Posts written by massimofranceschini

  1. .
    Differenze di vedute

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    riflessioni che svolgo in maniera più compiuta qui


    Nell’ambito della conoscenza umana, la questione sulla natura di quelle che chiamiamo emozioni, sentimenti e stati di essere, quindi sulla reale nostra natura interiore è ovviamente centrale.

    Se pensiamo di essere soltanto “materia biologica” saremo per forza orientati, in larga parte, a considerare il nostro essere un qualcosa di “meccanico”, dipendente da leggi e comportamenti che hanno come paradigma il mondo materiale e la soddisfazione di impulsi e necessità biologiche.

    Anche se avremo il talento e la disposizione a far lavorare il nostro intelletto, le considerazioni cui giungeremo saranno determinate, ovviamente, anche e soprattutto dal nostro materialismo basico.

    Tenderemo a spiegare l’uomo, la natura, il pensiero, persino il nostro comportamento come “necessario”, sostanzialmente indipendente da qualsiasi altra considerazione di ordine etico, morale, filosofico, intellettuale.

    Non sto certo affermando che i materialisti siano necessariamente senza etica, né che non esistano sistemi morali laici, dico solo che scavando a fondo nel sistema di pensiero e nelle motivazioni del materialista troveremo, coerentemente, la parola “biologia”.

    Se al contrario consideriamo la nostra essenza cosciente di natura altra rispetto la parte biologica, potremmo sviluppare un sistema di idee e considerazioni che avrebbero "essere" e "pensiero" come ambiti favoriti in cui ricercare la natura della nostra identità e su cui stabilire una condotta.

    Un sistema di pensiero che potrebbe essere laico o religioso ma che, pur riconoscendo un certo grado di influenza da parte del vissuto, dell’ambiente e della “necessità biologica”, avrebbe sempre volontà e responsabilità individuale al centro dell’essere e del vivere.

    Un sistema di valori che, se non viziato da paure ed autoritarismi vari, tenderà a cercare un’“armonia responsabile” fra il microcosmo individuale e il macrocosmo degli altri e della vita.


    2 novembre 2015


    Edited by massimofranceschini - 25/10/2018, 17:28
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    L'argomento su cui i media fanno il peggior servizio

    lawrence-wright
    fonte: verbavolant.org

    nel mio libro linee guida per una vera libertà di religione e per degli onesti media pubblici


    Nelle società moderne il combinato drammatico di una scuola che non funziona, di un mondo del lavoro senza protezioni, regole e umanità e che impone di lavorare oltremodo, quando va bene, delega di fatto ai media la formazione dell’opinione pubblica ed un ruolo sempre più rilevante nella crescita degli individui.

    Giornali, informazione tv, internet e intrattenimento sono in mano a poche lobby private che sponsorizzano un giornalismo la cui filosofia, contenuti e modus operandi sono profondamente influenzati da un mix ideologico laicista, scientista e cinico di matrice psico-sociologica.

    La situazione appena descritta, la caccia alla notizia scioccante, la frenesia nel confezionare un prodotto che attacchi le persone allo schermo ed agli spot, crea una grande distanza fra la verità oggettiva e la realtà mediatica.

    Lo leggiamo tutti i giorni, anche a livello locale.

    Il costante calo delle vendite di giornali e di audience dei programmi di informazione testimonia il rifiuto del pubblico della visione mediatica tetra, caotica, cinica e senza speranza.

    Uno degli argomenti dove le “imprecisioni” giornalistiche, ed uso un eufemismo, superano di gran lunga la verità dei fatti è quello delle nuove religioni, Scientology in particolare, bollate come sette.

    A queste imprecisioni si è largamente abbandonato un premio Pulitzer americano, Lawrence Wright, con un libro da cui è anche stato tratto un film-documentario molto discusso.

    La quantità di falsità e corbellerie è così grande che la Chiesa si è vista costretta ad aprire un intero sito per rispondere e documentare punto per punto.

    Il link seguente è una traduzione, anche se non ancora completa, del sito statunitense:
    www.verbavolant.org/content/le-cantonate-di-lawrence-wright.

    Pratico Scientology dal 1983, per cui posso testimoniarne con cognizione di causa.
    Ebbene, mi sento di affermare tranquillamente che almeno il 95% di ciò che normalmente è spacciato come verità su Scientology è errato, tendenzioso ed ingiusto, inclusi libro e film in questione.

    Credo che tutte le religioni abbiano subito attacchi dallo status quo nella fase iniziale, Scientology non fa eccezione, oggi gli antiquati roghi e crocefissioni sono diventati gogna mediatica.

    Attenzione, dico mediatica, non giuridica o processuale: la stragrande maggioranza di tribunali, istituzioni, associazioni, comitati e persone oneste scevre da pregiudizi che hanno conosciuto, in un modo o in un altro, gli scritti, la Chiesa di Scientology, le associazioni di volontariato o i gruppi di protezione civile e assistenza dei suoi Ministri Volontari testimoniano pressoché uniformemente che la Scientology, i suoi principi e pratiche sono di grande aiuto a livello individuale e sociale.

    Le campagne di denuncia e miglioramento sociale di Scientology sono evidentemente una voce liberale di verità troppo grande e scomoda per chi sopprime individui e società con tasse, caos, guerre, analfabetismo e droghe.

    La crescita esponenziale di Scientology che ormai conta migliaia di chiese, missioni e gruppi in tutto il mondo e in tutte le culture, testimonia la veridicità del suo percorso di riscoperta e rinascita spirituali e l’efficacia delle metodologie donate al mondo dal suo fondatore, L.Ron Hubbard.

    Se leggiamo le ormai numerose perizie che i maggiori studiosi mondiali di religione hanno scritto su Scientology, vediamo invariabilmente l’affermazione che gli scritti e le pratiche della Chiesa rientrano rigorosamente nell’alveo delle religioni non dogmatiche, per certi versi simili a sensibilità e background orientali.

    Una raccomandazione importante che fanno i sociologi delle religioni, è prendere con le pinze le “testimonianze” degli apostati che abbandonano polemicamente un percorso religioso.
    Sanno per esperienza che i racconti di questi soggetti sono largamente inaffidabili e viziati dall’astio con cui cercano di rivalersi, dopo aver invariabilmente danneggiato in qualche modo il gruppo che hanno abbandonato.

    La civiltà occidentale ed i suoi diritti faticosamente conquistati sono sempre più in pericolo, non ci accorgiamo dell’esistenza di un terrorismo endogeno che ha lo scopo di favorire legislazioni più repressive e intolleranti.

    Il libro del sig. Wright e il film del sig. Gibney contribuiscono a creare quel clima perché le presunte coercizioni che pretendono di documentare non esistono.

    Sia Wright che Gibney si sono fidati ciecamente delle testimonianze di alcuni apostati che sono stati espulsi dalla Chiesa di Scientology per indegnità e abusi, almeno 10 anni fa; solo in seguito si sono uniti per rilasciare testimonianze false e pure a pagamento, nel gretto tentativo di vendicarsi per essere stati rimossi dalle loro cariche ecclesiastiche.

    Bisogna ragionare con la propria testa e documentarsi onestamente prima di scrivere, perché la libertà di religione è alla base di ogni democrazia che voglia chiamarsi e rimanere tale.

    Non abbiamo bisogno di media che cercano di farci il lavaggio del cervello.


    10 aprile 2015.

    Il 2017 ha visto uscire in Italia un bellissimo libro su Scientology da parte di un teologo cattolico, che rende giustizia a questa nuova religione.

    Questo il link del libro che vede anche la mia recensione: www.ibs.it/scientology-liberta-imm...e/9788837231194


    Edited by massimofranceschini - 22/11/2018, 15:05
  3. .
    Un insieme di riflessioni di anni addietro

    Erich_Fromm
    fonte immagine: Wikimedia Commons


    Questo scritto vuole essere un punto di vista controcorrente rispetto al consenso pressoché unanime di cui gode l’opera.

    Certamente non una critica radicale a quanto di positivo l’amore è in grado di suscitare, non sono il cinico che va predicando l’inutilità, persino l’inesistenza del “vero amore”.

    Credo ancora in esso al punto di averci scritto un libro, nonostante esempi drammaticamente scoraggianti e la falsa realtà che i media ci rappresentano, incluse le “discutibili” rubriche psicologiche nelle riviste.

    Senza l’amore per le cose, le persone, il creato, gli ideali, non saremmo uomini ma una razza animale di robot funzionanti a stimolo-risposta, il destino che del resto ci attende se non ci risvegliamo velocemente: il regime tecnologico di controllo globale è alle porte.

    E’ certo che l’amore “maturo” richieda consapevolezza, intenzione, volontà, un certo tipo di “sacrificio” che a ben vedere tale non è, complicità ed empatia; tutte cose che spesso dimentichiamo crescendo e che, se siamo abbastanza fortunati da essere ancora forti e se cerchiamo i giusti stimoli culturali e sociali, possiamo anche riscoprire, magari ricordandoci come l’amore sia connaturato da sempre al nostro essere.

    La mia critica è un fondamentale disaccordo con l’ambito culturale che permea l’opera: una cultura “moderna” sostanzialmente materialista, culla del laicismo imperante.

    La cosiddetta perdita di valori non è solo uno scontato modo di dire ma frutto di tanti concetti persi, sacrificati, “superati”, dimenticati, travisati e riformulati all’insegna di una cultura materialista e meccanicista.

    L’uomo moderno ha perso la sua anima e sta perdendo anche l’amore: ciò è naturale, sono quasi sinonimi!

    I concetti ed i punti di vista che esporrò qui brevemente e sinteticamente sono ovviamente espressi in maniera più adeguata nel mio libro, ispirato a suo tempo anche dalla lettura dell’opera in questione.

    Questo testo è sostanzialmente un insieme di note abbozzate anni fa, se non ricordo male verso la fine degli anni '80, un po’ riviste e adeguate alla mia scrittura odierna.

    Ho perso i riferimenti ai passaggi dell’opera di Fromm relativi, sono comunque certo che la notorietà, la brevità e l’incisività dell’opera in questione aiuti a sopperire a questa mancanza; magari la lettura di queste note potrà generare una seconda verifica del testo per chi lo avesse già letto, o la curiosità di chi non lo conosce.

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    - So bene che può non essere immediatamente deducibile ciò che sto per dire, chiedo un po’ di attenzione: il consumismo, caratteristica fra le più significative dell’era moderna, è uno degli effetti diretti della negazione dell’anima operata dalle nuove “scienze umane” (psichiatria, psicologia e psicanalisi in testa), di cui l’autore è un eminente esponente.

    La “vittoria” della “scienza” ha messo in secondo piano non solo la religione, ma anche la cultura umanista.
    La scienza sembra apparentemente aver vinto, ma in effetti ciò che risulta evidente è il progressivo formarsi di una cultura scientista, meccanicista e tecnologica, che a ben vedere tradisce anche lo spirito più puro della scienza.

    Ecco allora mostrarsi in tutta la sua evidenza il perché l’umanità stia dando sempre più importanza all’aspetto materiale dell’esistenza.

    Anche le ideologie che pretendono uguaglianza non sono veramente interessate all’uomo, come dimostrano i tragici esiti della storia ma, negando legittimità alla proprietà privata permessa solo allo “Stato”, danno paradossalmente un’enorme importanza alla materia.

    Ora possiamo capire come nella modernità la speranza individuale di realizzazione dell’essere umano si identifichi sempre più nell’“avere”, non nell’“essere”.

    L’amore diventa esso stesso un triste “avere sesso da corpi”; una volta si diceva “fare l’amore”, oggi facciamo sesso.

    - La cultura moderna impregnata di scientismo e sempre meno umanista ha escluso lo spirito dell’uomo dall’equazione; l’uomo si è perciò considerato sempre più “macchina biologica” quindi, in quanto macchina, soggetta a deterioramento.

    La ricaduta di ciò sull’amore ha fatto sì che ormai consideriamo normale la perdita dello slancio iniziale, impulso sessuale compreso.

    Tutte le declinazioni del sentimento sono progressivamente sommerse da problemi, quando va bene impariamo a sopportarci.

    Chi non considera la sua anima resta sopraffatto dal tempo che crede troppo potente.

    - L’ideologia che nega lo spirito umano, a ben vedere minoritaria nella storia dell’uomo, ha portato a ipotizzare l’identità della persona come un fattore scaturito dal mondo materiale e animale, da qui l’idea del senso di separazione dalla natura e quindi solitudine di cui parla l’autore.

    Sono queste secondo me congetture forzate, che non tengono conto della natura aggregante della vita e dell’uomo, ma anche della materia.

    La principale caratteristica degli esseri viventi, della vita e di ogni cosa esistente è l’aggregazione: atomi formati da particelle subatomiche, molecole, composti organici e inorganici, nuclei sociali.

