UN GRANDE PAESE SI RICOSTRUISCE CON GRANDI IDEALI

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    Riappropriamoci della dignità sociale e nazionale

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    fonte immagine: www.4polo.it

    Il dibattito sullo “ius soli” rappresenta un nuovo capitolo “dividente/distraente” della commedia messa in atto dal sistema politico-mediatico.
    Una tematica che dovrebbe essere ormai digerita in un paese civile che si suppone ispirato ai Diritti Umani, serve così le peggiori ipocrisie ideologico-elettorali.

    Diciamo qui chiaramente che il diritto di cittadinanza è uno dei 30 Diritti Umani, che però fa parte di un pacchetto omogeneo con altri articoli da cui non dovrebbe essere distinto.
    Vediamo in concreto.

    Articolo 15
    Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
    Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

    Articolo 22
    Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

    Articolo 28
    Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.

    Articolo 29
    Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
    Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
    Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e principi delle Nazioni Unite.


    Come possiamo ben vedere ad ogni individuo presente sul nostro territorio, in ogni momento, dovrebbe esser garantita un’identità giuridica ed una vita degna di essere vissuta.

    Come si può pretendere ciò in una nazione che non ha più il controllo della sua politica economica, di quella monetaria e di bilancio e che non può perseguire la piena occupazione?

    L'Italia è inserita in un quadro di alleanze militari, colonialiste e finanziarie che sta creando guerre, sfruttamenti di popoli e risorse, migrazioni di massa, diminuzioni di lavoro, potere d'acquisto e diritti, privatizzazioni di ambiti e settori che erano e dovrebbero tornare ad essere pubblici.

    Le situazioni hanno delle cause, dei dati, delle statistiche, una storia.
    I “litigi” su un particolare senza tener conto del quadro globale fanno solo un gran favore a chi interessato a dividere la società civile: l’élite finanziaria mondiale che si serve di una destra xenofoba e intollerante, e di una sinistra apparentemente dalla parte dei diritti umani - ma solo di quelli che vengono definiti “diritti fondamentali” della persona – mentre “dimentica”, stranamente, quelli del lavoro.
    A completare l’opera abbiamo un “movimento” apparentemente “giustizia e onestà” ma senza politica, democrazia e trasparenza.

    Tutte le fazioni politiche fanno quindi il gioco della finanza che continua a dividere la popolazione con differenze ideologiche fittizie, con la complicità dei media.

    È ora di dire basta alle ipocrisie e di costruire una politica in cui tutti i 30 Diritti Umani siano attuati in maniera coerente.
    Una politica per un nuovo “Libero Stato del Diritto e del Cittadino” resa possibile dalla riconquista delle sovranità perdute, monetaria in primis, con o senza questa Europa.

    Dire “prima gli italiani” è perciò fuorviante, come lo sarebbe un “accogliamoli tutti indiscriminatamente”.

    Sarebbe nel pieno diritto della comunità, tramite lo Stato che ne rappresenta il braccio amministrativo, promuovere la conoscenza e l’attuazione di quei Diritti Umani Universali ratificati a suo tempo e di fatto assunti dalla Costituzione stessa all’Art. 2:

    La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

    Se la nostra cultura ed amministrazione li assumessero a paradigma e se ne pretendessero lo studio e l’attuazione pena l’esclusione dai benefici, capiremmo che sarebbe praticabile una politica nazionale per i cittadini italiani e residenti di:
    - ordine;
    - accoglienza;
    - scambio aiuto/istruzione/lavoro;
    - progettazione di percorsi di dignità sociale nazionale e di ritorno per ricostruire le dignità nazionali perdute;
    - produzione di beni/benessere/servizi ora in grave crisi dato il non controllo dell’economia e del Paese in mano alla finanza, alle banche ed alle lobby multinazionali.

    Smettiamola di abboccare al divide et impera, ragioniamo con la nostra testa e progettiamo un futuro migliore per tutti.

    Il nostro è un grande Paese che aspetta di ricordare i suoi grandi ideali.


    20 giugno 2017


    Edited by massimofranceschini - 7/11/2018, 13:06
     
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