LA VERITÀ DEI MEDIA: L’UNIVERISTÀ DELLE BUFALE

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    vividarte

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    Da qualche galassia lontana...nato a Foligno ma residente a Genova, da sempre interessato alle arti, alla condizione umana ed alla spiritualità

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    Una delle caratteristiche della mentalità criminale è quella di accusare gli altri di atti che proprio lei sta compiendo

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    fonte immagine: Flickr


    Tutti i commentatori mainstream si sono affrettati a mostrarsi “compiaciuti” della sentenza di Trani nel primo grado di giudizio favorevole alle agenzie di rating.

    Uno su tutti Mentana che ha parlato di processo rivelatosi una “bolla di sapone”, accompagnando l’affermazione con un gesto sbrigativo di quasi insofferenza.

    Da quando nell’agenda politico-mediatica è stato fatto apparire il tema della “post-verità”, volgarmente “bufala”, nei talk non manca mai una parentesi in cui si delegittima qualsiasi posizione “complottista” come bufala o, più elegantemente, inutile, fuorviante, indimostrabile e non necessaria per capire la realtà.

    Poche mattine fa nei talk di La 7 l’autrice di un libro sulle bufale affermava che le asserzioni sulla presenza di complotti andrebbero passate al vaglio del “rasoio di Ockham”.

    Il colto riferimento è un principio logico che sembra sia alla base del pensiero scientifico moderno per il quale, secondo quanto recita Wikipedia, si suggerirebbe “… l'inutilità di formulare più ipotesi di quelle che siano necessarie per spiegare un dato fenomeno quando quelle iniziali siano sufficienti …

    Inoltre il “rasoio logico” eviterebbe “… la postulazione di entità inutili, implicitamente favorisce la partenza da principi dimostrati e quindi semplici, e con solide e semplici deduzioni fa in modo che si arrivi alla conclusione …
    In altri termini, non vi è motivo alcuno per complicare ciò che è semplice.
    All'interno di un ragionamento o di una dimostrazione vanno invece ricercate la semplicità e la sinteticità …
    ”.

    Senza addentrarci in disquisizioni logico-filosofiche che porterebbero molto lontano, si sta insinuando l’idea che non occorre vedere “complotti” per spiegare i problemi della nostra epoca.

    Non rimarrebbe quindi altro che giustificare ed assolvere le attività delle agenzie di rating spiegando la realtà socio-economica di grave crisi come quella attuale, l’impotenza della politica, l’avvicendarsi di governi su governi senza che nulla cambi, con congiunture ed eventi facilmente conoscibili e sotto gli occhi di tutti che nulla hanno a che vedere con una precisa volontà criminale di qualcuno.

    Non vorrei si faccia passare l’idea, alla faccia della “scienza”, che in certi ambiti prove e indizi non vadano presi in considerazione.

    A me infatti sembra ci si stia arrampicando sugli specchi con intellettuali e colte semplificazioni, pur di non ammettere, se non nascondere, la pervasività della finanza e delle entità multinazionali e globali nell’economia e nella politica.

    Sono questi ormai i soggetti in grado, più di ogni altro, di decidere le sorti di individui, aziende, governi e stati.

    Si propongono “innocenti” interpretazioni congiunturali, si aggiunge la panzana/senso di colpa dell’aver vissuto “al di sopra delle nostre possibilità”, si racconta di come il nostro “piccolo” paese di appena 60 milioni di individui non possa da solo sopravvivere nel mondo “globalizzato”, dimenticando che eravamo arrivati ad essere la quinta potenza economica mondiale nonostante una guerra persa; si elencano insomma tutta una serie di banalità distraesti e false, eliminando dall’equazione la forza più socialmente, economicamente e politicamente devastante dell’era moderna: la FINANZA.

    Inventiamoci una storia/metafora.

    Mettiamo che esista un piccolo villaggio e che in prossimità del suo territorio si installi una base militare.

    Mettiamo ora che la base inizi a compiere esercitazioni in un territorio non lontano dal villaggio, del tutto regolari perchè autorizzate dal sindaco del villaggio stesso.

    Mettiamo che le associazioni dei cittadini, gli agricoltori e gli allevatori inizino dopo qualche anno a far rimostranze sull’influenza negativa delle esercitazioni sulla salute delle persone, sull’ambiente, sui terreni, sui raccolti e sugli animali.

    Mettiamo che tutta una serie di “indiscutibili autorità” alleate del sindaco e del comandante della base militare si impegnino a “dimostrare” come i problemi lamentati siano causati da fattori genetici e comportamentali della popolazione autoctona, dal riscaldamento globale e da altre sfavorevoli congiunture.

    Mettiamo che questa linea di pensiero sia ripetuta ad ogni occasione e che diventi il punto di vista mainstream, il più politicamente corretto.

    La semplice osservazione che prima dell’inizio delle esercitazioni militari tali problemi non esistevano cadrebbe nel vuoto, annichilita da una visione della realtà imposta e sempre più legittimata da ogni passaggio sui media.