    Partendo da questa osservazione, dove sarebbe questa primitiva solitudine da cui l’uomo avrebbe voluto emanciparsi e da cui sarebbe scaturito l’innamoramento come soluzione primaria?

    Solitudine vuol dire non poter percepire e comunicare, non poter sentire altri punti di vista, non poter capire altri che se stessi, non poter conoscere, creare, costruire insieme.

    La percezione di una qualsiasi solitudine è possibile dopo che si è sperimentata un’unione di qualche tipo, soli non si nasce, si diventa.

    Se accettiamo questo punto di vista capiamo la condizione del bambino, che nel corso della sua crescita sembra attraversare velocemente l’evoluzione umana: ci può effettivamente anche se non drammaticamente apparire come uno smarrimento, perché non sa dov'è e nulla conosce, ma certo non può sentire il senso di solitudine di cui parla l’autore, dipendendo 24 ore su 24 dagli altri per sopravvivere.

    Per chi ha qualche concezione religiosa di sé come essere spirituale immortale, sarebbe forse più ragionevole pensare all’originaria condizione umana come ad uno stato di smarrimento, simile a quella appena descritta per il bambino, una condizione mentale affine alla perdita di cognizione di qualcosa o della memoria stessa.

    - L’uomo non è una macchina o un insieme di cellule dal comportamento automatico, checché ne dicano alcuni guru-tuttologi delle neuroscienze.

    La consapevolezza di sé è andata di pari passo con quella dell’altro e della natura.

    La sua specificità di essere senziente e pensante gli ha permesso di adattare l’ambiente a se stesso, di socializzare, di formare mille culture, di creare arte e costruire civiltà.

    I suoi problemi nascono altrove secondo me: alla base abbiamo la non conoscenza della mente e delle prerogative spirituali individuali, non nel fantomatico senso di separazione dalla natura da cui scaturirebbe la solitudine.

    Non troviamo queste conoscenze nel mondo della psicologia, dal momento che ha da subito “rinnegato” la sua stessa radice: psiche-logia, studio dello spirito.

    - Nel corso della storia si è dato troppo peso alla parte visibile dell’essere umano, il corpo.

    La diversità sessuale, secondo me non sostanziale in termini di identità (anche se molto accentuata dalle religioni classiche ma anche dalla cultura materialista), è diventata il campo di battaglia e di controllo su cui costruire teorie, determinare comportamenti, negare o imporre sensibilità.

    - Credo che noi siamo fondamentalmente spirito e che la dimensione materiale che stiamo “occupando”, inclusa la nostra appendice biologica, sia una “trappola” (evito ora qualsiasi speculazione sul perché e sul percome siamo finiti o abbiamo creato questa trappola, rimando alla cultura filosofico/religiosa che ritengo sede più appropriata).

    Quindi una trappola, di cui ora come ora siamo totalmente effetto, che è la causa fondamentale dei nostri problemi individuali e sociali, nonché della dimenticanza della nostra vera natura e del nostro passato, vite precedenti incluse.

    Dati questi assunti dobbiamo capire come la meditazione contenga dei rischi, se pensiamo che conoscenza e illuminazione debbano portarci a comprendere la nostra vera dimensione spirituale trascendente, può addirittura essere controproducente.

    Nel momento in cui con la meditazione cerchiamo di “astrarci” dalla nostra parte biologica e dalla realtà, possiamo “andare a sbattere” contro la trappola stessa.

    La natura di questa trappola e la forza contenuta in essa devono essere drammatiche e micidiali, tali da imporci dimenticanza, smarrimento e negazione della nostra potente natura di esseri spirituali immortali, “membri” della dimensione creatrice trascendente.

    Il ciclo verosimile che va da consapevolezza a non consapevolezza/negazione, parte necessariamente da una condizione precedente l’universo fisico, e deve aver per forza di cose attraversato un “iter” di sempre maggiore inconsapevolezza, dimenticanza, identificazione con i corpi, ecc.

    Questo ciclo si conclude con dei meccanismi mentali che ci fanno pensare di essere totalmente effetto della realtà materiale e che non possiamo esserne causa, quando al contrario facciamo spiritualmente parte della dimensione che l’ha creato.

    Ecco allora come appare più plausibile e necessario un percorso fatto di miglioramento delle abilità nel guidare il corpo fisico, l’universo e le dinamiche sociali, che ci possa rimettere a punto causa consapevole in grado di determinare, modificare e gestire la nostra vita.

    Un percorso fatto di studio ma in cui la comunicazione riveste necessariamente un ruolo fondamentale e imprescindibile, una psiche (che ricordo vuol dire spirito)-terapia sulla nostra vita e sul nostro operato.

    Questa è la strada che ci potrà permettere di riconquistare le nostre abilità, la memoria e quell’illuminazione di essere altro rispetto alla realtà materiale, come summa di conoscenza da sempre auspicata nella filosofia religiosa e non.

    Da questo punto di vista la meditazione può apparire come una “scorciatoia” che paradossalmente ci legherebbe ancor più al corpo, forse anche dolorosamente, per i motivi appena spiegati e perché mancante della cosa fondamentale, la comunicazione.

    Una scorciatoia che può inizialmente presentarsi come efficace fonte di pace e benessere ma trasformarsi in un fine, che lascia sostanzialmente la nostra condizione di alienazione spirituale immutata.

    - So che le parole dette finora possono sembrare la descrizione di una visione anti scientifica, anti tecnologica e anti moderna, ma a ben vedere non lo sono necessariamente.

    Considero che la civiltà moderna non abbia realmente bisogno di greggi di automi per sopravvivere, anzi.

    E’ piuttosto la natura del potere della società materialista e senz’anima che necessita di automi uniformati nelle idee, nei gusti, nei consumi e nelle mode.

    Prima c’era bisogno di un gregge per il Dio, oggi di automi per la “sicurezza” e il “benessere”.

    - Il dogma materialista e meccanicista sulla natura dell’uomo permea anche la concezione psicanalitica del rapporto madre-figlio: il bambino sarebbe totalmente e masochisticamente effetto di una madre/idolo.

    Da qui si fa un’equivalenza fra questa presunta condizione e quella fra il religioso e Dio.

    Gran parte della cultura ancora non ha compreso l’aberrazione a-scientifica di queste visioni che azzerano differenze e specificità umane e culturali.

    - Lo stesso dogma porta l’autore a interpretare come crudeltà, probabilmente assimilata a quella presunta del primitivo, le azioni del bambino che rompe le cose per un presunto desiderio di penetrarne i segreti.

    Una crudeltà probabilmente “migliore”, finanche “necessaria”, dopo la fase iniziale “narcisista” in cui non avrebbe nessuna coscienza di sé e del mondo esterno.

    Mi chiedo come si dovrebbe interpretare secondo questa ottica l’evidente e intensa affinità, la voglia di contribuire e partecipare che provano i bambini verso i loro cari; probabilmente si interpretano, tristemente, come tentativi propiziatori per cibo, affetto e attenzione, certamente non amore, anche se non razionalizzato.

    - Anche il sadico ricade nello stesso paradigma interpretativo.

    Possesso e coercizione sono visti come tentativi di intima comprensione dei segreti dell’altro.

    Possesso e coercizione diventano quindi modalità di conoscenza, non più sintomi della paura di fondo che hanno i violenti verso gli altri, come apparirebbe più realistico.

    - La negazione dello spirito è negazione di ciò che l’uomo ha da sempre e prevalentemente considerato di essere.

    Anche l’amore, le sue capacità e tutto ciò che di positivo pensa e fa, non sarebbero parte della sua natura ma si determineranno, secondo questa concezione, attraverso evoluzione e crescita, del tutto condizionati dal corpo, dall’educazione, dalla cultura, da esperienze e posizione sociale.

    Dato che l’amore non è innato, cercheremmo sempre e fondamentalmente un amore apparentemente incondizionato, simile a quello materno.

    E’ errata secondo me anche l’osservazione che le prime percezioni di essere amati nascano dal senso di aver fatto qualcosa o di averlo meritato.

    Il bambino sperimenta amore incondizionato da subito, a meno di non avere genitori totalmente freddi e anaffettivi.

    Man mano che cresce le sue azioni determineranno certo una maggiore o minore corrispondenza da parte degli altri, ma non è detto che questo debba necessariamente causare una dimenticanza dell’amore vero e incondizionato.

    E’ proprio la “gratuità”, l’assenza di condizioni a rendere il vero amore così magico, a volte “inafferrabile”, proprio perché non direttamente e meccanicamente connesso con le nostre azioni.

    Credo che fondamentalmente stiamo ricercando quella dimensione di semplicità e naturalezza di un tempo.

    Spesso non riusciamo a trovarla o ricrearla perché cresciamo perdendo quel senso di meraviglia, le esperienze ci rendono cinici e freddi, i programmi psicologici di “educazione sessuale” di certo non aiutano, per non parlare di tutta la cultura mediatica di gossip e reality, sempre in mano alla psicologia.

    - L’ideologia materialista e meccanicista condiziona insomma tutte le concezioni di uomo, amore e realtà.

    L’uomo è considerato fondamentalmente egocentrico, come il suo amore.

    L’amore religioso è così visto dalla psicologia come una sublimazione dell’amore più o meno incondizionato che sperimentiamo da bambini.

    Considerare una dimensione creatrice trascendente non sarebbe quindi sforzo intellettuale di comprendere la vera natura delle cose, ma un egocentrico rifiuto di considerarci dei semplici prodotti del caso, nel caos della creazione e della vita.

    Questo "bisogno di sentirci creatori", non semplici creature, si esplicherebbe nella creazione e crescita della prole per la donna, nella costruzione di cose e idee, compresa quella religiosa, per l’uomo.

    Sempre il mondo della psicologia colpisce e nullifica i credenti con interpretazioni para-scientifiche dell’uomo e della spiritualità.

    Chi ha “bisogno” di un Dio non avrebbe raggiunto un pieno sviluppo mentale, si sarebbe fermato, sostanzialmente, ad uno stadio infantile e masochistico di bisogno di un padre/Dio che lo riconosca come figlio, che gli indichi la strada, che lo loda o lo punisca.

    - Anche l’economia è fatta entrare impropriamente in questo ambito.

    Ecco allora che la capacità di amare si svilupperebbe pienamente e prevalentemente negli adulti maturi e produttivi, su una base “commerciale” di scambio: a ben vedere una filosofia “utilitarista” che ha quasi ucciso del tutto l’ideale e la capacità di amare, per non parlare della durata dei rapporti.

    Certo secondo Fromm l’uomo non è così malvagio e senza amore come per Freud.

    Sarebbe bisognoso ed a volte in grado di amare, ma la sua visione determinista e meccanicista spiega insuccessi e fallimenti sociologicamente: la responsabilità sarebbe della società consumista e ingiusta, dove l’uomo è usato per produrre profitto e spinto a consumare.

    A ben vedere una visione che alla lunga ci deresponsabilizza da errori e comportamenti egoistici.
    Oggi ciò che conta è un’acritica autostima, costi quel che costi e lo stato del rapporto uomo/donna ne è l’esempio lampante.

    - Il dogma materialista condiziona ovviamente anche la concezione di sessualità, i suoi aspetti psicobiologici.

    Il sesso sarebbe così un tentativo di unire due polarità, maschile/femminile-più/meno, come fossimo batterie.

    Non mi meraviglio certo del fatto che le “scienze umane” abbiano partorito pratiche da officina meccanica come elettroshock, lobotomia, droghe e psicofarmaci.

    A beneficiare da questa concezione sono psicologi, psichiatri e industria farmaceutica che spaccia per malattie/disfunzioni le incomprensioni e diversità emozionali/tempistiche/sessuali.

    Una barbara e becera cultura di chiacchiere prestazionali che con l’amore non ha niente a che vedere.

    L’amore erotico sarebbe un inganno perché esclusivo e non universale.

    Per queste visioni è evidentemente difficile concepire la coesistenza dell'amore universale con quello indirizzato verso
    una persona.

    Perché al contrario l’amore di coppia non potrebbe essere e configurarsi come “unità di base”, come mattone fondamentale ed esempio dell’amore universale?

    Penso che i limiti e le problematiche dell’eros poggino, oltre che sulla concezione che abbiamo della nostra natura, sulla nostra non abilità a vivere ogni atto sessuale come unico ed a se stante.

    La routine è essenzialmente incapacità di vivere ogni nuova unità temporale.

    Inoltre errori, problemi, giustificazioni e “spiegazioni” ci incatenano certamente al passato, vivere e sperimentare il presente diventa così arduo, inimmaginabile.

