza delle persone, come se le uniche responsabilità dello status quo siano nelle teste “bacate” di chi protesta in maniera sguaiata e, dico io, controproducente.

    Come se i media, anche i più “democratici” e “ortodossi”, non abbiano gravi responsabilità per i problemi che affliggono la modernità e per il “costume” di ogni espressione pubblica.

    Non facciamoci irretire dalla solita retorica “civile” ma a senso unico.

    Contemporaneamente però dobbiamo capire che se vogliamo avere una chance di cambiare le cose dobbiamo essere più civili di quelli che si fregiano di esserlo, combatterli aspramente sì ma con modi e linguaggi inattaccabili che non distolgano l’attenzione dai contenuti.

    Le proteste violente, i linguaggi scurrili, gli attacchi alla dignità personale fatti nei social ai pur deprecabili politici, non fanno altro che un gran servigio a quel sistema che usa il garbo dell’eloquio e la pacatezza dei modi per distogliere l’attenzione dalle vere questioni e venderci l’ennesima ricetta di “sicurezza” e “responsabilità”, mentre ci fa stringere ogni giorno la cinghia sempre più e riduce ogni spazio di libertà.

    Diventiamo allora noi i veri responsabili, inchiodiamo civilmente la classe politica e le lobby che la comandano alle loro responsabilità, rinnoviamo la forza di quello che una volta era chiamato Stato di Diritto.


    25 febbraio 2016


    Edited by massimofranceschini - 13/11/2018, 23:03
     
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  2. Cristina1
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    Sono assolutamente d'accordo con te Massimo. Quello che manca ormai da anni è un progetto lucido ed equilibrato che possa realmente e concretamente migliorare la società e la politica. Abbiamo bisogno di rivoluzionari che siano capaci,seri,pacifici e testimoni di verità e concretezza.Siamo stanchi di reazionari da talk show e di dibattiti da bar sport! Cristina

    Edited by massimofranceschini - 30/4/2016, 08:13
     
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    Appunto...grazie!!
     
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  4. giovanni2
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    Concordo pienamente con il tuo pensiero, ho anche una preoccupazione, a mio avviso, la questione italiana non è più risolvibile democraticamente.
    Si è partiti da una casta dei politici e da li, a cascata, se ne sono formate a iosa, tassisti, notai, farmacisti, ogni corporazione si è cinta di un muro spesso chilometri e difficile da abbattere.
    Avremmo bisogno di un punto zero, da quel momento rispetto rigoroso delle leggi e certezza della pena.
    Solo cosi potremo riprendere la fiducia verso le istituzioni.
    Dal punto di vista pratico sono in forte disagio, non so più a chi votare, e devo assolutamente farlo, non posso esimermi.
    Ad oggi non mi rappresenta nessuno.
    Ciao e grazie dello spazio concessomi.
     
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    Grazie a te per l'attenzione.
    Anche io non mi sento rappresentato, in genere voto per chi ritengo in quel momento il "meno peggio".
    Io credo che l'unica soluzione l'avremo se riusciremo a creare un movimento politico ispirato ai Diritti Umani e alla Costituzione che elabori programmi e prassi per applicare la Costituzione e i diritti in tutti i campi in cui non sono applicati completamente. Secondo me è l'unico modo e non sarà certo facile.
    Ci sto scrivendo un libro.
     
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4 replies since 25/2/2016, 20:50   258 views
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