    Questo sta succedendo al nostro Paese ed alla nostra economia: siamo attaccati dalla finanza e da enti privati di varia natura ma pensiamo che esista una molteplicità di fattori congiunturali e relativi su cui il nostro piccolo stato non possa fare niente.

    Non può farlo unicamente perché la classe politica ha via via ceduto sempre più sovranità e proprietà e servizi dello stato ad enti ed organismi privati o condizionati da privati: grandi gruppi industriali e finanziari, banche, Europa e BCE.

    Dopo l’ultima guerra mondiale eravamo a terra ma siamo diventati la quinta-sesta economia del mondo e poi… ma è colpa nostra, della sfortuna, della globalizzazione, del terrorismo, della Cina, dei paesi emergenti e… chi più ne ha più ne metta.

    Nonostante ciò che sto affermando anche io trovo, in effetti, che un “eccesso complottista” sia deleterio e controproducente per combattere il sistema finanziario-politico-mediatico, ora sotto il giogo di una minoranza di persone ed enti privati che stanno riducendo i diritti del cittadino e le prerogative di uno Stato di Diritto.

    Quando vedo argomentazioni valide mischiarsi a contenuti estranei alla realtà della maggior parte delle persone, contenuti più o meno “esoterici”, più o meno discutibili e spesso generalizzanti come ad esempio quelli contro la “lobby ebraica”, o quelli di presunte macchinazioni aliene o altri ancora, mi vien sempre da pensare che alcuni soggetti “anti-sistema” non siano poi così intelligenti, se non addirittura compromessi con il sistema stesso, certamente più interessati alla loro foga che all’ottenere un risultato volto al bene della collettività.

    Pur riconoscendo il disegno in atto di influire sulla politica e sull’economia dei singoli stati da parte di potenti associazioni private come ad esempio la Trilaterale, il Bielderberg ed altre, cerco sempre di partire da dati ed osservazioni quanto più oggettive possibili e comprensibili dai più.

    Siamo o dovremmo essere un moderno Stato di Diritto di ispirazione liberale che dovrebbe funzionare in base alla sua Costituzione ed ai 30 Diritti dell’Uomo, quei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale del 1948 che abbiamo ratificato insieme alla maggior parte delle altre Nazioni del pianeta.

    Leggendo la Costituzione e i Diritti Umani appare evidente che la loro attuazione sia ben lungi dall’essere compiuta.

    Ci sono leggi di qualche natura, economiche, sociologiche od altre che oggettivamente possano impedirla?

    NO.

    Abbiamo minacce o congiunture tali da ostacolare una loro sempre più massiccia implementazione?

    CERTO CHE NO, anzi: la loro realizzazione e la conseguente riconquista dell’autonomia politico-economica da meccanismi internazionali che ci stanno impoverendo non sarebbe altro che un toccasana per un paese e un’economia ormai preda inerme di lobby e potentati transnazionali.

    C’è una mancanza di “teorie” socio-economiche tale da impedire la progettazione di una società a misura dei Diritti Umani?

    ANCORA NO, soprattutto se guardiamo alla diversa situazione fra paesi che hanno perso tutte le più importanti sovranità, monetaria in primis, e quelli che non l’hanno fatto, ad esempio il Giappone.

    Paese certo non esente da contraddizioni ma con disoccupazione quasi a zero nonostante un debito pubblico fra i più elevati al mondo.

    Occorre abbandonare i paraocchi ideologici e non dar retta ai catastrofismi propagandati da illustri lacchè della finanza e dei “poteri forti”, che hanno tutto l’interesse a mantenere lo status quo di schiavitù finanziaria verso le banche private ed i loro sodali della finanza globale.

    I politici che non dicono queste cose, i giornalisti che impiegano il loro tempo a confezionarci programmi "distraenti" pieni di zizzanie sociali e polemiche da quattro soldi fanno tutti parte del sistema che sta schiacciando le nostre vite, minando la nostra sicurezza per il futuro e la capacità del nostro stato di poter arrivare ad essere la trasparente espressione amministrativa di una comunità finalmente consapevole.

    La magistratura nel suo complesso è, evidentemente, ancora poco incline a sviluppare una “sensibilità” su queste tematiche e meccanismi, ma non dobbiamo disperare.

    Il Procuratore di Trani rappresenta un barlume di speranza, certo una piccola fiammella rispetto all’onda mainstream di menzogne con cui siamo quotidianamente sommersi.

    Una fiamma di speranza che va alimentata dal basso, fornendo vera informazione e cultura su come creare e come dovrebbe funzionare una società libera dalla minaccia finanziaria.

    Tutto il resto è una trappola ben congegnata.


    4 aprile 2017

    Sui media ho scritto anche questo:

    https://almassimofranco.blogfree.net/?t=5282938

    ed ho formulato proposte qui


    Edited by massimofranceschini - 19/11/2018, 18:09
     
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