    Se a questi problemi ci aggiungiamo la concezione che l’amore non sarebbe altro che un tentativo di superare la solitudine, troveremo normale il veloce esaurimento dello slancio amoroso nelle società moderne; arriviamo a giustificare, anche per un senso di irresponsabile comodità/complicità, gli psicologi delle rubriche sull’eros quando consigliano e/o giustificano i tradimenti e la fine della coppia.

    - E' quindi e soprattutto il mondo della psicologia ad aver partorito tutte le concezioni ammantate di “scienza” sull’uomo fondamentalmente egoista ed egocentrico: a ben vedere la filosofia dei regimi totalitari che ha sostituito i vecchi sistemi di potere basati su religione o discendenza aristocratica.

    Con essa giustificano il loro operato e necessità.



    circa fine '80, 6 aprile 2015


    Edited by massimofranceschini - 27/2/2020, 19:18
  4. .
    Estratti di una bella discussione su un articolo dell'ARS

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    Estratti da una delle discussioni che sono state utili per la formulazione di questo programma politico

    Le parole e le cose
    Marino.Badiale on December 5, 2014 — 13 Comments
    Di questi tempi appare abbastanza evidente come la sinistra sia la parte politica maggiormente responsabile del disastro verso cui si avvia il nostro paese, e come il suo “popolo” sia totalmente incapace di capire questo semplice dato di fatto.
    Occorre naturalmente distinguere fra le tendenze di fondo del nostro tempo e il modo in cui esse si concretizzano nei diversi contesti.
    Non c’è dubbio che, rispetto al tema di cui stiamo discutendo, la tendenza generale è quella della trasformazione, da tempo compiuta, della sinistra europea da forza di emancipazione e difesa dei ceti subalterni (il che ovviamente non vuol dire: forza rivoluzionaria) a forza totalmente asservita agli interessi dei ceti dominanti, e funzionale alla distruzione dei diritti degli stessi ceti subalterni.
    Questa trasformazione richiede ovviamente un certo tasso di inganno e autoinganno, perché i ceti dirigenti della sinistra devono distruggere diritti e redditi dei ceti subalterni continuando a richiamarsi ad una tradizione dove si faceva il contrario, e i loro elettori devono in qualche modo credergli.
    La mia impressione è che questo gioco sia particolarmente evidente e “spudorato” nel nostro Paese, cioè che in esso appaia in maniera particolarmente evidente, rispetto ad altri paesi, l’inganno perpetrato dai ceti dirigenti della sinistra, e la radicata volontà del “popolo di sinistra” di non prendere coscienza dell’inganno.
    Nella sinistra del nostro paese vi è una scissione, particolarmente evidente, fra le parole e le cose, fra quello che si dice e quello che si fa. Ripeto, questo è un dato generale, ma mi sembra più accentuato in Italia.
    Se è davvero così, sarebbe il caso di chiedersi perché.
    Prima di provare a fornire una risposta, possiamo fare un paio di esempi. Il primo, sul quale ritorno di tanto in tanto perché, lo confesso, a suo tempo ne fui particolarmente colpito, è quello del Partito dei Comunisti Italiani, che nel ’99 fa parte (con 4 ministri, se non ricordo male) del governo D’Alema, e quindi si assume la responsabilità dell’aggressione alla Jugoslavia, cui il governo D’Alema partecipa assieme ad altri paesi NATO.
    Il punto è che il PdCI partecipa a questa guerra di aggressione imperialistica protestando e manifestando contro di essa e contro la NATO, senza che questo atteggiamento assurdo appaia, ai suoi elettori e in generale alle persone di sinistra, per quello che è, una intollerabile ipocrisia sufficiente a seppellire all’istante una forza politica.
    L’altro esempio è quello di Walter Veltroni, che dopo aver fatto un’intera carriera politica nel PCI, arrivando nel 1987 ad essere eletto deputato al Parlamento nazionale, può tranquillamente dichiarare, dopo la fine del socialismo reale e dello stesso PCI, di non essere mai stato comunista.
    Anche in questo caso, senza che nessuno sembri rendersi conto, nel mondo della sinistra, che una simile dichiarazione dovrebbe essere sufficiente a classificare il suo autore come un mentitore privo di qualsiasi affidabilità e indegno di fiducia, e a troncarne di conseguenza ogni ambizione politica.
    Il punto, in questi due esempi, non sta tanto nel fatto che il PdCI abbia fatto scelte politiche sbagliate, o che Veltroni possa essere definito oppure no un ex-comunista: la storia è piena di errori politici dei comunisti, ed è piena di ex-comunisti.
    Il punto è il carattere particolarmente “sfacciato”, impudente, sprezzante di logica, intelligenza e buon gusto, di queste scelte e dichiarazioni.
    Evidentemente i loro autori sapevano di poter contare su una indulgenza a priori, da parte del “popolo di sinistra”, nei confronti di simili macroscopiche contraddizioni.
    Si tratta, lo ripeto, di una particolare declinazione nazionale di un dato epocale.
    Provo ad ipotizzare una possibile spiegazione.
    Mi sembra che una tale possibile spiegazione, o almeno un suo ingrediente, stia nel fatto che nel nostro Paese il partito che ha egemonizzato la sinistra, per tutto il secondo dopoguerra, è stato il Partito Comunista Italiano.
    Questo è in effetti un dato specifico del nostro paese, fra tutti i paesi occidentali. Altrove, i partiti comunisti erano o piccole formazione estremiste, del tutto ininfluenti, oppure erano (come in Grecia, Portogallo e in sostanza anche in Francia) parti significative della sinistra, ben radicate nel paese, ma minoritarie e non egemoniche nella sinistra stessa.
    In Italia, invece, “essere di sinistra” ha sempre voluto dire avere a che fare con la presenza egemonica del PCI.
    Ora, a me sembra che il più elementare buon senso dovrebbe suggerire che un Partito si dichiara “comunista” perché intende realizzare il comunismo, e, di conseguenza, che un tale partito ha il dovere di spiegare cosa intenda per “comunismo” e come intenda arrivarci. Naturalmente, poiché stiamo parlando di un partito politico, cioè di una organizzazione nata per l’azione politica, la risposta alla domanda “cosa si intende per comunismo” non può essere una bella frase vuota del tipo “il comunismo è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente”, non può essere una enunciazione di principi generali del tipo “ da ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo i suoi bisogni”, non può essere una dotta discussione filosofica sulla natura comunitaria dell’essere umano.
    Deve essere un progetto politico di una società alternativa all’attuale che, senza essere delineato nei dettagli, ci faccia però capire alcune delle strutture fondamentali di tale società alternativa.
    Correlato a questo, e anche più importante per un partito politico, è l’indicazione di un ragionevole percorso storico-politico che mostri la possibilità concreta di arrivare, in tempi non lontanissimi, alla configurazione sociale desiderata.
    Ora, è evidente che nessuno si è mai sognato, nel vasto mondo del PCI e della sinistra italiana da esso egemonizzata, di chiedere questo tipo di chiarimenti e nessuno si è mai sognato di fornirli.
    Questo non vuol dire, ovviamente, che non si sapesse cosa intendeva fare il PCI.
    Le sue scelte politiche erano piuttosto chiare, sia in politica interna sia in politica internazionale. Il punto è che tali scelte politiche non avevano nulla di “comunista”.
    Il PCI era un partito comunista di nome, ma di fatto era un partito socialdemocratico nella politica interna e filosovietico in quella internazionale.
    Tutto questo non è necessariamente un male.
    Con queste caratteristiche, il PCI ha secondo me avuto una funzione essenzialmente positiva nel dopoguerra italiano, fino agli anni Settanta.
    Il punto è che questa strana natura del PCI aveva in sé i germi dei fenomeni degenerativi dei quali abbiamo discusso all’inizio.
    Nel mondo della sinistra italiana egemonizzato dal PCI era considerato normale aderire a un “partito comunista”, o votarlo, o avere rapporti politici con esso, senza che per lunghi decenni nessuno si ponesse il problema di cosa mai volesse dire, per un partito politico di massa in un paese occidentale, “essere comunista”, e soprattutto cosa c’entrasse il “comunismo”, qualsiasi cosa esso sia, con la concreta prassi politica del PCI.
    La sinistra italiana è stata cioè abituata, dalla massiccia presenza del PCI, ad una radicale scissione fra parole e fatti, fra slogan e realtà.
    È stata abituata a trovare del tutto normale definirsi in un modo e comportarsi in modo diverso.
    E proprio qui, a mio avviso, sta una delle radici dei fenomeni degenerativi di cui si diceva.
    C’è una conseguenza: se tutto questo è sensato, è chiaro che occorre essere molto diffidenti verso i tentativi, riproposti ogni tanto, di ricostruire un partito comunista in Italia: alle difficoltà oggettive si aggiungono infatti i dubbi, mai affrontati seriamente, su cosa possa voler dire, per un partito politico, essere “comunista”, in un paese occidentale.
    L’impressione è che con questi tentativi si cerchi in sostanza di ripetere l’esperienza del PCI, in una situazione nella quale non vi sono evidentemente più le condizioni che l’hanno resa possibile, e oltretutto perpetuando le ambiguità e le ipocrisie che hanno segnato quella storia. Non è davvero di questo che abbiamo bisogno. Nel bene e nel male, il PCI ha segnato una parte della storia di questo paese.
    Quella storia è finita, occorre costruirne un’altra.(M.B.)
    Questo post viene pubblicato anche su “mainstream”: http://il-main-stream.blogspot.it/2014/12/...-e-le-cose.html

    Written by: Marino.Badiale on December 5, 2014.Last revised by: stefano.dandreaDecember 6, 2014.

    paolo di remigio
    December 6, 2014 - 2:19 pm | Permalink
    Ci si è dichiarati per decenni comunisti senza che ci si ponesse “il problema di cosa mai volesse dire, per un partito politico di massa in un paese occidentale, “essere comunista””.
    Marino Badiale pone il problema di come noi di sinistra abbiamo potuto essere così stupidi da offrire al ceto politico di sinistra un assegno in bianco su cui esso ha scritto una cifra enorme e che ha girato al beneficiario più impensato – e di tutto questo non ci siamo accorti prima che la cinghia cominciasse a stringere.
    Vorrei rispondere al problema con un’applicazione elementare della teoria psicanalitica.
    L’uomo ha il pensiero, ma di solito non lo usa: è stupido.
    Ci sono però due tipi di stupidità, quella maschile e quella femminile.
    Entrambe risalgono al complesso edipico.
    A quattro-cinque anni i bambini e le bambine pensano che esista un unico genitale, il fallo; non avendolo, queste si sentono incomplete e questo sentimento, in quanto mai (o quasi mai) abbastanza sanato dalla scoperta della complementarità dei sessi, produce la stupidità femminile – che però ora non ci interessa; quelli, i maschi, avrebbero voluto possedere la madre, ma ebbero paura del padre e temettero che li castrasse; il timore della castrazione, mai abbastanza superato, produce la stupidità maschile.
    Essa consiste nella convinzione che la realtà sia l’impero di Satana, che (per usare il linguaggio di Eraclito) Polemos sia il padre di tutto e che non si ricomponga in Logos, se non in un altro mondo o in un futuro indefinito.
    Quando Marx scrive: “La storia di ogni società è stata finora la storia di lotte di classe”, quando il fascista dice che le questioni si risolvono soltanto con la forza, quando il tifoso del *** cerca di pestare il tifoso del °°°, essi danno forza alla stupidità maschile, al desiderio di non scorgere la ricomposizione di Polemos, cioè il Logos, già presente nella realtà, in modo da avere la possibilità eterna di uccidervi il padre.
    Non voglio dire che Marx si riduca a questo, neanche il fascismo vi si riduce; sto dicendo che il dichiararsi comunisti o fascisti, di sinistra o di destra, senza neanche sospettare il significato di questa dichiarazione, – ossia fare un’affermazione stupida esprime soltanto la fascinazione del maschio per l’odio verso il padre.
    Peraltro non credo che si debba abbandonare Marx; basta in realtà riconoscerne l’insufficienza: che l’organizzazione economica sia fondamento dell’organizzazione politica, è, per me, una proposizione vera; non è però un principio filosofico, semplicemente perché il fondamento non è categoria filosofica.
    Marx direbbe che i principi filosofici, quelli che individuano la corrispondenza nel PRESENTE tra essere e dover-essere, sarebbero mistificazioni.
    Proprio qui però è il problema: una volta che l’essere è concepito come del tutto irredento, resta soltanto il dover-essere, ossia alla realtà oggettiva, che deve essere conosciuta pazientemente e trasformata ancora più pazientemente, si sostituisce il soggetto che si appaga dei suoi sogni e quando gli accada di poter realizzare qualcosa lo fa soltanto come servitore dell’accidentalità; infatti per il devoto del dover-essere, che non si è affaticato a conoscere la realtà, non esistono che accidenti; così gli manca la capacità che Platone esigeva dai governanti – quella di essere buoni cani, capaci di riconoscere l’amico dal nemico; ha sempre creduto soltanto nel suo io ipertrofico, il suo io gli santifica ogni scelta per il semplice fatto che è la SUA scelta.
    Reply

