LA CREAZIONE DI UN’ALTERNATIVA AL SISTEMA HA BISOGNO DI URGENTE CREATIVITÀ

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    Non perdiamoci dietro un inconcludente “democratismo”

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    fonte immagine: 4polo


    Il desolante panorama politico italiano, non dissimile da quello di altri paesi occidentali, vede una grande astensione/disinteresse del corpo elettorale ed una sostanziale indifferenziazione per le politiche delle forze che frequentano abitualmente le stanze del potere.

    Destra e sinistra di governo compiono infatti le stesse scelte fondamentali, atte a mantenere ben saldo il potere a chi neanche tanto nascostamente lo esercita: lobby finanziarie, militari e commerciali, guidate da poche logge ed enti privati di varia natura.

    Il tutto ben servito dai media mainstream, efficientissimi nella loro opera terrorizzante, distraente, falsificante, intrattenitrice ed anestetizzante.
    I media indirizzano l’attenzione dove e come vogliono e la maggior parte del pubblico “ragiona” entro parametri socio-economici che non rispondono ad una vera fotografia e comprensione della realtà.
    A peggiorare il quadro contribuiscono scuole ed università non esenti da queste distorsioni, soprattutto in campo economico-finanziario.
    I “bocconiani” continuano a ripetere ricette economiche sballate per la società civile e gli stati ex-sovrani ma, guarda caso, vincenti per banche e finanza.

    Il residuo panorama politico è fatto di minoranze e gruppi figli delle vecchie ideologie destra/sinistra, o dalla loro apparente negazione populistico-giustizialista, insieme ad un variegato e frammentato universo “sovranista”, in effetti l’ultima speranza, purtroppo anch’esso infiltrato da ideologizzati di matrice destrorsa, sinistrorsa o populistico/libertaria.

    La costruzione di una proposta veramente alternativa alla politica mainstream, è impedita dall’oggettiva difficoltà da parte delle potenziali opposizioni a raggiungere una grandezza ed una visibilità sufficienti per “apparire” all’attenzione del grande pubblico.
    Senza lauti finanziamenti lobbistici ed i necessari agganci al sistema mediatico non si arriva al grande pubblico, ammenoché si disponga di un personaggio dotato di grande visibilità come è accaduto per i 5 Stelle.

    Sul movimento non voglio dilungarmi.
    Senza arrivare a servirmi degli inquietanti interrogativi sulle sue “possibili” origini, credo basti annotare la sostanziale mancanza progettuale, il ritorno indietro su molte tematiche, l’assenza di democrazia interna e la non chiarezza organizzativa.

    Da tutto ciò non resta quindi che guardare, a mio parere, al campo sovranista che ha però un altro problema, oltre i già accennati.

    Il problema si potrebbe forse chiamare “democratismo”.
    Cercherò di spiegarmi meglio, anche per non essere tacciato di “verticismo” o addirittura di “autoritarismo”, cosa da me sempre detesta sin dalla gioventù di appartenenza libertaria.
    Era inevitabile che la crisi della democrazia portasse a degli estremi: conformismo cieco e “di comodo” al sistema per alcuni, la cosiddetta “maggioranza silenziosa”, estremismi vari per altri, estenuanti e, purtroppo e di fatto, inconcludenti richieste di democrazia diretta, partecipazione dal basso con continue e sfibranti mediazioni per altri.

    Si rallenta la creazione del progetto politico per mancanza di forze ma anche, troppo spesso, per la speranza di coagulare soggetti di cui però “si sa” che non saranno completamente concordi o coinvolti, soprattutto se non si dispone già di qualche appetibile “risorsa” umana, meglio se famosa, finanziaria, organizzativa o altro.

    Va benissimo cercare unità di intenti, federazioni varie ecc., ma non a discapito dell’azione politico-progettuale-organizzativa.

    Purtroppo la realtà ci mostra inesorabilmente, ce ne fosse ancora bisogno, che la maggior parte delle persone anche potenzialmente “impegnate” resta passiva ed al traino di qualcuno, e quando “entra” in qualcosa sembra lo faccia per perorare una “causa” personale prestabilita, senza riuscire a guardare il disegno globale e le priorità del progetto.

    La realtà ci insegna che sono veramente poche le persone veramente costruttive e che riescono a “produrre” qualcosa di valido nonostante tutto.

    La realtà ci insegna purtroppo che molte di queste persone rallentano la loro azione per un “mal compreso” senso “democratistico”, attendendo riscontri, contributi, partecipazioni, federazioni, agganci e quant’altro.

    Forse temono di apparire “verticistici”, elitari, poco inclini al dibattito ed al compromesso, e “sprecano” la loro capacità creativa e progettuale nell’attesa di una “massa democratica partecipante”.

    La politica ha però senso se crea, se riesce a sintetizzare dai migliori ideali, con la necessaria urgenza, un percorso attuativo di linee d’azione coerenti agli ideali di riferimento.

    Quindi va benissimo la democrazia diretta, il “democratismo”, ma non a discapito della costruzione, su cui poi chiedere consensi, organizzazione, finanziamenti ed aiuti.

    E’ responsabilità vitale che i più attivi e consapevoli, sempre di fatto una ristretta minoranza, costruiscano qualcosa di percorribile per consolidare un progetto operativo di politica alternativa al sistema.

    Su quello si dovrebbe chiedere il massimo coinvolgimento, anche e perché no di personaggi “famosi” ed intellettuali, nella massima trasparenza.

    Il sistema lobbistico-finanziario ha tutte le risorse, a noi restano la creatività, l’onestà, gli ideali.

    Non rallentiamo la spinta creativa con nobili ma incerte speranze, non sprechiamo tutto ciò per paura di costruire sulle titubanti perplessità dei più.

    Questo il mio contributo, un programma politico ispirato ai Diritti Umani.


    3 luglio 2017


    Edited by massimofranceschini - 5/11/2018, 15:14
     
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