    massimo franceschini
    December 6, 2014 - 5:24 pm | Permalink
    Certo, tirare fuori interpretazioni psicoanalitiche è sempre affascinante anche se ormai, secondo me, fuori tempo massimo, soprattutto dopo la constatazione dell’inadeguatezza psicanalitica a porre le condizioni per risolvere i problemi umani.
    Non nego che Freud abbia avuto intuizioni importanti per la storia del pensiero ma ormai la sua opera è stata abbondantemente demolita dalle evidenze storiche, cito solo l’illuminante volume di Mecacci, “Il caso Marilyn Monroe e altri disastri della psicanalisi”.
    Comunque, la sostanziale correttezza dell’articolo manca secondo me di una semplice osservazione, o meglio di una conclusione storica che ormai si impone.
    Questa si evince se a tutte le interpretazioni possibili degli eventi umani si mette in primis una lente di ingrandimento non tanto psicanalitica, quanto “semplicemente” umanista, e, nell’accezione più larga del termine, “psicologica”.
    Le ambiguità, l’ipocrisia e la doppiezza lamentate nell’articolo non sono effettivamente patrimonio della sinistra italiana, ma, a ben vedere, il tratto caratteristico dell’esperienza comunista tout court.
    Il comunismo avrebbe dovuto rappresentare l’emancipazione umana verso una società più giusta, ma si è “realmente” trasformato in uno dei regimi più asfissianti e illiberali della storia.
    La doppiezza è insita nella sua pratica che impone una uguaglianza non di opportunità ma, di fatto, di condizione umana, che castra e nega alla base, quella che è la vera ed enorme varietà umana.
    Siamo tutti diversi, intellettualmente e soprattutto nelle “responsabilità”, nel libero arbitrio.
    Ecco che il comunismo svela la sua doppiezza quando reclama una apparente, giusta uguaglianza (giusta se si limitasse ad una uguaglianza di opportunità), ma impone un livellamento sociale e morale verso il basso.
    Ecco allora che se guardiamo alla politica come un prodotto della psiche umana, si rivelano le vere macro differenze tra fascismo/comunismo, destra/sinistra.
    Il comunismo è per forza di cose doppio e infido, il fascismo è più palesemente dispotico ed autoritario.
    Anche nel fascismo non sono assenti impulsi all’eguaglianza e alla giustizia sociale ma, al di la delle differenze storico/sociologico/economiche/ideali con cui si è sviluppato, la differenza con il comunismo è una minore ambiguità sulle sue intenzioni dispotiche ed autoritarie.
    Ecco allora che se accogliamo nell’analisi queste caratteristiche capiamo che, per forza di cose, intorno ai due poli si coagulano persone appartenenti “psicologicamente” ed emotivamente a due categorie diverse: una più schietta e aperta, anche se autoritaria, l’altra apparentemente più solidale ma fondamentalmente infida, machiavellica e inaffidabile.
    Mille sono ovviamente le sfumature, ciò che dico non rinnega ovviamente la varietà e la complessità umana, ma fornisce una “spiegazione” del perchè, alla fine, gli impulsi provenienti da queste categorie politiche sono destinati ad un esito scontato e, come la storia insegna, deleterio per la condizione umana e per la speranza di un mondo migliore.
    La politica del resto ha già “partorito” il superamento dei vecchi “ismi” del 900, imponendo la novità di quelli che chiamiamo movimenti post ideologici.
    A ben vedere, l’ideale su cui possono ritrovarsi questi movimenti, il loro vero, anche se spesso inconsapevole minimo comun denominatore, è quello che io chiamo l'”etica dei DIRITTI UMANI.
    I trenta diritti umani disegnano una società più umana e coniugano al meglio sia le tendenze che appartengono alla giustizia sociale, sia quelle che appartengono alla libertà e unicità dell’individuo.
    Sono questi diritti la vera ipocrisia dell’occidente, e sono questi diritti che dovrebbero rappresentare l’anima e la spina dorsale della necessaria politica di risveglio umano, pena la caduta nel baratro di un REGIME DI CONTROLLO GLOBALE di cui già vediamo le fondamenta “tecnologiche”, che si instaurerà necessariamente dopo che i residui istinti fascio/comunisti, a cui va aggiunta la variante di intolleranza religiosa dei regimi teocratici, avranno terminato il loro psicotico antagonismo in qualche nuova guerra globale, probabilmente manovrati da un’élite finanziaria che se ne strafrega ma anzi usa a piacimento destra e sinistra.
    Decidiamo di assumere il disegno dei DIRITTI UMANI nell’azione politica, coaguleremmo un’infinità di persone/soggetti sociali, depureremmo la politica da vecchie tensioni/divisioni appartenenti ai logori ideali del 900, e forse riusciremo a scongiurare il tetro futuro che ci attende.

    paolo di remigio
    December 7, 2014 - 9:22 am | Permalink
    Caro Massimo Franceschini, il problema su cui volevo focalizzare l’attenzione era il rapporto tra essere e dover-essere.
    Comunismo e fascismo sono progetti politici legati al dover-essere.
    Mi risparmio ogni analisi del fascismo: basti ricordare l’immonda retorica dell'”uomo nuovo”.
    Quanto al comunismo, non sono i piddini i primi a parlare di “sogno”, è Marx a farlo; per quanto, nella sua straordinaria intelligenza, si sia proibito di scrivere ricette per l’osteria dell’avvenire, il suo rapporto con la VERITA’ già presente, già esistente, è molto difficile: egli riconosce la grandezza della borghesia nel suo aver saputo sviluppare la potenza del lavoro umano, non riconosce la grandezza della borghesia nell’aver saputo sviluppare istituzioni statali organiche e, in quanto tali, capaci di realizzare i diritti in una misura inaudita nella precedente storia umana; per Marx queste istituzioni sono soltanto l’ipocrita “dittatura della borghesia”, cui egli contrappone, nella “Critica del programma di Gotha” la dittatura del proletariato.
    Egli l’aveva intravista come un lampo nella Comune di Parigi e aveva ingenuamente creduto nella sua sostenibilità sulla lunga durata.
    Nella sua corsa verso il dover-essere, il comunismo storico si è invece imposto come regime poliziesco del partito unico ed è regredito allo schiavismo (i Gulag) e allo sterminio dei nemici di classe.
    Il punto per me è la rottura del cerchio magico del dover-essere: l’azione politica deve radicarsi nella difesa delle istituzioni esistenti (la COSTITUZIONE) contro le sue manomissioni in nome di obiettivi futuri: ieri l’uomo nuovo, la società comunista, oggi la grande società di Hayek, il cambiare l’Italia di Renzi.
    Lontano da me ogni desiderio di polemica!
    Su questo punto temo però che tu non mi abbia capito; questo perché la tua prospettiva è tutta radicata nel dover-essere: quando dici che Freud è demolito ti mostri poco sensibile alla dignità della scienza, perché, credo, la scienza ha per oggetto l’essere, non il dover-essere; parli dell’etica dei diritti umani da una parte come di ipocrisie (evidentemente nelle istituzioni esistenti e in bocca ai loro funzionari esistenti) e come disegno di una élite che deve coagulare un’infinità di persone per evitare la Minaccia.
    Questo tuo modo di impostare il discorso a me sembra del tutto identico all’impostazione dei discorsi che, pure, contesti.

    massimo franceschini
    December 7, 2014 - 4:59 pm | Permalink
    Caro Paolo, non ho mai affermato che non ci sia bisogno di ideali cui far riferimento, o di un dover-essere da raggiungere.
    Il problema è che questo dover essere, l’evoluzione della convivenza umana, sarà un qualcosa di auspicabile solo se nascerà da condizioni compatibili con ciò che è veramente l’uomo, nella sua varietà socio-culturale.
    Ciò che effettivamente contesto delle ideologie passate è proprio l’impostazione teorica del discorso, le visioni dell’uomo (del suo essere), della società, della storia e delle cose.
    Queste sono visioni sono secondo me fallaci e generatrici degli errori/orrori accaduti.
    Purtroppo queste visioni ancora incombono sul nostro futuro.
    Solo i diritti umani (un ideale che ha una lunga storia con apporti sia dal mondo laico sia religioso e condensati nella Dichiarazione del 1948), sono la piattaforma ideale per realizzare una società aperta, in cui la libertà e la dignità dell’individuo sia veramente coniugata con la responsabilità verso gli altri.
    Ecco allora perchè accolgo con favore qualsiasi movimento lotti per una effettiva applicazione della Costituzione, quando questa sia in linea con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, proprio come la nostra.
    La costituzione sembra oggi essere diventata uno sterile documento in balia appunto dei vari dover-essere, senza capire che è proprio questa Costituzione la miglior fotografia della realtà umana e del suo auspicabile futuro.
    Riguardo alla scienza, trova certo il suo ambito e la sua dignità nell’essere, nell’analisi e scoperta di ciò che è veramente l’essere delle cose.
    Ma non basta certo appellarsi ad essa per meritarsene i galloni.
    Reply

    paolo di remigio
    December 8, 2014 - 10:18 am | Permalink
    Caro Massimo, non riusciamo a capirci; faccio ancora questo tentativo perché credo che la nostra difficoltà non sia un fatto personale, ma culturale.
    Non ti ho mai rimproverato di aver rinunciato agli ideali, ti ho rimproverato il contrario.
    Il mio discorso è questo: il comunismo, pur con tutti i suoi meriti, ha un peccato originale e lo condivide con il fascismo: il settarismo.
    Negli interventi sopra ho spiegato (un po’ per scherzo) il settarismo con il complesso di Edipo; se ritieni Freud del tutto confutato da Mecacci, puoi rifiutare la spiegazione: per il mio discorso non cambia molto (è vero però che se ti limiti ad appellarti a lui senza confutare direttamente, non ti lasci guidare dallo spirito scientifico ma dal principio di autorità), anche perché su questo punto sei d’accordo con me: quello che qui chiamo “settarismo”, e che prima ho chiamato rifiuto dell’essere e devozione al dover-essere, è quello che tu chiami “ideologia”.
    Poi però torniamo a dividerci: tu credi che ci siano degli ideali e delle ideologie, i primi buoni perché radicati nella varietà socio-culturale, i secondi cattivi; io credo che qualunque ideale, compreso quello dei diritti umani, sia cattivo nella misura in cui è SOLTANTO ideale, è SOLTANTO dover-essere; e se diventa principio di azione politica, non può che degradarsi, per usare il tuo termine, in “ideologia”.
    A mio avviso, per essere buono l’ideale deve essere anche REALE come diritto POSITIVO e come coordinamento tra poteri istituzionali di uno STATO esistente.
    Il mio contributo al problema che Marino pone è dunque questo: sin dal suo nascere il comunismo è stato settario, ossia ha considerato un valore la semplice appartenenza, la forza cieca che nasce dall’unità; questo settarismo ha avuto una giustificazione storica ogni volta che si è confrontato con altri settarismi (quello fascista, quello liberista); questo settarismo appare in tutta la sua miseria ogni volta che non c’è il nemico e occorre conoscere e valorizzare la verità esistente nello stato, nelle sue istituzioni e nelle sue leggi.
    Ciò che ti scrivo è mia esperienza (ossia ho condiviso la stupidità di cui Marino parla), ma, credo, della sinistra in generale: ci siamo considerati giusti solo perché avevamo nobilissimi ideali, senza prendere coscienza di ciò che facevamo, abbiamo considerato gli altri sbagliati perché non avevano i nostri ideali, senza conoscere ciò che facevano; abbiamo disprezzato gli ideali già attuati nelle istituzioni statali e nelle leggi. – Lo stato è la realtà dell’ideale – questo ha scoperto Hegel; Marx gli ha rinfacciato che lo stato è un semplice strumento della classe dominante; in questo modo ha lanciato una maledizione alla realtà e ha instradato tutto il movimento operaio in un inconsapevole settarismo.
    Reply

    massimo franceschini
    December 8, 2014 - 11:49 am | Permalink
    Concordo in pieno con la conclusione del tuo intervento e quando dici che il problema degli ideali è quando rimangono soltanto tali.
    Non capisco però quella che a me sembra una contraddizione nel tuo ragionamento.
    Dici da una parte che gli ideali sono negativi se rimangono soltanto tali ma anche che lo sarebbero i diritti umani se diventassero principio di azione politica.
    I diritti umani sono secondo me reali come diritto positivo anzi, contribuiscono a delineare la miglior forma per uno Stato altrimenti esposto agli attacchi ideologici e settari.
    Sul resto mi spiego meglio.
    Il problema delle ideologie/ideali non è secondo me soltanto il settarismo.
    Ogni sforzo intellettuale dell’uomo, filosofico, politico, religioso, scientifico ecc. è, sostanzialmente e tralasciando ora gli usi più o meno coerenti che ne sono scaturiti, un prodotto dell’intelletto umano che cerca di comprendere la realtà delle cose e di se stesso.
    Il comunismo, il fascismo e tutte le ideologie/ideali che contengono il germe dell’inevitabile autoritarismo/dispotismo (per altri motivi vi includo anche l’anarchia, il liberismo e le aberrazioni para-scientifiche come la psichiatria), sono nefasti e falsi.
    Nefasti perchè portano alle inevitabili conclusioni pratiche che abbiamo sperimentato nel 900, falsi perchè mettono un cappello ideologico a come dovrebbe essere la società, tarpandone la varietà umana, intellettuale, culturale, razziale, etnica, religiosa e ideale.
    Qualsiasi giustificazione di lotta di classe, ordine e disciplina, qualsiasi pretesa scientista o dominio teocratico, qualsiasi liberismo senza responsabilità sociale, impongono una visione dell’uomo e della società che viola la libertà di pensiero e azione, ma viola anche il naturale senso di fratellanza e cooperazione che l’uomo, pur con le sue contraddizioni, ha sempre dimostrato di possedere.
    Ecco perchè reputo i DIRITTI UMANI, come definiti nella Dichiarazione Universale del 1948, l’unico ideale ragionevolmente perseguibile, spesso incarnato in Costituzioni che restano però inapplicate, l’unico residuo politico decente degli ultimi due secoli, che hanno altrimenti prodotto le più grandi tragedie umane della storia.
    Ecco perchè mi piacerebbe nascesse un movimento mondiale per i diritti umani che diventasse partito politico in più nazioni possibile, il cui programma sia formato da progetti e programmi che portino ad una progressiva e fattuale realizzazione dei 30 diritti umani.
    L’ARS è una delle cose che forse si avvicina maggiormente a quanto da me auspicato.
    Tutte le sperequazioni e le ingiustizie antiche e moderne, tutti i meccanismi giuridici che vanno a deteriorare la sovranità degli stati e delle comunità umane, tutte le consuetudini delle lobby multinazionali che sorvolano le leggi e si impongono con la forza sulle società umane, rappresentano violazioni dei diritti umani.
    Combattiamole in modo adeguato.
    Riguardo a Freud, non essendo uno specialista del settore la mia diretta confutazione magari richiederebbe troppo spazio e potrebbe apparire pretenziosa se mal argomentata, ecco allora che mi avvalgo di ciò che conosco e che reputo, dal mio punto di vista, abbastanza autorevole e pertinente da essere citato.

    paolo di remigio
    December 8, 2014 - 5:03 pm | Permalink
    Chiarisco quella che ti sembra una contraddizione.
    Mentre qualunque progetto è in funzione della sua realizzazione e rispetto a questa è soltanto l’inizio, ogni ideale può essere concepito così sublime da non poter essere realizzato perché la realtà ne sarebbe indegna.
    Per il cristiano medievale la vera vita è dopo la morte, il mondo è preda del demonio, per il filosofo Kant la libertà e la moralità, pur essendo l’essenza dell’uomo, non hanno esistenza empirica, sono uno sforzo eterno verso una perfezione irraggiungibile, perché il corporeo è eternamente ribelle alla ragione: qui la materia è il male, lo spirito il bene.
    C’è anche la versione opposta, la materia come bene, lo spirito come male: per Rousseau la natura umana è buona, la società radicalmente cattiva; per l’anarchico gli individui sono buoni e socievoli, il potere sempre cattivo.
    Sono tutte concezioni, queste, che coltivano ideali così sublimi che la loro realizzazione positiva ne sarebbe anche il tradimento; dunque sono tutte concezioni animate dall’odio nei confronti della realtà e di un nemico (Satana, la costituzione patologica dell’individuo, il potere ecclesiastico e politico) che ne ha preso possesso; così la loro unica realtà è la distruzione della realtà e del nemico che vi si è annidato. Non so se parlo di cose estranee al sentimento comune. Io ho superato i cinquant’anni; da giovane mi piaceva “La locomotiva” di Guccini, la canzone del ferroviere che lancia la locomotiva contro il treno dei ricchi (evidentemente con vecchi, donne e bambini dentro, anche se non è specificato); oppure ricordo le canzoni di De André: “Il pescatore”, un inno all’omertà, “Il giudice”, una diffamazione della magistratura in quanto tale.
    Tutte queste concezioni sono dualistiche, quindi settarie: c’è un bene che è soltanto ideale ed è contenuto nell’animo di una soggettività nobile – individuo oppure gruppo -, c’è un male che è il potere reale di un nemico, e che bisogna annientare perché trionfi il bene (forse per questo Disney piace tanto alla sinistra, più di Marx).
    Quando dico che l’ideale in quanto tale è il male, per “ideale in quanto tale” intendo il fine pensato come irrealizzabile, che dunque è reale solo come annullamento del suo altro.
    Il comunismo, di cui Marino Badiale dice giustamente che non ha mai acquisito la determinatezza di un progetto, ha svolto la sua efficacia storica come ideale astratto e irrealizzabile (storicamente giustificato quando doveva confrontarsi con altri ideali ancora più astratti e irrealizzabili – penso alla trasformazione della prima guerra mondiale in guerra totale contro un nemico disumanizzato), facendo dei suoi adepti dei settari in rotta con la realtà, pronti dunque a ingoiare le menzogne più sfacciate.
    Rispetto a ogni ideale occorre dunque chiedersi: che cosa lo realizza?
    La semplice distruzione dell’esistente?
    Oppure è già realizzato in istituzioni effettive e riconosciute?
    Sono queste istituzioni che fanno la differenza, e la fanno con la loro realtà.
    Reply

    massimo franceschini
    December 8, 2014 - 5:53 pm | Permalink
    Caro Paolo, anche io ho superato i 50 e in gioventù facevo parte del movimento libertario, quindi comprendo benissimo ciò che dici.
    Il problema riguardo agli ideali che tu sintetizzi e spieghi molto bene, è in effetti secondo me uno dei problemi della filosofia, quando resta soltanto speculazione e disdegna la parte fattuale e concretante gli ideali stessi.
    La filosofia demanda quindi ad altri ismi e logie la realizzazione degli ideali, con esiti spesso catastrofici.
    Ebbene, è ora che la filosofia e più in generale il pensiero unisca agli ideali un po di pragmatismo, completi oltre alla speculazione anche le ipotesi fattive.
    L’assunto che tu ben sintetizzi con “ogni ideale può essere concepito così sublime da non poter essere realizzato perché la realtà ne sarebbe indegna”, anche se purtroppo reale e troppo spesso praticato, è secondo me fuorviante…una vera è propria trappola!
    Quindi riallacciandomi alla conclusione della tua risposta, credo proprio che i diritti umani formino gli articoli e i percorsi necessari per la realizzazione dei grandi ideali in essi contenuti, per riempire di significato le istituzioni riconosciute di cui parli.
    Del resto, le istituzioni e qualsiasi “costruzione”, ossatura e forma è morta, senza un’anima che la possiede.

    Edited by massimofranceschini - 3/3/2020, 17:01
  5. .
    Una bella discussione su Facebook

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    per chi interessato, il mio libro che verte anche su questi argomenti


    DISCUSSIONE AVVENUTA SU FACEBOOK
    5 febbraio 2015



    Massimo Franceschini
    Il video è emblematico dello scientismo imperante, camuffato da apertura alla spiritualità.
    Mentre a livello di immagini si associa la coscienza e l'io al cervello, si tenta di spacciare una visione olistica con il riferimento alle più antiche concezioni religiose.
    Sembra una nuova e infida religione materialista, che cerca di ridurre l'uomo ad un mero prodotto, anzi componente, dell'universo materiale.
    Questa concezione cerca di inglobare tutto ma taglia proprio la cosa più importante: l'uomo.
    Non il corpo dell'uomo ma la sua vera identità e natura spirituale.
    Non esiste più una dimensione trascendente ma una unica dimensione materiale soavemente descritta come un universo quantico senza inizio e probabilmente senza fine, in cui ogni parametro è uguale a tutti gli altri, ugualmente possibili.
    Ciò che manca è l'anima e la concezione che l'anima può, filosoficamente e intellettualmente con mezzi propri, raggiungere la comprensione del tutto attraverso la comprensione della sua natura e del suo percorso in questa dimensione materiale, e in tutti gli universi precedenti.
    Il video parla di percezioni da affinare, per tuffarci in questo tutto di cui ciò che vediamo sarebbe solo una possibilità, negando implicitamente il fatto che qualsiasi illuminazione e comprensione spirituale parte proprio dalla consapevolezza di essere altro, rispetto alla dimensione materiale che si sta occupando.
    Certo, da questa concezione ne può uscire un'etica laica non violenta, in quanto se siamo tutti connessi con tutti e con tutto dovremmo assumere un punto di vista aperto verso l'altro, ora non più diverso.
    Questa etica esiste già ed è contenuta nei diritti umani.
    La natura religiosa del nostro essere è invece subdolamente nascosta o negata da questo guazzabuglio quantico.

    Franco Leale
    Massimo...premesso che il post è stato condiviso da me ( ma non scritto) credo che le tue esperte e certamente valide considerazioni siano da ragionare insieme... : il Post non nasce -credo- dalla orgogliosa presunzione di dare un senso assoluto all'apporto della Fisica Quantistica alla unicità della Conoscenza e Coscienza : mi sembra anzi che includa con chiarezza il richiamo ad Unità del sapere accumulato da tutte le Menti che ci hanno preceduto senza collegamento tecnico-scientifico o apriorismi laici o altro....
    Quel post/you tube andrebbe trascritto e riesaminato parola per parola e riga per riga perchè nella mia - forse ingenua - valutazione ,l'enfasi della dichiarazione ivi sintetizzata non "pretende " di issare una bandiera di asservimento sulla meravigliosa e sofferta Storia dell'Umanità fino all'inizio del Secolo scorso....nè sulle Religioni ....nè tantomeno sull"ANIMA" //// mi riprometto di collaborare con te su questa analisi se sarai d'accordo- // soprattutto sul concetto che i vari settori della conoscenza non debbano essere chiusi in camere stagne e non comunicanti. // /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
    AGGIUNGO per notizia : da anni scrivo la mia ipotesi :che lo Spirito Santo possa essere un nome che rappresenti nella TRINITA' una energia non visibile e probabilmente di carattere quantistico : più di recente ho ipotizzato che questa energia possa comunicare in via bilaterale ed interattiva tra il "VISIBILE " e l' "INVISIBILE" forse nell'ambito di una "5 a Dimensione" ed avere contenuti di vibrazioni sonore invisibili ///// questo non modificherebbe il concetto di ANIMA semmai ne cercherebbe una collocazione nell'ambito della fisica dell'UOMO senza sconvolgerne nè natura ne ruolo nè significato : non stupisce nessuno che Papa Francesco abbia ipotizzato che Cristo potesse essere un Alieno : cosa cambierebbe ?
    Se Dio ha mandato in terra un Agente speciale al momento giusto necessario ( decadenza omicida e distruttiva dell'Impero Romano) Cristo resta "Divino" fosse anche atterrato da Mondi lontani...//// per questo caro Massimo vorrei cercare una compatibilità coerente e non blasfema tra la tradizione religiosa e tradizionale dell'ANIMA e della COSCIENZA ed eventuali scoperte che ne possano avere prefigurato una identificazione su un terreno quantistico materiale ( nel quale certamente viviamo) : forse sarebbe una positiva rivelazione ( la monaca di Dresda scrisse a cavallo tra 600 e 700 che in questi nostri tempi " la siepe che separa visibile da invisibile si sarebbe abbassata permettendo all'uomo la visione di entrambi i Mondi) Potrei continuare ...ma .come detto sarebbe positivo aprire su questi temi una ricerca condivisa per una intelligenza mai scemata nel nostro Paese /// sono a tua disposizione ...

    Massimo Franceschini
    Grazie caro, la tua sollecitazione merita un po di tempo per la risposta che mi riservo di darti appena posso.

    Franco Leale
    per questi temi non esiste limite di tempo.... per fortuna questo non è un derby come ce ne sono tanti online.... magari la Verità potesse uscire da questo nostro umile confronto..... forse dopo la Morte ne sapremo di più.... buonanotte

    Massimo Franceschini
    Ok, ora ho letto con calma ed ho un po di tempo.
    Il discorso come anche tu fai intendere è praticamente infinito, cercherò di essere sintetico e spero centrato nelle questioni.
    Il video è secondo me infido, proprio perchè apparentemente olistico, includente tutti gli sforzi di comprensione umana e tutti gli scibili, cosa di per se è assolutamente auspicabile.
    Dico apparentemente perchè a ben vedere, tutto ciò che ci sarebbe da scoprire/comprendere si troverebbe in questa dimensione materiale, anche se diversamente ipotizzata dopo l'avvento della fisica quantistica.
    Per quanto compenetranti, la dimensione materiale e quella spirituale sono due cose diverse e distinte, almeno secondo me. L'energia dello spirito, l'energia divina, l'anima, lo spirito (quindi noi stessi, la totalità della nostra essenza), Dio, sono concetti che non fanno parte della dimensione materiale, bensì della loro propria che è trascendente.
    La materia, l'energia, lo spazio, il tempo, perfino la mente, se intendiamo con essa certamente non il cervello ma le immagini della registrazione degli eventi che ci portiamo dietro (come sembra risultare da ricordi di persone che intraprendono determinati percorsi spirituali, ma anche dall'ipnosi) vita dopo vita, appartengono invece alla dimensione materiale dell'universo fisico.
    Ecco allora che se facciamo questa macro differenziazione portiamo un po d'ordine e forse possiamo intravedere la formalizzazione di una seria visione olistica.
    Ciò che spesso facciamo fatica a riconoscere, è quanto lo scientismo moderno abbia ormai e purtroppo predominanza sulla filosofia, sulla logica, sulle scienze umane e in ogni discorso o percorso di conoscenza, anche interiore.
    Una vera sintesi dei saperi non viene dall'annullamento di uno di loro, ma dal dialogo e osmosi di culture però consapevoli della differenza fra i loro ambiti speculativi.
    Semmai sono la filosofia (da cui derivano tutti i saperi e metodi, scientifico compreso), e la filosofia religiosa (intesa in senso ampio e universale), ad avere storicamente l'"autorità" a formulare una visione d'insieme, in cui tutti i saperi trovino il loro posto e relazione.
    Invece oggi aspettiamo sempre l'astrofisico a darci la visione del tutto, il "modello standard" in cui però manca l'uomo ma anche la forza di gravità, interpelliamo o ascoltiamo senza verbo profferire alcuni neurologi, i nuovi profeti dai camici bianchi, discettare su tutti i saperi umani dall'"alto" delle loro "osservazioni" sui circuiti neurali.
    Ecco allora apparire cattedre di neuroetica, neurolinguistica, neuroeconomia e via dicendo.
    Tutto ciò non è la vittoria della scienza, un magnifico metodo di conoscenza dell'universo materiale (che non fa necessariamente rima con materialismo), ma dello scientismo, anche se ben mimetizzato e apparentemente innocuo, come nel video in questione.

    Franco Leale
    grazie Massimo ...anche io chiedo tempo per potere rispondere ... ma dalla rapida lettura ho comunque afferrato il senso di fondo... : non c'è differenza nella "separazione " degli ambienti di riferimento ( Spirito e Materia) tra quello che con forza sostieni tu...e quello che riferendoci agli STESSI contenuti (differenziati tra di loro ) sostengo io... : mentre tu credi che sia giusto lasciare il contenuto "Anima" completamente al di fuori di una collocazione misurabile in Laboratorio io ho creduto di intravedere una compatibilità tra quello stesso contenuto ed una "5 a Dimensione " nella quale Materia e Spirito convivono senza però che lo Spirito diventi Materia solo per questo.... //
    Su questo spero di arrivare a saperne di più perchè ricordo quanto mi è stato insegnato e predetto dalla "Maestra di Vita" ( oserei definirla "Guida Spirituale" ) che mi ha seguito per anni ( ora purtroppo morta) che descrisse il mio stato come quello di una "persona in una biblioteca piena di libri in stato di penombra ...... attendendo che -uno dopo l'altro- i dorsi dei libri venissero illuminati da una lampadina trasformandosi in un viatico di Conoscenza " // ///
    Da tutto quello che hai scritto ho comunque avvertito la preoccupazione - da me condivisa - che il post sul quale stiamo dibattendo altro non sia che un riaprirsi di una corrente culturale evoluzione di "Scientology" sulle cui negative conseguenze virtuali sull'uomo non abbiamo dubbi.

    Massimo Franceschini
    Capisco, però dissento e spero avremo tempo, anche in privato se vuoi di approfondire, dato che studio Scientology dal 1983 e so benissimo quanto possa essere, soprattutto per responsabilità dei media, non compresa, se non immeritatamente avversata.
    Il video non ha niente a che fare con Scientology, ma viene proprio da quel magma confondente, e spesso superficiale, di una modernità permeata di scientismo.
    Il video è secondo me più new age, mentre Scientology ha dichiaratamente il suo background nella storia della filosofia e soprattutto nelle antiche filosofie orientali, il tutto abbinato alla logica e alla matematica moderne.
    Per le questioni più specifiche è secondo me nella natura della cose che materia e spirito possano "convivere", anche se fanno parte di due dimensioni separate, lo fanno continuamente!
    Faccio una metafora terra terra: io e la mia macchina conviviamo ma non faccio parte di essa, ci entro e ne esco quando voglio, se sono capace la progetto e la costruisco pure.
    Quando la macchina muore la cambio ed inizio un altro ciclo (e qui mi riferisco alla reincarnazione, tralasciando il perchè apparentemente non ne abbiamo ricordo).
    La mia dimensione è insomma quella "causativa", la macchina è un mio prodotto.
    E' questa fondamentalmente, secondo me, la prima relazione fra la dimensione trascendente e quella materiale.
    Che poi questa relazione abbia prodotto misteri, apparenti e anche drammatiche contraddizioni è evidente a tutti.
    Ecco allora che dovrebbe rinnovarsi la necessità di un percorso spirituale di comprensione e autocomprensione, al fine di trovare l'equilibrio e l'illuminazione per ricongiungerci con la nostra origine divina, che a ben vedere era proprio lo scopo delle antiche filosofie cui il video accenna.

    Alberto Lori
    Concordo con te quando affermi che nel video non trovi alcun riferimento a verità spirituali.
    Infatti, non ci sono perché il video stesso pone l’accento soltanto sulla realtà psicosomatica del nostro involucro corpo/mente.
    Certo è che se voglio esplorare la realtà quantica che ci coinvolge e ci interconnette tutti quanti, non è possibile fare a meno dell’aspetto spirituale.
    Tuttavia, non sono convinto che la religione possa farci da guida in questa esplorazione.
    Nessuna religione attuale, che io sappia, si è adeguata ai tempi che viviamo, figuriamoci quindi se come entità gerarchica è disposta a rinunciare alla sua visione di potere sposando la teoria del tutto nell’Uno.
    In questo cammino di rinascita spirituale o di salvezza come lo chiami tu, siamo soli e non potrebbe essere altrimenti: qualunque ricerca del proprio Sé universale è solitaria come il percorso lungo il sentiero della propria crescita personale. Quanto poi disquisire se il mio video è new age o altro, dipende dai convincimenti personali di ognuno, anche se sarebbe più corretto trarre un giudizio dalla summa delle opere e non da un’unica estrapolazione.

    Massimo Franceschini
    Sì certo, non avevo assolutamente la pretesa di dare un giudizio complessivo, nel mio primo intervento, che ora qui non vedo più, ci sono alcune formule dubitative...
    Ribadisco invece la mia diversità, anche a fronte di questa tua ultima risposta.
    Dobbiamo tenere conto, secondo me, che in questa cultura secolarizzata abbiamo, soprattutto in occidente, una definizione assai ristretta di ciò che è religione, la associamo alle tre monoteiste, inoltre la associamo ai disastri che a volte hanno causato, al pari delle altre culture umane quando guidate dall'irrazionalità e da intenzioni di potere.
    Ecco allora spiegarsi come tante persone si dicono interessate alla spiritualità ma non alla religione, intendendo con il termine non la materia ma la Chiesa, qualsiasi essa sia.
    Dissento quindi anche sulla tua convinzione che non possa essere la religione ad avere le carte in regola per decifrare il tutto.
    La religione non esclude per forza le conquiste scientifiche, anzi.
    Le filosofie indiane hanno aspetti modernissimi in questo senso, per non parlare di Scientology, nata dall'unione di questi con la logica della fisica e della matematica moderne.
    Nell'antichità i filosofi erano anche religiosi, uomini di arte e scienza, la separazione delle culture è un fatto recente.
    E' piuttosto il materialismo e lo scientismo imperanti a negare, nelle sue espressioni più fondamentaliste, alla religione ogni legittimità, relegandola ancora ad essere l'oppio dei popoli o la consolazione dei deboli.

    Massimo Franceschini
    www.facebook.com/notes/massimo-fra...704162256277298

    Sergio Zito
    la causa ultima dell’universo materiale è dovuta alla materia stessa? che vuol dire?

    Massimo Franceschini
    io non lo penso...penso che l'universo materiale sia determinato da una dimensione trascendente...mentre i materialisti pensano che l'universo si sia generato da forze che hanno fatto il botto...energia che è pur sempre materia se non sbaglio...il problema è: ammesso, ma non concesso, che le cose stiano così, da dove viene questa energia?

    Sergio Zito
    una dimensione trascendente dotata o non dotata di volontà?

    Massimo Franceschini
    certo! è la dimensione che crea le altre, è solo dotata di volontà, è un universo "qualitativo" se così si può dire, che crea gli altri universi

    Sergio Zito
    se così fosse, per quale motivo una presunta volontà trascendentale dovrebbe desiderare di voler procedere attraverso chiarissime dinamiche da impatto, creando uno spazio-tempo decisamente troppo grande per quello che si dice sia il suo scopo finale?

    Massimo Franceschini
    Non so a cosa ti riferisci quando dici "scopo finale", penso solo che la dimensione creatrice crei gli universi, questo ad esempio è fatto dalle dimensioni materia, energia, spazio tempo, perchè è sua prerogativa, è nella sua "natura".
    A me piace pensare, anzi interpretare la teoria che noi faremmo parte della dimensione divina creatrice, che saremmo una "scintilla divina", o fatti a sua immagine e somiglianza, con l'idea che la dimensione creatrice si sia per così dire suddivisa ed abbia assunto identità "separate", che saremmo noi.
    Ecco allora che il percorso religioso di comprensione e crescita spirituale diventa uno sforzo di ritornare a cosa è successo, individualmente e collettivamente.
    Da questo punto di vista i cosiddetti profeti sarebbero esseri che magari hanno una visione, intuizione, illuminazione di qualcosa di più grande rispetto alla realtà immediatamente percepibile.
    Il progresso umano è quindi fatto dalle menti illuminate, di tutti gli scibili umani, dico sempre che i martiri della religione e della scienza secondo me si equivalgono, nel momento in cui hanno immesso idee e prassi di rottura con lo status quo, nel momento in cui hanno spostato più in alto l'asticella della comprensione.
    Per questo ritengo la filosofia e la filosofia religiosa in un certo senso degli scibili "superiori", in quanto inglobano tutti gli altri saperi, in un disegno cosmico certamente perfezionato bel corso della storia, il ragionamento, l'esperienza, la sinergia dei saperi.
    E qui di nuovo ritorniamo all'inizio della mia perplessità quando mi sembra di intravedere visioni o ipotesi complessive di interpretazione della realtà cui manca la dimensione spirituale. Oggi sta addirittura montando un movimento mondiale anti religioso tout court.
    Ecco perchè scrivo spesso in favore dei diritti umani, unico antidoto politico al sistema di controllo tecnologico globale prossimo venturo. Sotto l'ombrello dei diritti umani c'è spazio per tutti, nel rispetto di tutti.

    Franco Leale
    si credo anche io che siamo stati adottati da una "scintilla" parte di una Divinità collettiva e che la nostra missione sia realizzare le missioni che quella assegnazione comportava e comporta... come operi al nostro interno e nel nostro ambiente quella "scintilla" è la materia di cui stiamo discutendo

    Alberto Lori
    Vorrei farvi notare che la massa del nostro universo è soltanto il 4% mentre la cd materia oscura è solo il 26 per cento.
    L'energia oscura è invece ben il 70%. Se poi andiamo ad esaminare l'atomo che rappresenta l'unità fondamentale della materia, la materia stessa è solo lo 0,00001 per cento, il resto è vuoto che come ognuno di voi sa non è vuoto è energia allo stato potenziale.
    Con questo voglio dire che bisogna avere più fede nel materialismo che nella realtà invisibile.

    Massimo Franceschini
    Il tuo è un punto di vista corretto, però da buon materialista.

    Franco Leale
    Alberto Lori avevo segnalato la tua stessa constatazione a supporto della teoria di una 5a dimensione invisibile che sia contenuta proprio in quel "vuoto" all'interno dell'atomo (se il nucleo dell'atomo fosse grande come una arancia l'elettrone esterno sarebbe alla distanza di 15 km ) estrarrò quella parte dei commenti al post di Cavedal Enrico perchè stiamo convergendo proprio sul tema che ci ha attratti qui
    Alberto Lori Non riesco a capire.
    Sostengo che in genere non esseri umani ci lasciamo coinvolgere e riteniamo vero soltanto il 5 per cento della realtà perché visibile, mentre non ci curiamo dell'altro 95 per cento che rappresenta la vera essenza.

    Alberto Lori
    Si questo, Franco siamo d'accordo.

    Franco Leale
    spero che potremo continuare su questo percorso...

    Alberto Lori
    Si

    Alberto Lori
    Il bello è che credo in tutto quello che sostiene Massimo, a parte religione e sette, ma per lui sono un materialista.

    Franco Leale
    ma infatti Alberto Lori e Massimo Franceschini tra un po' ci accorgeremo che parliamo delle stesse cose ma da angoli diversi che non escludono la "unicità" dell'oggetto di riferimento ma solo la sua collocazione...

    Massimo Franceschini
    Io non ti conosco e ripeto che di te ho solo visto il video e i contributi a questa discussione.
    Sei o saresti un materialista, secondo me, nel momento in cui ipotizzi o ipotizzeresti che la dimensione trascendente creatrice si possa "trovare" nelle pieghe, interstizi, enormi "vuoti" dei parametri materia energia spazio tempo (che Scientology ad esempio sintetizza nell'acronimo MEST).
    Se così fosse, a mio modo di vedere, avrebbero ragione i materialisti, che negano l'esistenza di qualsiasi cosa vada oltre la dimensione materiale. L'universo e la realtà sarebbe quindi originata da una probabilità verificatasi dal caos di forze cosmiche preesistenti.
    Mi sembra che il più grande astrofisico teorizzasse che l'universo all'inizio sarebbe stato grande quanto una noce, o una cosa del genere.
    Da questo punto di vista anche le religioni o i religiosi potrebbero fare l'"errore", nel tentativo di una visione olistica inglobante tutti gli scibili, di pensare che lo spirito umano si trovi all'interno della "logica materiale".

    Franco Leale
    la "scintilla Divina " che fa di noi esseri al centro del ( nostro ) Universo può essere immaginata nell'aere dell'Invisbile trascendente "esterno " a noi ( Massimo Franceschini) oppure all'interno della nostra stessa struttura atomica - vuoto atomico inter-particelle- ( Alberto Lori e Franco Leale ed implicitamente Cavedal Enrico ) ma comunque sempre "trascendente" ....Credo che questo non cambi di molto la Divinità che è in noi

    Sergio Zito
    scintilla Divina? dimensione divina creatrice? ma cos'è fantascienza? ci sono le prove che l'universo procede attraverso visibilissime dinamiche da impatto

    Franco Leale
    benvenuto Sergio Zito il post trattava questo ....

    Sergio Zito
    non mi si venga a dire che qualche supposta trascendentale ha "desiderato" la creazione. Se così fosse non si spiegherebbero le dinamiche "random" attraverso le quali procede l'evoluzione

    Franco Leale
    la Divinità può essere interpretata come "Energia" se ti può semplificare la partecipazione al dibattito

    Massimo Franceschini
    Però Franco Leale se mi permetti non è la stessa cosa, se la nostra anima e la forza creatrice "si trova", vuol dire che la collochi da qualche parte.
    Secondo me una cosa collocabile è sempre all'interno della logica materiale.
    La dimensione trascendente non fa parte del MEST, è al di fuori, non ha materia energia spazio tempo, ha "solo" abilità.

    Franco Leale
    Massimo Franceschini la collocazione nel vuoto della 5 dimensione è nello stesso tempo materiale e trascendente.... cambia evidentemente il desiderio di ricerca dell'uomo che spera di dare " corpo" alla materia scura..

    Sergio Zito
    "Energia"? mi sta bene ... basta che non mi venite a dire che tale "Energia" abbia capacità cognitive

    Massimo Franceschini
    Invece Sergio la spiegazione potrebbe essere più "semplice".
    Se ammettiamo che la dimensione creatrice ha tutte le abilità, conoscenza e comprensione possibile, nel momento in cui crea un mega gioco come l'universo materiale o anche una dimensione fatta da altre coordinate, deve per forza "far finta" di non sapere alcune cose, di "dimenticarle", per creare un gioco da giocare, se questo è il suo scopo.
    Ecco allora che si potrebbe ipotizzare una spiegazione del random, anche a livello individuale.

    Sergio Zito
    tutte le abilità? e allora per quale motivo questo fantasma dovrebbe procedere a tentativi? come può una supposta volontà creatrice procedere per impatti e per tentativi?

    Franco Leale
    Massimo Alberto e Sergio se fossimo così prossimi alla Verità ...... accettiamo questo confronto come uno sforzo fatto dalla Mente Umana... si illumineranno altre intuizioni... quello che è importante è che siamo qui e nessuno si prende gioco dell'altro

    Massimo Franceschini
    Questo che dici è però ciò che "appare", non è detto sia la vera spiegazione.

    Massimo Franceschini
    Nel secolo scorso c'era una voce nell'enciclopedia britannica che sintetizzava e spronava la ricerca dicendo sostanzialmente che non si sarebbe potuti andare molto a fondo nella comprensione della realtà finchè non avremmo svelato, scoperto gli enigmi della mente umana.
    Ed ecco che torniamo alla vera questione secondo me, dato che PSICHE-LOGIA, che vuol dire studio dello spirito, sia nata e definita originariamente in ambito religioso: San Tommaso D'Aquino.
    E' solo con la psicologia e psichiatria moderna che la questione è diventata un fatto materialista/biologico, da Wundt in poi.
    La psiche è diventata il cervello e ciò ha originato tutte le aberrazioni di cui si accusa la psichiatria e tutte le teorie eugenetiche generatrici degli orrori moderni.

    Franco Leale
    non parlarmi dei danni Freudiani e dei suoi seguaci.... ciascuno di noi potrebbe averli verificati nel piccolo del proprio ambiente .... ma la 5a Dimensione non sarebbe nel cervello secondo me ma appunto nel "vuoto" della materia

    Massimo Franceschini
    Capisco la visione ma credo di ritrovarci un nodo "non risolto".

    Franco Leale
    nodi non risolti..... ok sarebbe assurdo pensare di avere oggi le soluzioni.

    Massimo Franceschini
    Certo, ma non parlo di "soluzioni"...la soluzione sarebbe un assoluto che per definizione non può far parte di questa dimensione "finita"...
    Il nodo a cui mi riferisco è la collocazione di questa che tu chiami quinta dimensione, e io chiamo in altro modo, all'interno delle dimensioni materiali.

    Franco Leale
    ammetti però che sarebbe bello avere quella trascendenza tanto vicina a noi da convivere con noi.... ed un giorno....... ( immagina....)

    Massimo Franceschini
    Per concludere per ora vorrei ricordare Einstein quando diceva che la scienza senza religione è zoppa....

    Massimo Franceschini
    Ma è talmente vicina che addirittura ci pervade, in quanto NOI INDIVIDUALMENTE siamo trascendenti.
    La vera questione fa parte delle domande storiche della filosofia: da dove veniamo, perchè siamo qui, chi o "cosa" siamo veramente.

    Franco Leale
    Forse un giorno scopriremo che l' Energia non abbia in effetti "Cognizione di causa " come sostiene (e non solo lui ) Sergio Zito Ma che il Dio al quale riconosciamo un ruolo superiore al nostro (e quindi "trascendentale ") possa in effetti essere un "Dio Minore " proveniente da una Civiltà della Galassia mille volte più evoluta rispetto a quanto avesse trovato il suo popolo invisibile disincarnato sbarcato sulla terra e quindi consapevole anche della posizione "random " della provenienza e destino //
    Proviamo ad immaginare cosa potrebbe aver programmato questo Dio per ottenere che il suo popolo potesse tornare ad integrare le proprie facoltà superiori in un tessuto di umanoidi da fare evolvere in un contesto non facile attraverso un secolare (millenario ) "addestramento" che facesse leva sulla partecipazione individuale al sacrificio necessario per la evoluzione/ //// questa ipotesi non vuole essere blasfema e rispetta la gerarchia dei ruoli lasciando l' origine dell' "Energia" e dell'Universo ad altre tesi/ipotesi troppo lontane dal nostro sapere per potere essere affrontate . ///////
    N.B. tempo fa avevo postato un breve racconto sullo stile di una strip/fumetto in merito all'"ammutinamento di Satana" ( Vice Comandante della Missione atterrata) visto non come una generica appartenenza maligna ma come differenza di opinione sul programma di "fusione" ( come spesso accadeva sulle navi per le decisioni sulla rotta da seguire ) Satana considerava forse il progetto del Capo troppo pesante ed inutile per fare evolvere degli umanoidi ritenendo che -grazie alla "immortalità" dei loro corpi immateriali - sarebbe stata preferibile una egoistica ( qui è il male) separazione dei ruoli lasciando gli umanoidi in un ruolo di "contenitori materiali " schiavi delle loro "essenze" evitando millenarie sofferenze di fusione Spirito-Materia... //// purtroppo anche quel mio post è stato cancellato da un vile hacker che mi perseguita da tempo in vari modi : so chi è e credo che possa dover pagare per quello che fa ed ha fatto)

    Susanna Bernabei
    Sono d'accordo Franco Leale.
    Apprezzo molto gli studi di Sitchin e Biglino.
    Probabilmente non occorre neppure cercare altrove questi dei minori perchè la loro conoscenza è già stata inserita in civiltà antiche.
    Conoscenze dimenticate ma non perse.
    Credo che l'obiettivo più immediato sarebbe appunto ritrovare ed espandere moltiplicando queste conoscenze.
    La cosa da chiedersi è infatti perchè sono state nascoste e a chi è stato utile ciò.
    Naturalmente mi fermo ad uno stadio inferiore, non pretendo di spiegare il Bing bang nè una Mente che volontariamente ha creato l'universo.
    Inizierei dal semplice per giungere al complesso

    Sergio Zito
    ruolo superiore? ma di cosa state parlando? come è possibile che si facciano simili forzature in ambito conoscitivo?

    Franco Leale
    Basta leggere e pensare Sergio Zito : quello di cui parliamo è scritto ma ovviamente puoi non concordare esprimendo il perché del dissenso : ovvio assimilare il concetto di "trascendente" anche ad una ipotesi come questa e con ciò non offendere la Religione : quanto a Susanna Berbabei ritengo che chi "sapeva" nei tempi antichi abbia ritenuto prudente non informare una umanità non ancora in grado di elaborare mentalmente quello scenario ( ad esempio nell'Apocalisse di Giovanni il Veggente "vede un aquila con "ali fisse" che scaglia fiammelle al suolo non immaginando certo che potesse poco meno di 2 millenni dopo essre un B52 in azione - idem con la visione di "uomini con la testa di formiche" oggi individuabili nella polizia metropolitana in assetto "antisommossa" /// c'è e ci sarà un tempo per ogni gradino di conoscenza in avanti senza con questo denigrare il sapere dei nostri predecessori /// Ricordo di avere dedicato il mio Gruppo a Pico della Mirandola che ,per le sue 900 tesi sia religiose che scientifiche rivoluzionarie dovette espatriare sotto persecuzione e rischio di condanna a morte ,salvato solo dalla apertura mentale di Lorenzo il Magnifico

    Franco Leale
    www.facebook.com/groups/252661494935309/?fref=ts
    Pico della Mirandola -Genialità -INVENZIONI - Civiltà delle Informazioni

    Massimo Franceschini
    Francamente non capisco quali siano le forzature in ambito conoscitivo.
    Ricordo che filosofia vuol dire amore per la conoscenza, e la conoscenza va anche per ipotesi, da verificare empiricamente.
    La vera forzatura è secondo me quella materialista, che non ammette altri sistemi di conoscenza, altri ambiti oltre il laboratorio.
    E questo con alla base il dogma che non esiste una realtà trascendente (Dio , lo spirito ecc.), perchè non misurabile. Per il materialismo la materia si è autogenerata a quanto pare....un bel rebus.
    La Hack diceva che "la materia esiste da sempre", il che è anche corretto se intendiamo che il sempre parte dal momento in cui appare la prima particella di cui cronometrare la durata.
    Ma PRIMA?
    Anche l'idea che permea molta cultura che le "verità ultime" non si potranno mai scoprire (per vari motivi), non aiuta ad ipotizzare o avvalorare esigenze di comprensione "totale", e fa il paio con i misteri a cui alcune religioni, cristiana compresa, si appellano per difendere alcune concezioni un po "deboli".
    In questo la "fede" e il materialismo vanno a braccetto, anche se da punti di vista diversi.
    Torno a ripetere lo stimolo a cui accennavo che deriva sostanzialmente dall'input "conosci te stesso e sarai libero".
    Se noi non ci riteniamo un semplice pezzo di carne evoluto ma vediamo il corpo come un involucro che stiamo occupando, se ci ricordiamo di avere una mente con capacità incredibili in cui ci sono registrazioni, che appaiono in determinate condizioni, di un respiro che va al di là della nostra vita, ecco che dobbiamo seriamente prendere in considerazione che la conoscenza più profonda passa per la conoscenza della nostra mente e quindi della nostra vera identità, passa quindi dalla psiche, che vuol dire spirito.

    Franco Leale
    grazie ...domani risponderò e cambierò il nome "DIO minore" in "Dio a noi DEDICATO" nel mio post precedente......... buonanotte

    Massimo Franceschini
    Si ma se me lo collochi sempre in questo universo...galassia e civiltà extraterrestri rimaniamo sempre lì..

    Franco Leale
    l" ENERGIA DIO" non si mette in discussione..... dipendiamo comunque da quella Energia ..... è umano (spero non presuntuoso) cercare contatti diretti con il nostro Dio come fecero Mosè, Giona , san Giovanni ....e tutti gli altri Profeti.... perchè così i Testimoni dicono che abbia fatto...

    Massimo Franceschini
    io non faccio di Dio un dogma personale....l'oriente insegna che solo conoscendo te stesso potrai conoscere il divino

    Franco Leale
    ho impiegato tutti i miei scritti sopra - forse non compresi- a confermare questo tema.... DIO è DENTRO di noi .....con la sua scintilla-connessione

    Cavedal Enrico
    Energia cosciente, e secondo quale logica?
    Quante logiche possono esistere nell'universo?
    Quella dei delfini o quella delle tartarughe o la logica dei formicaio.
    O quella degli sky della praxis stella di Orione?
    Quanta presunzione si nasconde nella pretesa di attribuire una logica a Dio che assomigli alla nostra!
    Noi siamo esseri finiti e tutta la nostra logica si basa sul non, sul negare sul nascondere i dettagli oltre i confini delle membrane.
    Energia cosciente senza limiti?
    ma cosciente di cosa?
    se le cose sono definite proprio dai loro limiti.
    Massimo Franceschini mi spiace per te, ma prima di giudicare la scienza e bene che tu la conosca meglio.
    Inoltre, chi l'ha detto che la scienza cerca un "dialogo" con l'oscurantismo religioso.
    Per quello che mi riguarda posso benissimo farne a meno.

    Franco Leale
    Cavedal Enrico il dibattito è nato proprio per questo : per quanto mi riguarda le motivazioni sono "inverse" non la Scienza che cerca la Religione ma ... è stata proprio la lettura della "tua " ipotesi scientifica ( richiamata nella premessa e negli sviluppi e per la quale ti ringraziamo con ammirazione) a spingermi a cercare un legame tra quella che tu chiami "Religione " ( ma difficile classificarla bene) e gli spazi che l'evoluzione scientifica sta aprendo alla Conoscenza includendo non solo i certificati di laboratorio ma le stesse astrazioni permesse progressivamente dalle conoscenze ///
    questo Progresso provocherà a mio parere una inesorabile mutazione delle basi stesse della Religione fino a che finiremo tutti per chiamarla " Conoscenza"//
    da anni scrivo ( ed ora sto scrivendo un libro su quell'obiettivo) che Scienza Magia Religione Arte sono stati 4 affluenti sulla via di ricongiunzione in un FIUME che chiameremo CONOSCENZA : poi gli studiosi potranno anche andare a ritroso a colmare i buchi passati che hanno tenuto separati questi affluenti ... e per il futuro la via della Conoscenza sarà unica ....un MainStream..

    Massimo Franceschini
    Caro Cavedal Enrico, complimenti per i toni polemici, credo derivino dal fatto che qualcosa che ho scritto abbia toccato qualche tuo "dogma"....altrimenti non si spiega.
    Tutto ciò che dici riporta ogni questione ad una dimensione materiale, mentre tutto ciò che ho affermato è proprio mettere in guardia da concezioni che apparentemente fanno l'occhiolino alla spiritualità, ma che invece ritengo essere del tutto materialiste, come infatti mi confermi con la chiusura del tuo intervento.
    Non mi sembra di aver "giudicato la scienza", ho solo messo in guardia dallo scientismo imperante, e non ho attribuito a Dio (sul quale ho anche detto di non avere un dogma) logiche che assomiglino alle nostre. Ho solo detto che la realtà materiale è, secondo me, il prodotto di una dimensione trascendente che l'ha creata, proprio perchè la dimensione creatrice questo fa: crea.
    E continui dicendo che siamo esseri finiti, e che non possa esserci coscienza che vada oltre i confini dell'esistente...proprio la concezione materialista che non mi trova concorde.
    E non ho neanche detto che la scienza cerca il dialogo con quello che tu chiami "oscurantismo religioso", mettendo una bella etichetta negativa a tutto ciò che proviene dalla religione e dalla spiritualità.
    Ho detto che una vera visione di insieme abbiamo bisogno di tutte le culture e che storicamente sono la filosofia e la religione (una particolare forma di filosofia), ad avere, a ben vedere, l'obiettivo di comprendere la totalità dei perchè e dei percome.

    Petrus Spinoza
    Letto solo i primi 2/3.chiedo a Massimo:Sei di/ per Scientology?
    Nota: da poco frequento FB.
    Sono allibito da due comportamenti
    1) ambito confronto fede/ragione Ho frequentato gruppi che si dichiarano x il dialogo. In realtà sono in mano a gente tipo UAAR che si divertono ad ospitare credenti "stupidi" ed espellono subito chi riesce a criticarli.
    2) parimenti diffuso l'uso inappropriato di termini tratti da fisica avanzata per dare vanti ai propri prodotti quello più abusato: quantistico
    3) infine IT : nei limiti di un uso corretto dei termini io non disdegno chi avanza teorie anche un po' fantasiose..
    Non dimentichiamo che molte delle teorie scientifiche attuali non sono suffragate da alcun riscontro!!
    Infine grazie, soprattutto a chi riesce ad essere sintetico e x items

    Massimo Franceschini
    Caro Petrus, concordo moltissimo con la tua ultima affermazione sulla scienza.
    Non so cos'è l'uaar, illuminami, per quanto riguarda Scientology se leggerai tutto vedrai che è stata tirata in ballo da Franco, secondo me in maniera non appropriata, comunque si, sono uno scientologo.
    Riguardo al confronto fede ragione, per me non esiste.
    Chi crede in qualcosa di trascendente fa fede sul suo sentire, sul suo intelletto e sulla sua filosofia, non dimentichiamo che spiritualità e religione sono filosofie.
    Chi crede nella scienza crede ai laboratori, alle osservazioni.
    La ragione appartiene, o può appartenere secondo me, a tutti e due gli ambiti, solo che prende direttrici e scopi diversi.

    Petrus Spinoza
    Massimo tu scrivi molto bene, sia come forma che come fluire.

    Petrus Spinoza
    Ma temo che abitiamo rive lontane. Non solo x la mia pessimissima opinione su Scientology, ma anche su filosofia divergiamo. UAAR è l'Unione degli Atei Razionalisti

    Petrus Spinoza
    ( già qs.appropriarsi della ragione la dice lunga...
    Giustamente tu scrivi che la ragione non e' 'riservata, aggiungo: in quanto e' solo un UTENSILE, senza 'sostanza'..
    Ciao

    Massimo Franceschini
    Ciao caro, il mondo è bello perchè è vario...

    Edited by massimofranceschini - 23/8/2018, 15:01
  6. .
    Lettera inviata al Fatto Quotidiano, ovviamente senza risposta


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    nel mio libro, linee guida auspicate per una vera libertà religiosa


    Lettera inviata al Fatto Quotidiano in relazione ad un articolo del 12 gennaio 2015
    www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/22/dove-osa-satira/1362303/

    Gentile Direttore,
    le scrivo per dare un contributo critico, anche positivo, all’articolo “I guai della satira a stelle e strisce” del vostro Saverio Raimondo, del 12 gennaio scorso.

    Condivido l’inappuntabile impostazione dell’articolo, quasi un “micro saggio” storico sulla satira più corrosiva di questi ultimi decenni.

    Lontana da me qualsiasi volontà di porre confini legali o di altro tipo alla libertà di espressione, una delle conquiste irrinunciabili della nostra civiltà.

    Una conquista che va difesa senza se e senza ma, e bene fa l’autore quando lancia una domanda provocatoria rivolgendosi alle eventuali ipocrisie di alcuni politici, che si ergono a paladini della libertà di satira dell’ultima ora.

    Il primo contributo per cui le scrivo nasce proprio da questa libertà in cui ci riconosciamo, che non può non essere anche libertà di commento della libera satira.

    Alla prima e ovvia difesa che mette in evidenza la “debolezza” di chi si sente offeso, rispondo che una libertà senza responsabilità, di fatto si sono offese le convinzioni più intime di milioni di persone, rischia di diventare un “imbarazzante assoluto”, deleterio per la libertà di tutti.

    Quanto più l’idea che si vuole attaccare è radicata dentro l’anima e la sensibilità delle persone, la responsabilità potrebbe consigliare altri modi, magari più sottili e intelligenti di attacco.

    Per vedere che “il re è nudo” non c’è bisogno dell’autopsia!

    Il secondo contributo vuole essere chiarificatore sulla mia religione tirata in ballo nell’articolo: Scientology.

    L’autore parla di fanatismo religioso che non avrebbe nulla da invidiare all’Islam più radicale, francamente un’affermazione fuori da ogni logica.

    Non per essere pedante ma per amore di verità riporto la definizione di fanatismo dalla Treccani: “espressione esasperata del sentimento religioso che porta ad eccessi e alla più rigida intolleranza nei confronti di chi sostenga idee diverse”.

    Non mi permetto di giudicare gli islamici, li considero fratelli, almeno quelli coerenti con il significato di Islam, che vuol dire pace.

    La parola Scientology si può brevemente sintetizzare per comodità con “sapere come conoscere”, e il nostro fondatore ha sempre detto che l’unico dogma sarebbe “se non è vero per te non è vero”.

    Infatti Scientology fa parte di quelle religioni che non hanno “rivelazioni dall’alto” ma crede che ognuno di noi, in quanto essere spirituale, abbia i mezzi intellettuali per raggiungere la comprensione della sua spiritualità e delle leggi che regolano l’esistenza e la realtà.

    Cito a questo proposito il professor Nicola Colaianni, docente di Diritto Eccelsiastico all'Università di Bari, che nel libro “Eguaglianze e diversità culturali e religiose” (Edizioni Il Mulino, Bologna, 2006), scrive: “Il principio buddhista dell’illimitato potenziale di evoluzione interiore posseduto da ogni essere umano è alla base anche di Scientology (…) questa organizzazione si richiama, invero, specificatamente alle religioni orientali, con cui ha in comune, per esempio, la teoria della reincarnazione, o ‘delle vite precedenti’, o un’idea simile del Karma, quale il ‘deposito reattivo della mente’, o soprattutto la concezione della salvezza conseguita tramite l’innalzamento della consapevolezza spirituale dell’individuo.

    Per concludere, scommetto che non tutti sanno che Scientology ha sacralizzato i diritti civili inserendoli nel suo credo, proprio per scongiurare qualsiasi deriva autoritaria e illiberale.

    Probabilmente l’autore dell’articolo in questione non è bene informato su questi dati, non lo dico con spirito polemico e non ci sarebbe niente di male, la mia religione per quanto “vivace” e in crescita è pur sempre largamente minoritaria.

    Sarebbe una delusione constatare di essere ancora di fronte all’idea del mondo più ateo e materialista che, per usare un eufemismo, è insofferente ad ogni istanza ed espressione religiosa.

    Spesso sentiamo persone urlare contro chi “osa” parlare di religione, probabilmente rese ancor più suscettibili dalla vitalità delle giovani ed “energiche” religioni minoritarie.

    Purtroppo nel mondo cresce un movimento antireligioso tout court, che pretende negare dignità culturale a tutto ciò che viene dalla spiritualità, una posizione inaccettabile per chi dovrebbe avere come faro quella “Bibbia della laicità” che sono i diritti umani.

    Se c’è un fanatismo necessario in questi tempi caotici sarebbe quello in favore dei trenta diritti umani, unico e ultimo antidoto per un occidente confuso nella sua stessa identità.

    La ringrazio per l’attenzione con la speranza che queste riflessioni siano gradite, in uno spirito di ecumenismo culturale.
    Buon lavoro.


    13 gennaio 2015


    Edited by massimofranceschini - 22/11/2018, 18:42
177 replies since 2/2/2016
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